Il miglior crossover di I Simpson
Ad un certo punto I Simpson iniziarono a fare parodie non solo negli episodi di Halloween e questo gli aprì un nuovo filone
I Simpson: “24 minuti” – Diciottesima stagione, episodio 21
HOMER: “Posso avere altri soldi?”
MARGE: “Ti ho dato 10 dollari”
HOMER: “Ma le altre mamme hanno dato ai loro mariti 20 dollari”
MARGE: “Gli altri mariti non tornano a casa sporchi dopo aver fatto a botte”
HOMER: “Ho dovuto lottare Lenny ha detto che suo papà è Hulk Hogan e so che non è vero”
Ad un certo punto il processo di mutazione di I Simpson, dopo che avevano esaurito una parte delle idee assieme ad un parte del team di sceneggiatori originale, li ha portati verso le parodie. Inizialmente relegate agli episodi di Halloween queste hanno poi preso sempre più la mano finendo ad essere usate anche in episodi canonici. Sono puntate solitamente spensierate, molto poco interessate a disegnare i personaggi o dire qualcosa ma molto concentrate sull’umorismo. Spesso non sono memorabili, il caso però di 24 Minuti è diverso.
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Lo si capisce fin da subito, dalla presentazione dei personaggi e dei luoghi: “Centrale nucleare di Springfield: disponibile per matrimoni” o “Bart Simpson: sobrio da due mesi”.
A scrivere l’episodio c’è una delle figure più controverse tra quelle che hanno mai scritto I Simpson nella seconda fase della loro esistenza, ovvero Ian Maxtone-Grahams. Tra il 1996 e il 2014 è stato parte del team e nel 1998 confessò di non aver mai visto una puntata della serie prima di essere assunto. Fu lui a scrivere episodi come quello della morte di Maude Flanders, quello polemica dei Pomacco e ancora la banconota da un trilione di dollari. La politica è sempre stata quel che gli interessava e riusciva a metterla di continuo con idee satiriche ottime. Veniva dalla scuderia del Saturday Night Live e pur avendo quasi nessun interesse nello sviluppo dei personaggi, sapeva davvero come scrivere una sceneggiatura. Assieme a lui qui anche Billy Kimball, con il quale da questa puntata in poi avrebbe sempre lavorato in coppia.
L’idea è tutta di fare una parodia vecchio stampo, come Mel Brooks, una che gioca sulla lingua dell’audiovisivo rompendola in più modi. Dopo soli 7 minuti infatti i vari split screen da 24 vengono usati in maniere improprie e Lisa fa uno spiegone prendendo in giro gli spiegoni: “Come sa benissimo preside Skinner, ma forse è necessario che io lo ricordi lo stesso…”.
I bulli stanno preparando la bomba puzzolente mentre la CTU decide di mandare Bart Simpson in missione, tuttavia a complicare le cose ci si mette Martin, che è una talpa e avvisa i bulli di ogni loro mossa. Questo chiude il cerchio degli stereotipi di una puntata di 24. Del resto quando l’episodio va in onda, nel 2007, 24 era alla sua sesta stagione, l’apice della sua popolarità. Era stata tra le prime serie tv di nuova generazione a parlare un altro linguaggio e rispetto ad altre come I Soprano, che andavano in onda su canali premium, 24 era di Fox (la rete di I Simpson, non a caso), un canale gratuito, quindi era molto più nota.
Anche per questo inevitabilmente I Simpson in questo episodio incontreranno il vero protagonista della serie, Jack Bauer (doppiato da Kiefer Sutherland), in un crossover che sa di tv anni ‘80, di marketing e di corporation, che tuttavia la scrittura rende più elegante di quanto non dovrebbe essere. Quando vediamo Marge (che in una sottotrama si prepara ad una gara di torte) litigarsi un ingrediente al supermercato con la moglie del reverendo Lovejoy che nell’inquadratura dopo, quando Marge paga alla cassa, viene portata via in barella siamo dalle parti dei migliori episodi.
Non solo la trama principale però lotta contro il tempo, anche Marge nella sua sottotrama lo fa (e per lei il tempo è scandito dall’orologio della cucina con il medesimo suono dell’orologio digitale che scandisce le ore in 24) per preparare la sua torta per la gara di torte.
In mezzo al racconto c’è anche tempo per un colpo al cinema. Il 2007 sarebbe stato l’anno che avrebbe visto la prima stagione di Mad Men, l’anno dopo sarebbe partito Breaking Bad, un anno prima era partito Dexter. Era a tutti gli effetti la golden age della serialità e per la prima volta c’era una forma di produzione che faceva sembrare il cinema un mondo passato. Non era ancora partito il Marvel Cinematic Universe (sarebbe avvenuto l’anno dopo) e ci si trovava in uno stallo, un momento in cui le sale ancora non avevano qualcosa di esclusivo per combattere la serialità che non fosse Harry Potter e sembrava che chiunque fosse affamato di contenuti forti avesse la televisione come unico orizzonte.
In questo scenario Martin per coprire il fatto che ha visto dalle telecamere di sicurezza i bulli con la bomba ma non vuole dirlo, alla domanda di novità risponde: “No niente, qui è tutto noioso come il cinema mainstream” e in questa puntata che imita una serie Lisa gli risponde “Ha! È così vero….”.
Per il resto tutta la trama scorre che è una bellezza con intrecci, motivazioni e svolte che fanno molto ridere e soprattutto funzionano come storytelling. Da un atteggiamento sospetto di Nelson Bart arriva a scoprire che Martin è la talpa (dopo averlo interrogato con violenza) ma non fa in tempo a dirlo a Lisa. Addirittura anche il grande scontro finale di tutte le trame sarà segnato dal tempo, cioè dalla bomba puzzolente ad orologeria, innescata in prossimità del condotto di ventilazione. Per inciso c’è ancora tempo per un ultimo attacco satirico perché nel condotto vediamo vecchi scatoloni di libri. Prima quelli degli anni ‘50 (inutilizzati perché troppo razzisti) e poi quelli degli anni ‘90 (inutilizzati perché troppo poco razzisti) e questo negli anni della presidenza Bush (sulla Fox peraltro!) dice tutto quel che c’è da dire.
Infine merita un encomio l’idea di risolvere tutto con la contemporanea apertura della valvola dell’acqua degli hot dog “Trent’anni di residuo degli hot dog accumulata” mentre Martin al tramonto e in alta uniforme da capoclasse si smutanda da solo come se si stesse impiccando per quel che ha fatto.
L’intento primario era un crossover, l’hanno resa una parodia, è diventata occasione per gag e satira raffinatissima.
Gli episodi di I Simpson sono disponibili su Disney+