Google compra YouTube!

Se ne parlava da qualche giorno, poi oggi la conferma: il colosso Google ha acquistato YouTube, l'archivio video più grande del mondo – uno dei siti di maggior successo della storia, il cui valore stimato supera il miliardo di dollari...

Mi occupo di Badtaste dal 2004 con l'aiuto di un grande team.


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Fonti: varie

Broadcast Yourself

Trasmetti te stesso. E' con questa tagline che YouTube, uno dei fenomeni di massa più interessanti della rete (almeno per quanto riguarda gli ultimi anni, assieme a Flickr, il fotoblog appoggiato su Yahoo che molto ha in comune col Tubo), venne lanciato nel febbraio del 2005.
Da allora il sito è cresciuto a dismisura, diffondendosi a macchia d'olio: in meno di due anni praticamente tutti noi siamo finiti su qualche video hotlinkato da YouTube. Fondatori del sito sono tre ex-dipendenti di Paypal, che basandosi sulla tecnologia video di Macromedia Flash hanno deciso di permettere a chiunque di mettere online filmati (anche, e soprattutto, autoprodotti) della durata massima di dieci minuti. Una regola base, ma spesso ignorata dagli utenti, è quella di non violare il copyright.

Il motivo del successo praticamente immediato di tale formula è molto semplice: tutto il processo è assolutamente gratuito, la facilità di upload è garantita, e soprattutto i video possono essere hotlinkati - cosa che facciamo molto spesso anche noi se dobbiamo segnalarvi un trailer (trovate la nostra pagina YouTube qui). In questo modo il sito è passato dai 2.8 milioni di lettori di un anno fa ai ben 72 milioni di lettori attuali, grazie anche alla diffusione della banda larga (ma a mio parere proprio YouTube ha contribuito a diffondere la banda larga e larghissima allettando i produttori). Pur non avendo introiti diretti dagli utenti, YouTube ha subito allettato case discografiche e cinematografiche, diventando presto il trampolino di lancio di video musicali e trailer, tanto che il valore stimato per il sito qualche mese fa è decollato a oltre un miliardo di dollari: una scommessa vinta per i tre fondatori – dalle stalle alle stelle.

Il successo di YouTube: 72 milioni di utenti ad agosto 2006

E così il sito è finito nelle mire del colosso Google. Non mi si venga a dire che la New Economy è stato un flop: bolla speculativa a parte, al momento la rete è uno dei mercati più importanti, e proprio i siti più importanti della rete all'epoca della Bolla attualmente sono più potenti di prima (Google compreso). Un esempio su tutti la fusione tra Disney e Pixar qualche mese fa, dietro la quale si celava l'accordo secondo il quale il fondatore della Pixar Steve Jobs sarebbe diventato maggior azionista della Disney. Jobs è più noto per essere il fondatore della Apple Computers, quella dell'Ipod e del Mac per intenderci. In pratica Itunes si è comprato la Disney, e quest'ultima a breve distribuirà i propri film tramite il programmino della Apple, rendendoli visibili sull'Ipod.

Tornando a YouTube, il motore di ricerca più usato dalla rete, ovvero Google, una multinazionale da oltre 8,000 impiegati, ha acquistato oggi il sito per un miliardo e 200 milioni di euro. Una barcata di soldi, se si pensa che il Tubo ha una sessantina di impiegati (raddoppiati da maggio) e fino a qualche tempo fa veniva gestito in uno scantinato (giusto ieri la sede si è spostata a San Francisco, in "uffici più grandi, meno infestati da topi", come si legge sul blog della società).

Questa acquisizione è da un lato preoccupante, dall'altra esaltante (almeno per il mercato). Secondo gli analisti, Google – che aveva inizialmente creato google video, un portale antagonista di YouTube ma di scarso successo – ora punterebbe a lanciarsi nel campo della pubblicità video, dove Yahoo.com ha molto più successo. Ma sono gli stessi analisti a consigliare a Google di andarci piano, perché con questo acquisto potrebbe rischiare cause legali (anche se YouTube ha assicurato che la società rimarrà assolutamente indipendente). E come al solito potrebbe entrare in gioco l'anti-trust, organismo di controllo che negli Stati Uniti ha, diciamo, molto da fare: vedi le migliaia di cause legali in ballo con la Microsoft di Bill Gates – che tra le acquisizioni di Apple e il successo di Google si starà senz'altro mangiando le mani ripensando a quando perse l'occasione di "controllare internet", anni e anni orsono.

Dicevamo che da un lato la cosa è preoccupante, per motivi di anti-trust eccetera, ma da un altro è esaltante. Quello che sta succedendo negli ultimi mesi a livello di audiovisivi online è un sogno che si sta avverando: la diffusione di audiovisivi in maniera pressoché gratuita, globale, secondo le dinamiche proprie di internet. YouTube non è una televisione, anzi è l'esatto opposto. La televisione è un flusso sintagmatico continuo, l'unica possibilità per l'utente è di cambiare canale e ritrovarsi in un altro flusso. Con YouTube si può invece controllare questo flusso, decidere cosa vedere e quando vederlo, reperire tutto e subito.
L'acquisizione di Google amplierà le potenzialità del sito, anche perché esso avrà una disponibilità di memoria pressoché infinita (i server della sede centrale di Google sono sconfinati). La notizia sta facendo il giro del mondo, e ciò significa che la banda larga e larghissima non solo è una realtà (anche se non ancora diffusissima), ma soprattutto è un obiettivo.

Il passo finale sarà forse la connessione globale tramite dispositivi portatili (un ipod con connessione wireless?) senza necessità di memorie fisse? Potrebbe esserlo – senz'altro è il sogno di tutte le multinazionali in rete.

In ultima analisi, cosa interessa a noi che parliamo di cinema una tale notizia? Moltissimo, visto che il futuro dell'Home Enterteinment sarà proprio quello: la possibilità di vedere film direttamente da un sito, magari su un dispositivo portatile mentre si viaggia in treno. Oppure la possibilità di mostrare al mondo un proprio cortometraggio, senza restrizioni e problemi di distribuzione e visibilità. Il mondo dell'audiovisivo cambierà, e le case di produzione se ne stanno rendendo conto – all'episodio Disney-Apple va affiancato quello della Warner che venderà i propri film d'archivio (a prezzi assurdi) tramite la tecnologia torrent su BitTorrent.

Il primo passo, come già detto, lo ha fatto Apple con Itunes Movies, subito seguita dall'Amazon Unbox. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi: come sempre in campo economico (soprattutto quando si scontra con la libertà di internet) il futuro potrà essere roseo come anche plumbeo...

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