Il mercato degli anime ancora in crescita nel 2017, ma con qualche ombra
I dati relativi al mercato degli anime nel 2017 sono positivi, ma non sono tutte rose e fiori
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
La Teikoku ha basato il proprio rapporto sulla raccolta di dati effettuati nello scorso luglio su 255 aziende del settore; il 90% di queste risulta essere ubicata a Tokyo, mentre 150 sono sorte nel nuovo millennio.
Anche se la suddetta media è di 800 milioni di Yen, ottantadue compagnie hanno dichiarato un valore inferiore ai 100 milioni di Yen (circa 775.000 Euro), mentre settantadue un indice variabile tra i 100 e 300 milioni. Va detto che molti degli studi coinvolti dalla ricerca sono di dimensioni esigue: ottantasei di essi sono composti da cinque dipendenti o ancor meno, ottantatré oscillano tra i sei e i venti, e solo cinquantuno ne annoverano tra i ventuno e i cinquanta. In sintesi, il 94,5% delle 255 aziende analizzate ha meno di cento impiegati.
L'altra faccia della medaglia è la concorrenza sempre più spietata tra gli studi specializzati più piccoli, che ha ridotto il costo del lavoro e accresciuto la mole di commesse, nonostante il personale sempre più ridotto all'osso. Va inoltre riportato che quattro delle 255 società in questione sono andate in bancarotta nel 2017, mentre altre due sono state chiuse o si sono sciolte.
Trattasi del terzo peggior risultato di sempre dopo quello del 2010, in cui scomparvero otto studi, e quelli del 2009 e 2011, in cui furono sette le imprese a fallire.
Fonte: Anime News Network