Harvey Weinstein: per George Clooney "è indifendibile”, molte le star contro il produttore
Una parte importante dello star system hollywoodiano sta prendendo posizione circa le accuse rivolte negli ultimi giorni contro Harvey Weinstein
Al di là dell'aspetto di cronaca della vicenda - che, lo ricordiamo, non coinvolge ancora le aule dei tribunali - è bene tenere a mente che la presa di posizione di molti nomi di punta di Hollywood potrebbe (il condizionale è ancora d'obbligo) avere un peso sulla capacità di una realtà come la Weinstein Company - dalla quale Harvey Weinstein è stato appena licenziato - di attrarre talenti, porre in essere collaborazioni future con altre realtà produttive o accedere a potenziali finanziamenti da parte di privati.
Ho trovato disturbanti le notizie sul comportamento di Harvey Weinstein. Personalmente, ho lavorato con Harvey cinque anni fa e non ho subito alcuna forma di molestia né ho mai saputo nulla di queste accuse. Trovo che questa tipologia di abusi sia comunque del tutto intollerabile, e il mio cuore è con tutte le donne che hanno dovuto subire un comportamento simile. Vorrei ringraziarle di persona per il coraggio che hanno avuto nel parlarne apertamente.
Tuttavia, a differenza di quanto raccontato da Jennifer Lawrence, c'è chi invece ha dichiarato di aver sempre saputo del presunto comportamento scorretto di Weinstein. Pesantissimo il commento di Jessica Chastain, che ha twittato di essere stata “avvisata fin dall’inizio”:
Ero stata avvisata fin dall’inizio. Queste storie giravano ovunque. Negare che sia accaduto significa creare le condizioni affinché accada di nuovo.
I was warned from the beginning. The stories were everywhere. To deny that is to create an enviornment for it to happen again.
— Jessica Chastain (@jes_chastain) 9 ottobre 2017
Molto netta la presa di posizione di George Clooney, che ha definito "indifendibile" il presunto comportamento che viene contestato a Weinstein:
Avevo sentito delle semplici voci, negli anni 90, riguardanti alcune attrici che erano state con Harvey per avere un ruolo. Ma la parte nella quale apprendiamo che otto donne sono state pagate [per non sporgere denuncia, ndr]... In quel caso siamo su un piano del tutto diverso e non c’è alcun modo di venirne fuori bene. Non c’è niente da dire se non che è un comportamento indifendibile.
Netta anche la posizione di Jeff Bridges:
Dovrà affrontare i propri demoni adesso. Gli auguro buona fortuna, dovrà affrontare tutto questo.
Kevin Smith, dal canto suo, ha dichiarato di “provare vergogna” circa il fatto che Harvey Weinstein abbia finanziato alcuni suoi film:
Ha finanziato i primi 14 anni della mia carriera e ora so che, mentre io facevo profitti, c'era chi stava provando una grande sofferenza. Tutto questo mi fa provare una gran vergogna.
He financed the first 14 years of my career - and now I know while I was profiting, others were in terrible pain. It makes me feel ashamed. https://t.co/T0hInW7EqJ
— KevinSmith (@ThatKevinSmith) 9 ottobre 2017
Il New York Times, lo ricordiamo, sostiene che Weinstein abbia raggiunto, in passato, almeno otto diversi accordi affinché non si procedesse nei suoi confronti con accuse formali di molestie sessuali. Tra coloro che accusano il produttore, anche le attrici Ashley Judd e Rose McGowan. Quest’ultima, inoltre, sostiene di aver già raggiunto, in passato, un accordo per 100.000 dollari a seguito di un incidente dovuto alla condotta di Weinstein mentre l’attrice era impegnata nei lavori di Scream.
L’avvocato Lisa Bloom, che in passato ha assistito Weinstein, ha annunciato sabato le proprie dimissioni dal ruolo di consigliere legale del produttore e non ha diffuso alcuna dichiarazione circa il proprio passo indietro. Charles Harder, altro legale che rappresenta Weinstein, ha invece dichiarato che le accuse diffuse dal New York Times sono “intrise di falsità e di dichiarazioni di carattere diffamatorio”, spiegando di voler fare causa al giornale. Il New York Times, dal canto suo, continua a difendere il proprio report.
Harvey Weinstein, come vi abbiamo già riportato, non fa più parte della Weinstein Company. La compagnia, dopo aver licenziato il produttore, è attualmente in silenzio, probabilmente intenta a capire come far fronte al forte danno di immagine e alle probabili ripercussioni commerciali del caso. Qualora dovessero emergere novità o eventuali svolte in merito a ulteriori ripercussioni del caso nell’assetto della Weinstein Company, nelle relazioni di questa con altre compagnie o in eventuali progetti in corso d’opera, vi terremo aggiornati.
Fonti: Variety (1), (2), (3), (4), Hollywood Reporter, The Daily Beasts