I segreti di Denethor

In questa intervista, John Noble descrive la sua esperienza ne Il Signore degli Anelli, parlando di Tolkien, Shakespeare, le versioni estese e le possibilità che abbiamo di vedere Lo Hobbit...

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Da quello che ho letto, lei apprezza molto l’opera di Tolkien. Cosa avrebbe voluto nel film che non c’è? E per quanto riguarda il suo personaggio, quali differenze nota tra il libro e il film? Glielo chiedo perché molti appassionati trovano che il film si concentri sull’aspetto della pazzia di Denethor molto di più di quanto avvenga nel libro...

Tolkien ha dato vita ad un moderno capolavoro. La sua conoscenza accademica e la sua fervida immaginazione sicuramente gli hanno fornito i mezzi tecnici per scrivere, ma penso che sia stata la casualità della storia ad averlo collocato in un mondo che cambiava ad una velocità impressionante e che era menomato da due guerre e dalla depressione, nel quale la sua visione del mondo, rappresentata dall’Impero Britannico, stava andando in rovina, e si iniziava a mettere in ridicolo l’onnipotenza della chiesa. Un mondo dove le persone avevano demolito le basi della civiltà e si sforzavano di trovare un significato. La sua genialità è stata di creare un’allegoria di emozionante complessità , che abbracciava le tematiche delle grandi realtà universali.
La mia rappresentazione di Denethor è stata preparata con attenzione. Le ricerche su molti leader mostrano che, sotto pressione, questi possono raggiungere grandi vette o trasformarsi in mostri avidi, paranoici e irrazionali.
La narrazione cinematografica non si può permettere un resoconto approfondito per presentare i personaggi. Peter aveva bisogno di introdurre, verso la fine della trilogia, una nuova e potente forza motrice.

Riferendosi al suo personaggio, quasi tutti i critici (anch’io) hanno citato Shakespeare. Si è ispirato ai personaggi del grande drammaturgo inglese per costruire il suo Denethor? E (anche se posso immaginare la risposta, considerando che è un personaggio straordinario) perché è così affascinato da Re Lear, che cita spesso nelle sue interviste?

Shakespeare ha scritto dei drammi molto acuti. Re Lear è il mio preferito e trovo delle somiglianze tra Denethor e Lear.

Sean Astin nel suo libro parla della visione di una copia lavoro a settembre 2003. Lei l’ha vista? E’ molto simile alla versione extended o è comunque diversa, sia per durata che contenuti?

Non ho visto la copia lavoro, quindi non sono in grado di commentare.

Qual è la sua scena aggiunta che ha maggiormente apprezzato nell’extended? E quale la scena aggiunta in generale che ha preferito e che magari avrebbe voluto vedere anche al cinema? C’è altro materiale interessante che lei ha visto e che non è stato ancora presentato neanche nelle versioni extended?

Penso che nella versione estesa si possa conoscere meglio il dolore di Denethor e la sua visione ingannevole della Terra di Mezzo. E’ un uomo che dice “datemi la bomba atomica e non la utilizzerò... a meno di non essere costretto a farlo”.
E’ molto informato politicamente, anche se pessimista. Dice a Gandalf che “è sorto un potere ad Est contro il quale non si può vincere”. E’ stranamente profetico. L’ampliamento della parte di Faramir nella versione estesa serve anche per dare maggiore luce al personaggio di Denethor.
La mia scena preferita nell’extended è quella tra Faramir e Denethor, in cui quest’ultimo ha una visione di Boromir. E’ stata una scena molto impegnativa da realizzare, ma anche ricca di soddisfazioni. C’è molto girato che non è stato presentato in nessuna delle due versioni, ma penso che nella extended ci sia tutto il materiale veramente buono.

In un’intervista lei diceva che i ragazzini probabilmente pensano che il suo personaggio sia una merda, mentre gli adulti saranno più colpiti dal suo dramma e meno critici. Non pensa che uno dei grandi meriti di questa trilogia sia anche il fatto di avere diversi piani di lettura e che i ragazzini di oggi, rivedendo il film tra vent’anni, proveranno delle emozioni molto diverse?

Penso che il mio commento sulle interpretazioni diverse sia valido per tutte le storie importanti. Molti, per esempio, pensavano che Riccardo III o Hannibal Lector fossero dei mostri, ma un’analisi più approfondita ci permette una visione migliore sulla condizione umana e una certa comprensione delle ragioni che li hanno spinti nelle loro azioni. Denethor era un brav’uomo, che purtroppo non è riuscito ad adattarsi alle circostanze e conseguentemente è sprofondato nella pazzia. Possiamo incolpare l’Anello, l’orgoglio, la paura o la debolezza del personaggio. Non è una storia del tutto insolita. Penso che tutti abbiamo una piccola parte di Sauron e una piccola parte di Aragorn in noi. Per fortuna, possiamo trovare anche un po’ di Frodo e Sam.

Si parla di un film sulla prima guerra mondiale per Peter Jackson dopo King Kong. Lei ne sa qualcosa? E’ stato contattato per far parte di qualcuno dei suoi prossimi progetti? Cosa pensa che succederà con l’adattamento de Lo Hobbit? (Questa domanda è stata posta un mese fa, quando non si sapeva nulla di Lovely Bones, N.d.R.)

Non ho notizie dei piani di Peter dopo King Kong. Magari Lo Hobbit si farà , ma penso che ci siano dei problemi legali. Ho sentito dire che Peter potrebbe essere il produttore ma non il regista nel caso questo avvenga, ma potrebbe trattarsi di una voce infondata.

Come è stato lavorare con Peter Bogdanovich in The Mistery of Natalie Wood?

Ho amato molto lavorare con Peter Bogdanovich. E’ stato un grande privilegio avere la possibilità di comunicare con una leggendaria icona del cinema così intelligente.

Come è stata l’esperienza in One Night with the King?

One Night with the King è stata un’esperienza veramente speciale per tutti. L’India è un posto magico e molte amicizie importanti sono nate in quest’occasione.

A parte questi, quali sono i film a cui lavorerà in futuro? E quali sono i registi con cui vorrebbe lavorare?

Sono in fase di trattative su alcuni progetti molto eccitanti. Non c’è nulla di sicuro, quindi non posso dire di più al momento. I registi? Li amo tutti.

Un ringraziamento particolare a Daniela Catelli che ha reso possibile questa intervista

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