Glass Onion: Netflix sa di perdere parecchi soldi rinunciando al cinema, ma non lo ritiene un problema

Il fondatore e co-Ceo di Netflix Reed Hastings si esprime sul caso Glass Onion e sul rapporto con la distribuzione theatrical

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Nella giornata di ieri abbiamo dedicato un paio di approfondimenti alle performance che Glass Onion, il film scritto e diretto da Rian Johnson e prodotto da Netflix, ha avuto al cinema nei sette giorni in cui le sale americane - e internazionali - hanno potuto proiettarlo in anteprima esclusiva come anticipazione alla release in streaming fissata per il 23 dicembre.

In uno vi abbiamo spiegato come Netflix sia rimasta sorda di fronte alle richieste degli esercenti statunitensi che, confortati dai solidissimi risultati ottenuti, chiedevano di poter continuare a proiettare il film per un periodo di tempo più lungo e di aumentare anche le copie disponibili (ECCO TUTTI I DETTAGLI).

In un altro speciale abbiamo analizzato anche più approfonditamente il caso Glass Onion - e quello del nuovo adattamento di Matilda - cercando di capire se la relazione fra Netflix e la sala potrà in qualche modo cambiare in un futuro più o meno prossimo (LEGGI LO SPECIALE).

Al momento si deve purtroppo registrare la consapevolezza, da parte di Netflix, che rinunciando a una corposa distribuzione cinematografica dei suoi titoli si stanno perdendo parecchi soldi, ma che la cosa non è un problema: il focus dell'azienda resta basato sulla soddisfazione del cliente e sul reddito operativo.

Il fondatore e Co-Ceo di Netflix, Reed Hastings, parlando del boom di biglietti venduti da Glass Onion nel fine settimana del Ringraziamento e dei soldi che la multinazionale sta perdendo tenendo il lungometraggio in sala per soli sette giorni ammette che la questione "non rappresenta un problema perché non vogliamo dare il via a un business basato sulla distribuzione theatrical" aggiungendo anche che tutto rientra "nell'ottica di una tattica promozionale per lo streaming". Ribadisce infatti che l'aver portato Glass Onion per un periodo di tempo limitato al cinema è stato uno strumento promozionale per la successiva release in streaming del titolo: "Stiamo cercando di rendere il pubblico entusiasta emergendo dal rumore di fondo, così che tutti vogliano vederlo. E così il 23 dicembre il mondo intero potrà vederlo".

Hastings è entrato più nel dettaglio della strategia:

Ci sono film che solitamente presentiamo in anteprima ai festival, per stimolare la conversazione e la curiosità. Ma non soddisfiamo quella curiosità finché non facciamo uscire questi film su Netflix e tutti possono vederli. La nostra settimana in un piccolo numero di cinema ha fatto la stessa cosa: tutti ne parlano e sono entusiasti del film, vi sarà un grande debutto il 23 dicembre quando tutto il mondo potrà vederlo, penso sarà uno dei nostri film più grandi. È una tattica promozionale tanto quanto il lancio ai festival, e se funzionerà lo faremo altre volte.

Il Co-CEO ha tuttavia ammesso di essersi sbagliato su un'altra sua convinzione del passato, e cioè del fatto che credeva che Netflix non avesse bisogno della pubblicità. Qualche settimana fa è stato lanciato il piano Base con pubblicità:

Hai ragione, non credevo che una tattica basata sulla pubblicità potesse funzionare con noi. Ma mi sbagliavo. HULU ha dimostrato che si può lavorare in scala, e offrire prezzi più bassi ai consumatori, e che esisteva un modello migliore. Vorrei avessimo introdotto la pubblicità qualche anno fa, ma recupereremo e in un paio d'anni non ci ricorderemo nemmeno quando abbiamo iniziato.

Trovate tutte le notizie sul film nella nostra scheda.

FONTE: via Deadline

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