Ike Perlmutter: parole di fuoco contro la Disney dopo il licenziamento

Il miliardario Ike Perlmutter rompe il suo granitico silenzio per scagliarsi contro la Disney dopo essere stato licenziato

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È sulle pagine del Wall Street Journal che Isaac "Ike" Perlmutter affida parole di fuoco nei confronti della Disney, rea di averlo licenziato qualche giorno fa. Dichiarazioni amplificate dal fatto che raramente il miliardario, che nel 2009 vendette la Marvel alla major, rilascia dichiarazioni pubbliche (o si fa vedere).

"No ho dubbi che il mio licenziamento sia stato basato sulle grandi differenze tra il mio modo di pensare e la leadership della Disney, perché sanno che quello che interessa a me è il ritorno sugli investimenti," spiega Perlmutter, che è solo una delle 7000 persone in tutto il mondo che la compagnia lascerà a casa in questo secondo trimestre del 2023 in un quadro di tagli di 5.5 miliardi di dollari di costi. Senza dubbio, è uno dei licenziamenti di maggior profilo, e da subito è stato contestualizzato in una sorta di razionalizzazione dell'organizzazione (Marvel Entertainment è stata assorbita da altre divisioni della Disney) e anche di resa dei conti di Bob Iger, dopo che Perlmutter l'anno scorso ha appoggiato apertamente la tentata (e fallita) azione dell’investitore Nelson Peltz per ottenere un posto nel consiglio di amministrazione della Disney.

Perlmutter (noto sostenitore di Trump) afferma però che le motivazioni siano principalmente politiche: "È stata una semplice scusa per liberarsi di un dirigente di lunga data che ha osato mettere in discussione il modo di fare affari dell'azienda". La Disney è stata effettivamente coinvolta in varie polemiche politiche nell'ultimo anno, in particolare con il governatore della Florida replubbicano Ron DeSantis. Perlmutter afferma di aver dato recentemente un consiglio alla dirigenza Disney: "Non fatevi coinvolgere nella politica. Vi farete male. Non vince nessuno in questo caso." E ammette di aver anche chiamato DeSantis dicendogli "Ron, hai ragione. La Disney non ha il diritto di immischiarsi nella politica".

Tutto l'opposto di quanto fatto da Bob Iger, che giusto qualche giorno fa ha esposto chiaramente la posizione della Disney nella vicenda, affermando che la legge varata recentemente da DeSantis per farsi carico della gestione del distretto dove sorge DisneyWorld "è stata una ritorsione".

Ma sul Journal il miliardario si leva anche qualche sassolino dalla scarpa, in particolare sulla strategia cinematografica della Disney, sulla quale non era d'accordo: "Non fanno che parlare di box-office, di box-office. A me interessano i risultati finali, i profitti. Non mi interessa quanto incassa un film, quelle sono questioni di cui parlano solo le persone di Hollywood". Il concetto che esprime è che se un film incassa 800 milioni di dollari ma ne è costati 400, i profitti non saranno particolarmente alti. Vero è, però, che i film dei Marvel Studios hanno raccolto 23 miliardi di dollari in tutto il mondo, e anche grazie al merchandise, ai parchi a tema e a tutti i ricavi correlati, sono considerati uno dei franchise più redditizi di sempre, capace di generare grandissimi profitti.

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