GoldenEye, Famke Janssen parla degli svantaggi dell'essere stata una Bond Girl
L'ex modella olandese Famke Janssen parla del conflittuale rapporto avuto con la stampa dopo l'esperienza in GoldenEye...
Nel 1995, quando 007 - GoldenEye arrivava nelle sale, abbiamo assistito, da una parte, al rilancio della popolare saga col primo film interpretato da Pierce Brosnan e, dall'altro, al debutto dell'allora trentunenne Famke Janssen in una pellicola di alto profilo.
In una chiacchierata fatta con l'Independent, Famke Janssen ha parlato dei lati negativi di questa esperienza da Bond Girl in GoldenEye con speciale riferimento alle attenzioni, non sempre lusinghiere, che i media le hanno riservato.
Il film di Bond ha dettato molto della mia relazione con la stampa. Onestamente, dopo GoldenEye, era come essere stata gettata in pasto ai lupi. Un assalto di attenzioni, buone e cattive con tutto ciò che passava nel mezzo. Ogni attore di questo pianeta è convinto di poter controllare la stampa, ma alla fine è sempre la stampa a vincere. Personalmente avevo già a che fare con lo stereotipo dell'essere stata una modella, ma poi si aggiunse un altro fattore: l'essere una modella diventata attrice e diventata una Bond Girl. Talvolta mi sento estremamente fraintesa. È la dicotomia che si genera fra il mio aspetto e come sono al mio interno. Ma è una conseguenza che nasce proprio dall'essere apparsa in un film di Bond dove ho interpretato questa pazza assassina. I miei amici e la mia famiglia sanno che sono una persona buffa e sensibile, ma interpreto personaggi che sono profondamente differenti. E magari certe persone credono che io mi stia limitando a interpretare me stessa.
FONTE: The Independent