Il Messaggero dei Ragazzi chiude dopo 96 anni

Il Messaggero dei Ragazzi, una delle storiche testate antologiche a fumetti, chiude dopo 96 anni di attività

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Fa sempre male riportare questo tipo di notizie, legate indiscutibilmente alla crisi dell'editoria tradizionale, soprattutto quella inerente al circuito distributivo delle edicole, a cui si somma la disabitudine delle generazioni più giovani alla lettura.

Dopo quasi un secolo di vita, a fine anno chiuderà i battenti il Messaggero dei Ragazzi. Ne ha dato l'annuncio ieri, tramite un comunicato, il suo editore, il Messaggero Sant’Antonio Editrice, che ha dichiarato la cancellazione anche dell'altro suo mensile, il Messaggero di Sant'Antonio.

La storica rivista per adolescenti esce a Padova a partire dall’agosto 1922, edito quindicinalmente dai frati della Basilica del Santo. Inizialmente ospita rubriche, novelle e racconti morali dal taglio educativo-ricreativo e di indirizzo catechistico.

Nel secondo dopoguerra arrivano anche i fumetti: prima costituiti essenzialmente da illustrazioni a colori con didascalie, poi, dalla metà degli anni '50, nella versione a vignette e balloon.

A partire dal 1963, il periodico cambia nome e diventa il Messaggero dei Ragazzi, il familiare "MeRa" che tutti conosciamo e per il quale hanno lavorato alcuni dei più grandi nomi della Nona Arte italiana, come Dino BattagliaSergio Toppi, Lino Landolfi, JacovittiHugo PrattAttilio Micheluzzi, Tiziano Sclavi, Giorgio Cavazzano, Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo.

Di seguito trovate il comunicato completo:

Messaggero dei Ragazzi n. 12 (marzo 1974), copertina di Sergio Toppi

La Direzione del Messaggero di Sant’Antonio Editrice intende rendere pubblica la sofferta decisione, già comunicata questa mattina alla Fiduciaria di redazione e ad alcuni rappresentanti del Sindacato Giornalisti Veneto, di essere costretta a chiudere la redazione, composta da 8 giornalisti, delle riviste mensili Messaggero di Sant'Antonio e Messaggero dei Ragazzi.

Numerosi sono stati i tentativi posti in essere, negli ultimi anni, da parte della Direzione di evitare questo triste epilogo nonostante le ingenti perdite registrate in modo particolarmente evidente già dal 2015 e comunque in questi ultimi decenni. Infatti la decisione arriva dopo un anno di stato di crisi aziendale, aperta e certificata dal Ministero del Lavoro, che ha visto una serie di iniziative volte ad adeguare l’offerta editoriale al mercato di riferimento nonché a ridurre gli alti costi di gestione, nel principale intento di salvaguardare i posti di lavoro: i giornalisti della redazione delle riviste in lingua italiana sono stati posti, da un anno, in contratto di solidarietà mentre negli altri settori aziendali - attraverso un apposito accordo sindacale tra azienda e lavoratori - si è cercato di dare attuazione ad un programma di interventi per ridurre le difficoltà economiche e rilanciare i prodotti editoriali.

Che trattasi di una decisione sofferta ma dovuta oltre che improcrastinabile è desumibile dai dati di bilancio; dal 2015, infatti, Messaggero di Sant'Antonio Editrice ha registrato ingenti e progressive perdite: il bilancio 2017 si è chiuso con una perdita d’esercizio pari ad euro 2.725.000; le perdite di esercizio nell’ultimo quinquennio (2013-2017) ammontano a circa 10 milioni.

Messaggero dei Ragazzi n. 10 (marzo 1975), copertina di Jacovitti

La difficile situazione era stata già delineata lo scorso anno, quando ai lavoratori ed alle organizzazioni sindacali di categoria era stato fatto presente il forte calo nella vendita di prodotti editoriali, in particolare la diminuzione del 25% del numero di abbonati alla rivista nazionale Messaggero di Sant’Antonio, la diminuzione del 34% del numero di abbonati alla rivista Messaggero dei Ragazzi, la diminuzione del 14% delle vendite librarie, la contrazione nella raccolta pubblicitaria del 22%, dati purtroppo in linea con il trend negativo che contraddistingue il mercato editoriale a livello italiano.

L’azienda, pur avendo cercato di dare attuazione a tutte le iniziative a sua disposizione per evitare che le ingenti perdite potessero avere un impatto negativo sull'occupazione, non è più in grado di sostenere economicamente gli attuali costi del personale per poter proseguire la propria attività editoriale.

La Direzione si è resa disponibile a procrastinare di alcuni mesi la chiusura della redazione, in attesa dei dati di bilancio 2018, anche attraverso la proroga del contratto di solidarietà dei giornalisti, in scadenza il 14 gennaio 2019.

È ferma intenzione dell’Editore continuare comunque a salvaguardare e portare avanti il progetto evangelico e caritativo con i mezzi che lo contraddistinguono nella sua storia ultracentenaria, continuando a pubblicare le sue riviste e i libri, e così portando il messaggio del Santo in Italia e nel mondo, a grandi e piccoli.

La Direzione del Messaggero di sant’Antonio Editrice

Fonti: Messaggero Sant’Antonio Editrice | Guida al Fumetto Italiano

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