Guns Akimbo: cari, adorabili, birichini nerdacci | BadBuster Video
Quando scegli un film solo perché hai voglia di vedere qualcuno che fa del male ad un troll commentatore: Guns Akimbo
Per diverso tempo ho evitato il film perché veramente mi sembrava la classica idea che il regista stesso racconta esaltato invitandoti con lo sguardo ad esaltarti anche te: “Eh?! Pistole inchiodate sulle mani!! Eh?! Dimmi che non è pazzesco!?!”. No non lo è. O almeno non in sé. Insomma solitamente diffido di tutto quest’entusiasmo per un concept nemmeno troppo originale (ci arriviamo), solamente che il buon Bedeschi ha partorito una rubrica apposita e allora mi sono detto che era venuto il suo momento.
Pronti, via. Daniel Radcliffe è un nerd (e già è plausibile), un programmatore di videogiochi che per svago fa il troll online, si mette sul divano la sera, si stappa le birre e comincia a generare flame, manda in vacca discussioni, provoca, fa arrabbiare la gente per il proprio divertimento e fa lo spaccone con un’identità fittizia. Un giorno però va a fare lo scemo sulla chat di Skizm un gioco mortale che viene mandato live online, gente che ha come missione di uccidere altra gente e tutti guardano. Dopo una notte di insulti e trollaggio agli amanti della violenza che guardano Skizm, si risveglia con le pistole inchiodate alle mani. I fondatori del gioco (che paiono usciti da una band punk della periferia di Copenhagen nel 1978) l’hanno rintracciato con i loro hacker (sorvoliamo su questo…) e l’hanno coinvolto nel gioco mortale, perché gli aveva veramente frantumato le scatole con i commenti.
Stop un attimo.
Mi perdonerete spero se dopo più di un decennio online ad avere a che fare con i troll, con gli insulti, con la moderazione (non la faccio sempre io, per fortuna, anzi diciamo proprio che vengo tenuto lontano come quando gli amici ti allontanano da una rissa e tu ancora ti agiti), con i caporedattori (ciao Andrea!!) che si arrabbiano quando rispondi troppo brusco a gente da prendere a pizze e infinite riunioni con testate diverse per capire come eliminare i troll, come marginalizzarli e mondare le sezioni commenti (un paio di volte ce l’abbiamo anche fatta ma questa è un’altra storia, molto più cruda e violenta), ho avuto un moto di soddisfazione nel vedere un troll a cui inchiodano le mani e magari muore anche (nella finzione eh, s’intende).
Riprendiamo.
Insomma il concept è praticamente Crank, solo peggio, senza tutto il fare estremo di Neveldine & Taylor (quanto mi mancano Neveldine & Taylor? Non si sa, non si può misurare. Che fine hanno fatto? - pausa imdb - praticamente Neveldine sì è ritirato e Taylor fa tv, che amarezza) e soprattutto senza la tigna di Jason Statham. Il protagonista infatti qui è un programmatore che non vuole combattere, ha paura, non vuole sparare e invece è braccato dalla campionessa di Skizm, una violentissima ragazza sexy-efferata. Lui è l’uomo che ha paura di combattere, lei la ragazza dura: gender swap approved.
Insomma lo spirito è questo: un film d’azione in cui un protagonista riluttante è invece coinvolto e alla fine proprio questo suo atteggiamento più sentimentale e tenero sarà quello che farà la differenza. Certo tutto è raccontato sia con una buona dose di divertimento (che divertimento le scene in cui deve mangiare ma ha le mani inchiodate alle pistole) e ironia (perché se si prendevano sul serio…) e con tantissimo splatter.
Che in teoria ci potrebbe stare se non fosse che è tutto un fastidiosissimo darsi di gomito per qualcosa di davvero non così originale. Solo 4 anni fa usciva Nerve (con Dave "Beppe Fiorello" Franco) che praticamente è la stessa storia senza le pistole inchiodate ma con più romanticismo. La battaglia violentissima trasmessa, il voyeurismo della gente, Hunger Games fatto con meno ambizioni e budget...
E dire che il film precedente di Jason Lei Howden (che Guns Akimbo l’ha scritto e diretto, quindi non si scappa, è lui il responsabile) non era male. Deathgasm era comunque una cosa diretta ad una piccola cerchia, gli appassionati di metal, ma sapeva parlare un po’ a tutti, era divertente e ben fatto. Insomma il suo presupposto assurdo lo trattava bene. Guns Akimbo è la degenerazione, la pretesa di rappresentare l’odissea d’azione di un nerd che l’azione la immagina soltanto. Se pensate per un secondo che è la stessa parabola umana di Una vita al massimo (solo con i videogiochi al posto dei film) viene da ridere. Ma anche a prenderlo in un’altra maniera, come un B movie tutto sangue e azione, allora gioca nel campionato di Crank (come già detto) e anche lì risate a profusione.
Il problema vero di Guns Akimbo è che esaurito il piacere che viene dal fatto che un troll dell’internet viene torturato, rimane un film con scene d’azione non eccezionali, solo esagerate, con un fare fumettoso senza i veri pregi dei fumetti al cinema e con un tasso di indulgenza per il proprio protagonista e la categoria cui appartiene (quei cari, adorabili, sentimentali, teneri, pavidi ma sotto sotto carismatici nerdacci) insostenibile.