The Hurt Locker contro i pirati

I produttori del film premio Oscar vogliono chiedere i danni a chi ha scaricato la pellicola. Il rischio? Accuse anche per persone innocenti e una pubblicità negativa al film...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

E' strano che tanti artisti e società commettano sempre gli stessi errori. Uno di questi è denunciare le persone che scaricano film e musica da Internet, in particolare quando riguardano la propria opera. In teoria, dovrebbe essere un modo per difendere il proprio lavoro e dare una 'lezione', nella pratica offre sempre risultati sconfortanti. Anche perché è il metodo a essere sbagliato.

Attualmente, sta succedendo qualcosa del genere con The Hurt Locker. Nonostante il successo ottenuto agli Oscar, i produttori sembrano non essere soddisfatti dei risultati al botteghino (magari anche a ragione, ma non è certo colpa della pirateria) e quindi sono pronti a passare all'offensiva. Per farlo, utilizzeranno i servizi della società US Copyright Group, che come rivela Techdirt ha intenzione di copiare la strategia di ACS:Law e Davenport Lyons in Inghilterra, che hanno inviato migliaia di lettere con offerte (o, forse è meglio dire, minacce) in cui chiedevano un risarcimento per non andare in tribunale.

Ecco il primo problema. Si tratta di una pratica che confina con la truffa e le intimidazioni criminali e per questo ha portato a critiche da parte di diversi politici, mentre degli avvocati hanno ricevuto sanzioni per il loro comportamento. Peraltro, è importante ricordare come non ci sia assolutamente la certezza che una persona accusata di aver scaricato l'opera in questione lo abbia effettivamente fatto. In questo senso, gli errori sono stati molti e a queste condizioni è difficile parlare di lotta genuina contro la criminalità.

L'altra questione in ballo, forse anche più importante, è il contraccolpo d'immagine. Chi ha provato a fare polemiche contro le persone che scaricano (come Lily Allen) o addirittura è passato alle vie legali (i Metallica) hanno dovuto fronteggiare critiche feroci, che poi magari (come nel caso della storica band metal) li hanno convinti a una brusca retromarcia. D'altronde, è difficile pensare che l'operazione possa portare tanti soldi in cassa, se non per la società che se ne occupa. Così, è intelligente per un produttore partecipare a un'iniziativa del genere, che al massimo frutterà alle persone coinvolte qualche centinaio di migliaia di euro, cifre che per una pellicola sono bruscolini?

Io, per fortuna, posso dire con tranquillità di non averlo scaricato...

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