Il capo della N.A.T.O. ai distributori: adattatevi alla nuova normalità e fate uscire i film

Il capo della National Association of Theatre Owners, preoccupato per un effetto domino dopo il rinvio di Tenet, chiede ai distributori di far uscire i film

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Sono passate poche ore da quando la Warner Bros ha rinviato l'uscita di Tenet a data da definirsi (data che verrà comunicata a breve), e già arrivano le prime reazioni degli esercenti stremati dalla mancanza di film. A parlare è John Fithian, il capo della National Association of Theatre Owners, l'associazione che rappresenta i proprietari di sale cinematografiche (dalle catene agli operatori indipendenti, per un totale di 26mila cinema negli USA e in varie nazioni del mondo).

Fithian si dice deluso sulle pagine di Variety, e temendo una reazione a catena invita i distributori a far uscire i propri film abbandonando le strategie di distribuzione tradizionali:

I distributori dovrebbero rispettare le date che hanno comunicato e far uscire i film, non c'è alcuna garanzia che il mercato sia tornato alla normalità a fine anno. Finché non ci sarà un vaccino disponibile in tutto il mondo, non avremo mai il 100% del mercato disponibile. Ecco perché i film dovrebbero uscire nei mercati in cui è sicuro e legale farli uscire, parliamo di circa l'85% dei mercati negli Stati Uniti e ancora di più nel resto del mondo. Dovrebbero adattarsi a questa nuova normalità: gli studios potrebbero non fare gli stessi soldi che facevano prima, ma se non iniziano a distribuire i film si ritroveranno con un grosso buco di bilancio. Stiamo parlando di un business da 42 miliardi di dollari l'anno. La maggior parte delle aziende preferirebbe quell'85% allo 0%.

Non è ancora chiaro se il rinvio di Tenet causerà l'ennesimo effetto domino, né se farà cambiare le strategie di riapertura dei cinema americani, che negli stati in cui è possibile farlo avevano intenzione di ripartire il 31 luglio. Fithian però si lamenta di una certa disinformazione secondo cui i cinema sarebbero un covo di Covid:

Penso che parte della stampa non sia stata giusta nei nostri confronti. Prima di tutto, la sicurezza è la nostra prima preoccupazione. Abbiamo dimostrato con la scienza, stabilendo protocolli di sicurezza molto stretti, che il pubblico può tranquillamente tornare in sala. Ma parte dei media preferisce parlare con allarmismo, citando uno studio della Texas Medical Association che sostiene che i cinema sono più rischiosi dell'aereo. Non è uno studio basato sulla scienza, eppure viene citato sul New York Times o sulle televisioni nazionali. Poi parlano delle chiusure in California, dicendo che hanno chiuso i cinema, senza pensare al fatto che c'erano solo 10 cinema aperti in tutto lo stato.

[...] Decine di persone si sono ammalate andando in chiesa, in questo periodo. È un problema che dobbiamo affrontare a livello di società: come gestiremo le attività a medio rischio, come andare al cinema, andare al ristorante? La società deciderà di chiudere tutto finché non ci sarà un vaccino? Inoltre, i bar sono un'attività molto rischiosa, perché le persone possono bere troppo e far meno attenzione al distanziamento sociale e alla mascherina. Le persone nei nostri cinema mantengono il distanziamento sociale e indossano la mascherina.

Fithian dipinge infine un quadro decisamente fosco se entro le prossime settimane non cambieranno le strategie distributive e non verranno fatti uscire i primi film: i cinema (come edifici) ci saranno ancora, ma cambieranno proprietà, molti dichiareranno bancarotta, altri si riorganizzeranno, altri ancora chiuderanno definitivamente. I cinema sono un luogo sicuro, spiega il presidente NATO, ma non possono riaprire senza nuovi film.

Ma qualcosa potrebbe iniziare a smuoversi proprio grazie a Tenet. Secondo quanto riporta Deadline, gli studios stanno iniziando a rendersi conto che per molto tempo non ci sarà la possibilità di lanciare i film in tutti gli Stati Uniti, da una costa all'altra, e che attendere potrebbe costare moltissimo anche in termini di rapporti con gli esercenti internazionali (ricordiamo che in molti casi il box-office dei blockbuster dipende per più della metà dagli incassi esteri). Verosimilmente, quindi, mano a mano che certe aree degli Stati Uniti diventeranno sicure verranno proposti i nuovi film nei cinema che avranno riaperto, con la speranza che abbiano una coda molto lunga.

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