Homeland 3: Damian Lewis spiega l'assenza di Brody nei primi due episodi
L'attore racconta l'evoluzione del personaggio di Brody e rivela che la terza stagione sarà ancora più intensa rispetto alle precedenti
Damian Lewis ha rilasciato una lunga intervista all'Huffington Post in cui racconta quale sarà la situazione del suo personaggio quando riapparirà nei nuovi episodi.
L'attore ha spiegato il motivo per cui Brody non apparirà nelle prime due puntate:
“E' in fuga. E' un uomo del mistero a livello internazionale. Bisogna ricordarsi questo fatto. Sta scappando. Arriveremo a Brody e quando accadrà sarà devastante”.
“La logica conclusione è che un uomo possa essere avvelenato e intossicato come conseguenza di un'esperienza di guerra, e possa infettare chi gli sta intorno. E' quello che vedremo in questa stagione da parte di Brody”, ha sostenuto il suo interprete.
“Brody sembra sopravvivere e molte persone intorno a lui muoiono. Ha quasi delle caratteristiche in comune con uno scarafaggio. Se esplodesse una bomba atomica, Brody potrebbe apparire da sotto le macerie”.
Nonostante la sua assenza, nei primi due episodi si sentirà molto parlare di Brody e Carrie (Claire Danes) sarà fermamente convinta che lui non abbia nulla a che fare con la bomba esplosa alla CIA, anche se non si capirà subito se sia influenzata dai suoi sentimenti per lui.
Lewis ha ripercorso l'evoluzione del suo personaggio e della trama che ha creato le premesse per il legame esistente tra Brody e Carrie che verrà messo alla prova nella terza stagione:
“E' un uomo così danneggiato dalla sua esperienza, dagli ultimi otto anni della sua vita. Dal momento in cui è stato brutalmente torturato, fisicamente e psicologicamente da Abu Nazir, alla sua conversione all'Islam, fino al suo ritorno e al suo stress post traumatico e i tentativi di integrarsi nuovamente con la sua famiglia, l'innamorarsi di una donna che lo capisce meglio di quella con cui ha trascorso la maggior parte della sua vita, e ai suoi dubbi su una specie di azione motivata dalla vendetta personale contro la sua stessa nazione...E' un uomo molto in conflitto e incasinato. Penso che nella terza stagione si vedrà che è troppo per lui. Ecco perché affermo che lo si troverà in una situazione poco salutare. Ma nella terza stagione si vedrà anche un certo recupero e alcuni atti di penitenza. Non posso dire in cosa consisteranno, ma lo si vedrà in qualche modo ritornare nuovamente forte...”.
Damian Lewis ha dichiarato che una delle sue speranze è quella di vedere Brody finalmente felice, a prescindere dalla direzione scelta per il suo futuro, dopo essere stato usato dagli altri senza riuscire a resistere e dovendo preoccuparsi di stabilire un legame con la figlia e affrontare i sentimenti per Carrie.
L'attore ha poi approfondito l'importanza della storia di Dana che è stata spiata, fissata, presa in giro e vittima dei bulli a causa del suo cognome. Nonostante tutto Dana ha sempre difeso il padre, ma è chiaro che l'uomo le abbia sempre mentito, l'abbia tradita e non sia mai stato onesto con lei. Un aspetto che nella seconda stagione ha portato in superficie il narcisismo e l'immaturità di Brody.
Damian ha inoltre confessato di aver letto qualche commento e critica alla seconda stagione e ne ha capito le ragioni, anche se considera gli episodi all'altezza della serie nonostante la trama possa essere sembrata meno realistica.
I fan di Homeland possono però aspettarsi una stagione più ricca d'azione, dark e dalle tematiche maggiormente mature rispetto alle due precedenti. Damian ha rivelato che i primi due episodi si addentreranno nella mente dei personaggi, non solo di Carrie. La storia inizierà in un ospedale psichiatrico e sarà caratterizzata da un'atmosfera più cupa e priva di perdono. L'attore ha anticipato che si tornerà a vivere un thriller pieno di cospirazioni, paranoia e missioni poco chiare da parte degli agenti segreti. “Ero molto felice quando ho letto i primi due episodi”, ha concluso Lewis.
Fonte: Huffington Post