I racconti di Life Zero: seconda parte

Vi presentiamo i racconti di Life Zero, brevi estratti in prosa del progetto Panini Comics realizzato da Stefano Vietti e Marco Checchetto

Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.


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Life Zero è il nuovo progetto tutto italiano di Panini Comics. Presentato alla scorsa Lucca Comics, esordirà a ottobre 2015 e sarà scritto da Stefano Vietti (Dragonero) per i disegni di Marco Checchetto (Avengers World) e i colori di Andres Mossa.

La storia sarà suddivisa in 3 albi a colori, in formato comic-book da 48 pagine (40 di fumetto, più contenuti extra). Presenterà atmosfere cruente e situazioni estreme; il contesto sarà quello di un mondo infestato dagli zombie, ma questa ambientazione farà da sfondo a un racconto incentrato sulle vicende personali dei protagonisti.

Sulla pagina Facebook ufficiale del progetto, sin dalla sua apertura, il 6 novembre scorso, sono stati pubblicati alcuni racconti brevi in prosa. Abbiamo appreso che questi, uniti, andranno a formare l'incipit di Life Zero.

Dopo avervi presentato il primo nella giornata di ieri, oggi proseguiamo con la seconda parte.

Un rumore.

Laura si girò di scatto e mettendo a fuoco la vista, attraverso i fiocchi di neve, scorse una figura indistinta che avanzava lenta, senza sapere dove andare. Uno di loro.
Laura tornò a guardare la chiesa. E la tavola di legno. E il portale semi aperto. E guardò oltre di esso, dentro il buio dell’entrata e d’un tratto prese coscienza di ciò che era davvero: l’ingresso di una tana.

Leggendo la frase aveva sperato, per un breve istante, che ci fosse qualcuno vivo nella chiesa, qualcuno che aveva avuto l’idea di strappare un’asse di legno e scriverci sopra delle parole in latino, qualcuno a cui magari poter chiedere aiuto, ma ora quella speranza se n’era andata al diavolo. Una tana… rabbrividì. Poi si girò di nuovo verso la figura nel vicolo che continuava ad avanzare, un passo malfermo dopo l’altro, e sfilò nervosamente la calibro nove automatica dalla cintura.

La figura era una giovane donna. Una segretaria, forse, o la commessa di un vicino negozio, a giudicare dal tailleur nero che indossava. Non aveva più le scarpe e le gambe erano una ragnatela di collant a brandelli ed escoriazioni. Laura decise di chiamarla Christine, come tutte le altre simili a lei che aveva incontrato. Quella era la Christine numero tre, giusto per tenere i conti.

Life Zero

Fonte: Life Zero

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