I fondatori della Aardman trasferiscono la proprietà dello studio d'animazione agli impiegati

I fondatori della Aardman hanno ceduto il 75% dell'azienda agli impiegati per impedire una futura vendita a una major

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Peter Lord e David Sproxton, co-fondatori dello studio d'animazione Aardman Animations, hanno deciso di dare una quota di maggioranza ai 140 impiegati della compagnia. Obiettivo della vendita di questa quota è quello di assicurare che lo studio rimanga indipendente anche quando i due andranno in pensione, mantenendo l'approccio creativo che lo ha distinto in questi 42 anni di attività.

Commentando la decisione sul The Guardian, Sproxton spiega:

In un'epoca di incertezza, ci piace dare un senso di sicurezza al nostro staff: vogliamo che sappiano che il loro lavoro sarà al sicuro finché tireranno fuori buone idee. Se avessimo venduto la Aardman a una major sarebbe diventata un semplice asset nel bilancio, da inserire nelle compravendite. In questo modo impediremo che si possa decidere, per esempio, di realizzare i nostri film in CGI a Singapore.

La Aardman, specializzata in particolare nella tecnica stop-motion denominata claymation, ha base a Bristol, UK, e nel corso di oltre 40 anni di attività è stata nominata a svariati premi in tutto il mondo, ottenendo l'Oscar nel 2006 per il miglior film d'animazione per Wallace & Gromit - la Maledizione del Coniglio Mannaro.

La maggioranza delle azioni della Aardman, il 75% secondo il Guardian, sarà trasferita in un fondo che verrà intestato agli impiegati (che possono salire a 300 durante la produzione di lungometraggi: attualmente è in lavorazione Farmageddon: a Shaun the Sheep Movie, che verrà seguito da Galline in Fuga 2). Lord e Sproxton faranno parte di un nuovo board che includerà anche il regista Nick Park, vincitore di quattro premi Oscar che lavora con la Aardman da 30 anni, Carla Shelley, Heather Wright, Kerry Lock, Paula Newport, Sarah Cox, Sean Clarke. Parlando all'Hollywood Reporter, i due aggiungono:

Abbiamo passato così tanto tempo a costruire questa compagnia, legandoci indissolubilmente a essa. Non è lavoro, è tutto: è una dichiarazione al mondo. Lo abbiamo fatto per così tanto tempo che l'ultima cosa che vorremmo fare è vendere a un'azienda esterna.

Nel corso degli anni la Aardman non ha ricevuto molte offerte di acquisizione, anche se Sproxton rivela:

Katzenberg una volta ci disse: "Ma perché non ci vendete semplicemente l'azienda?" e noi pensammo: "Ma perché mai dovremmo!"

I due confermano comunque di non avere ancora intenzione di andare in pensione, anche se Sproxton è alla ricerca di un nuovo managing director che lo rimpiazzi, in modo da poter continuare a essere coinvolto nell'azienda come consulente e concentrarsi di più sulla regia e la produzione.

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