Godzilla: Jan de Bont sulla "truffa" dietro il suo abbandono della regia

Prima ancora che passasse a Roland Emmerich, il timone di Godzilla del 1998 doveva in realtà essere affidato a Jan de Bont

Redattrice per badtaste, illustratrice e concept artist.


Condividi

Prima ancora che passasse a Roland Emmerich, il timone di Godzilla del 1998 doveva in realtà essere affidato a Jan de Bont. Il regista è tornato a parlare con Polygon del suo abbandono del progetto, smentendo le voci secondo cui il suo film sarebbe stato cestinato a causa delle sue ingenti richieste sul budget.

Come raccontato dal regista, alla base del suo abbandono ci sarebbe stata una sorta di "truffa". Ecco un estratto dall'intervista:

Secondo le voci il film era troppo colossale, motivo pr cui tu lasciasti il progetto e Roland Emmerich alla fine fece la sua versione, uscita nel 1998. Cosa successe?  

Non era troppo colossale. Andai in Giappone, incontrai i dirigenti dello studio e apprezzarono la mia versione. La colpa fu degli effetti visivi e degli effetti speciali, come quelli impiegati per i film di Godzilla [originali] che collezionavo, perché ci fu uno scontro sul budget. La persona che finì per dirigere il film disse che avrebbe potuto farlo per 40-50 milioni in meno rispetto al mio budget. Il mio ammontava a circa 100 milioni di dollari. Naturalmente non è mai così, tant'è che il suo film finì per costare quasi il doppio del mio budget. Sfortunatamente tutti gli credettero.

I miei sceneggiatori erano fantastici, lo script era bellissimo. Era fedele ai vecchi film di Godzilla, pur essendo ambientato negli Stati Uniti, una cosa mantenuta dall'altro film.

Ma poi [loro] fecero modifiche a Godzilla e non avrebbero dovuto farlo. Dopo così tanti anni e tanto amore per Godzilla, perché cambiarlo? Fu un grave errore. Poi fu un film fatto di soli effetti speciali, e non è mai una buona cosa.

[...] Eravamo in pre-produzione avanzata: set, ambientazioni, poi videro il budget. "Oh no, non possiamo spendere così tanto per un film di Godzilla". E poi ne spesero il doppio.

Continua a leggere su BadTaste