Glass Onion: Rian Johnson vuole dimostrare che cinema e streaming possono coesistere
Con Glass Onion, Rian Johnson ha voluto fornire una prova ulteriore al fatto che il cinema e lo streaming possono dialogare...
Glass Onion, il secondo appuntamento con la saga di Knives Out ideata da Rian Johnson, sarà disponibile in streaming esclusivo su Netflix a partire dal 23 dicembre. La pellicola, sequel di quel Cena con delitto che nell'autunno del 2019 è stata un'autentica sorpresa al box-office incassando ben 312 milioni in tutto il mondo a fronte di un budget di circa 40 (fonte: box office mojo), a novembre è anche brevemente approdata al cinema per una settimana.
In un faccia a faccia fra Rian Johnson e Joseph Kosinski, il regista di Top Gun: Maverick, ospitato da Variety, il primo ha spiegato che il suo Glass Onion è un film ideato e concepito per il grande schermo con cui ha anche voluto dimostrare che la sala e lo streaming possono dialogare fra loro.
In tutta onestà, l'esperienza (di Glass Onion al cinema, ndr.) è stata grandiosa anche se si è trattato di una limited release per la quale hanno comunque dato tutto. Netflix ha stretto accordi con le maggiori catene - AMC, Regal, Cinemark - e i cinema erano letteralmente pieni zeppi. Voglio più cinema. E più tempo in sala. E voglio che vada alla grande quando uscirà su Netflix. Voglio fornire una prova al concetto per cui queste due modalità di distribuzione possono supportare l'un l'altra. Con il film giusto - con quei film che lavorano bene con il pubblico - penso possano farlo. Un'imponente distribuzione in sala ti fornisce quello status da momento culturalmente rilevante che terminerà la coda lunga del successo in streaming. Mi sembra qualcosa di estremamente intuitivo. Voglio provarlo in modo tale da spazzare via questa dicotomia cinema vs streaming.
Glass Onion è una pellicola che abbiamo concepito per il grande schermo. Nulla mi rende più felice dell'ascoltare le persone che mi dicono "È stato il primo film che ho visto al cinema in più di due anni". O "L'ho visto sei volte". Io stesso domando "Ma perché sei volte?". Ed è interessante perché poi mi citano l'esperienza emozionale. Siamo noi a dover giustificare il fatto che le persone vadano al cinema. Se non ci riusciamo, allora non dovremmo fare questo lavoro.
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FONTE: Variety