Harry Potter e il cristianesimo

 JK Rowling  parla del ruolo della religione nei libri di Harry Potter, osando più di quanto non avrebbe fatto prima della pubblicazione dei Doni della Morte (grossi SPOILER in tutto l'articolo).

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Fonte: MTV.com

Dopo un silenzio totale durato più di 10 anni, JK Rowling rilascia finalmente informazioni più dettagliate e personali sulle numerose tematiche che sono state chiamate in causa nel corso della serie, in primo luogo quella religiosa. "I parallelismi religiosi mi sono sempre sembrati ovvi" esordisce durante l'ultima intervista del suo Open Book Tour, lunedì scorso. "Non ho mai voluto parlarne esplicitamente per il semplice fatto che avrei rivelato troppe cose sulla direzione che la trama avrebbe preso." Proprio a questo proposito, è ormai un dato di fatto, specialmente considerando l'ultimo libro della serie, che l'avventura di Harry possa essere assimilata ad un viaggio di sconfitta e resurrezione dopo la morte, con riferimenti alla religione cristiana più forti e numerosi di quanto ci si potrebbe all'apparenza aspettare. Se la Rowling era preoccupata di soddisfare eccessivamente la curiosità dei suoi lettori prima della pubblicazione del volume finale, di sicuro non ha celato molto quando Harry, nel capitolo 16 dei Doni della Morte intitolato "Godric's Hollow", visita la tomba dei suoi genitori e vi legge (inciso sulla lapide) l'epitaffio "L'ultimo nemico a essere distrutto sarà la morte", o quando sulla tomba della famiglia di Silente è inscritto "Perché là dov'è il tuo tesoro, ci sarà pure il tuo cuore."

La Rowling ha dichiarato che "Hogwarts è una scuola aperta a tutte le religioni" anche se, d'altro canto, queste due ultime citazioni sono senza ombra di dubbio cristiane. La prima è tratta da I Corinti 15,26 e la seconda è addirittura un riferimento diretto a Gesù in Marco 6,21. Come Hermione afferma poco dopo il passaggio sopracitato, il messaggio dei suoi genitori vuole significare "vivere al di là della morte. Vivere oltre la morte," concezione che sta alla base della teologia della resurrezione.

"Sono libri decisamente Inglesi, quindi molto pragmaticamente Harry avrebbe senza dubbio ritrovato citazioni bibliche sulle lapidi" ha aggiunto la Rowling. "Ma personalmente trovo che quelle due citazioni in particolare che legge nel cimitero di Godric's Hollow riassumano - quasi incarnino [l'essenza del]l'intera serie."

Nella sua ricerca dei tre Doni della Morte, Harry infatti diventa "Master of Death", padrone e signore della morte, ed è in grado di riportare indietro gli spiriti dei suoi genitori, del suo padrino Sirius Black e del suo insegnante Remus Lupin, seppur per brevissimo tempo. E' la conclusione che l'autrice pone a un viaggio durato per tre libri e imperniato su domande esistenziali il cui tema è la morte e la vita dopo di essa, viaggio che pone la sua origine con la morte di Sirius nella battaglia finale al Ministero della Magia, in Harry Potter e l'Ordine della Fenice.

Lo stesso ultimo volume, Harry Potter e i Doni della Morte, ha inizio con due epigrafi dal tema religioso, una tratta dalle Coefore di Eschilo, e dunque di origine pagana, l'altra invece presa dal libro More Fruits of Solitude di William Penn, di evidente tradizione cristiana.

"E' stato un piacere per me scegliere quelle due citazioni," ha affermato la Rowling a proposito del loro inserimento all'inizio del settimo libro. "Sapevo che ci sarebbero stati quei due passaggi sin da quando la Camera dei Segreti fu pubblicata. Sapevo che se fossero stati messi all'inizio del settimo libro avrebbero concluso perfettamente la serie."

E mentre il libro ha inizio con una proclamazione dell'immortalità dell'anima - sebbene Harry trovi pace accettando la sua stessa morte come conclusione del suo viaggio - è proprio su questa tematica che vertono le riflessioni dell'autrice, in una lotta perpetua. "E' qualcosa con cui lotto parecchio," ha rivelato. "Se mi chiedeste in un momento a caso se io creda nella vita dopo la morte, penso che, se poneste questa domanda più volte durante la settimana, alla fine ne risulterebbe che sì - credo nella vita dopo la morte. [Ma] è qualcosa su cui rifletto molto. E' qualcosa che mi preoccupa, e penso che questo fattore emerga all'interno dei libri."

Il fatto che Harry Potter abbia a che fare ampiamente con tali temi è - a detta della stessa autrice - in qualche modo ironico, considerando che numerosi leader cristiani hanno denunciato la serie per aver in qualche modo reso la stregoneria affascinante. Quando era ancora conosciuto semplicemente come cardinale Joseph Ratzinger, il Papa stesso aveva condannato i libri, scrivendo che le loro "subdole seduzioni, che agiscono inosservate [...] distorcono profondamente la Cristianità nell'anima prima ancora che essa possa crescere correttamente."

Dal canto suo, la Rowling si è detta orgogliosa di essere nella lista dei libri proibiti, mentre per quanto riguarda le lamentele di alcuni fedeli cristiani... Non li prende certo come il Vangelo. "Io stessa vado in chiesa," ha dichiarato. "Non mi assumo alcuna responsabilità per le distorsioni operate dalle frange estremiste della mia religione."

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