Il Codice delle polemiche?
Il New York Times pubblica un articolo dedicato al film tratto da Il Codice da Vinci. Il film con Tom Hanks uscirà l'anno prossimo, ma sta già causando polemiche...
Continuano le riprese da Il Codice da Vinci in Francia, e il New York Times dedica un articolo nella sua sezione Movies proprio al fenomeno cinematografico dell'estate (la crew del film girerà mezza Europa per effettuare le riprese).
Eppure... eppure sembra che la produzione sia molto più complicata di quanto ci si aspetterebbe. Tanto che la Sony, che sta dietro al film, ha segretato completamente la sceneggiatura, cacciato ogni estraneo dal set, si è rifiutata di discutere con i giornalisti della realizzazione del film (se non vagamente) - e chiunque abbia a che fare con la produzione ha dovuto firmare fogli su fogli.
Non si sa se lo sceneggiatore Akiva Goldsman abbia accettato o meno questi cambiamenti. Certo apporterà le correzioni suggerite da alcune esperti riguardo i segnali "scoperti" in alcune opere d'arte dall'autore - errori storici abbastanza imbarazzanti a quanto pare.
Comunque, guardando la pubblicità che la Sony sta facendo al film, sembra che la produzione si concentri soprattutto sugli aspetti thriller del libro, piuttosto che su quelli religiosi.
Insomma, a un anno dall'uscita, il film tratto da Il Codice Da Vinci si rivela già un caso controverso. Difficile che le ipotesi sul matrimonio di Gesù vengano celate: se ciò accadesse i fan del libro potrebbero ribellarsi - e se ciò NON accedesse, a ribellarsi potrebbero essere molti spettatori credenti.
E' la preoccupazione maggiore del presidente del Marketing della Sony: fare un film di intrattenimento il più vicino possibile al libro. Questi sostiene che la chiave per renderlo accettabile e "venderlo" anche a chi potrebbe considerarlo offensivo sta nel trasformarlo in uno strumento per discutere le origini della religione, magari anche mettendone in discussione le sue stesse radici. "nelle nostre società noi nasciamo con la religione dei nostri genitori", sostiene. "Questo film può servire a far pensare la gente, a far sì che non tutto sia dato per scontato". Vedremo cosa ne penserà il pubblico tra dieci mesi...