Il gladiatore 2: Paul Mescal non vuole fama dal film Ridley Scott, poi sottolinea: “Noi facciamo film, non creiamo contenuti”

Paul Mescal potrebbe già considerarsi famoso, ma l’attore non è d’accordo: ecco cosa teme dopo l'uscita del Gladiatore 2

Redattrice per badtaste, illustratrice e concept artist.


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Con già una candidatura all’Oscar e una enorme fanbase grazie ai suoi ruoli in Normal People, Aftersun e Estranei (All of Us Strangers), Paul Mescal potrebbe già considerarsi famoso, ma l’attore non è d’accordo, temendo la fama che potrebbe derivare dall’essere il protagonista dell’atteso secondo capitolo di Il gladiatore, di Ridley Scott.

Non so se ci saranno differenze" ha confessato parlando con il The Times UK sulla possibilità di diventare ancora più famoso dopo che Il gladiatore 2 sarà nei cinema di tutto il mondo:

Magari sono ingenuo a pensarlo. Magari si tratterà di essere più riconosciuto dalla gente per strada? Spero non sia così, andrei davvero in crisi nel caso. Avremo la risposta il prossimo anno, credo, ma se sarà questo l’impatto che il film avrà sulla mia vita, allora sarò in una posizione scomoda. Dovrei cercare in tutti i modi di andare oltre e recitare in qualche spettacolo che nessuno vuole vedere.

L’attore ha poi continuato affrontando il tema della recitazione e di cosa voglia dire fare cinema nel 2024, dichiarandosi preoccupato per la direzione che l’industria dell’intrattenimento sta prendendo. Ha ad esempio sottolineato di essere sconcertato per il fatto che il numero di follower sui social possa essere parte determinante del processo di casting:

Per cosa lo stiamo facendo? Essere un attore non dovrebbe ridursi al numero dei follower su Instagram.

Ha poi aggiunto:

Negli ultimi anni le persone hanno definito film e serie di tv sempre dei “contenuti”. È un termine davvero schifoso. Non sono “contenuti”, è lavoro, caz*o ! Non voglio fare lo snob, ma oramai secondo me ci sono due tipi di industria che si fanno concorrenza e che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra: la prima che lavora senza mettere cura e attenzione in ciò che fa, priva di integrità artistica, che diventa matta pur di seguire i trend e accontentare i follower su Instagram, o roba simile. Dall’altra parte abbiamo, invece, ciò che c’è sempre stato fino ad ora: l'arte del fare film, la regia, la fotografia, la scenografia. Arte che tiene in vita gli artisti. Il pubblico vuole essere sfidato in sala.

Cosa ne pensate delle parole di Paul Mescal? Fatecelo sapere con un commento qui sotto oppure, se preferite, sui nostri canali social.

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