Geoff Johns dice addio a Doomsday Clock: Nessuno mi ha costretto a scriverlo

Nella settimana di uscita dell'ultimo numero, Geoff Johns fa un bilancio dell'esperienza legata alla lavorazione di Doomsday Clock

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Spoiler Alert
Watchmen è sulla cresta dell’onda grazie all’intrigante serie TV orchestrata da Damon Lindelof, ma i lettori DC Comics non hanno bisogno di sintonizzarsi sulla HBO per veder tornare in auge le figure del Dottor Manhattan, di Ozymandias, di Rorschach e del resto dei personaggi ideati da Alan Moore e Dave Gibbons quasi trent’anni fa. Da vari mesi, il mondo di Watchmen e l’Universo DC sono infatti in rotta di collisione sulle pagine della maxi-serie Doomsday Clock.

A narrare la storia è uno dei demiurghi più influenti della casa editrice di Burbank, Geoff Johns, affiancato dal disegnatore Gary Frank. Lo sceneggiatore ha voluto commentare il suo lavoro sulla miniserie, conclusasi nella giornata di ieri negli Stati Uniti, con le seguenti parole:

Doomsday Clock #12, copertina di Gary Frank

Johns - Nessuno alla DC è venuto da me dicendo: “Ehi, vogliamo che tu faccia una serie con questi personaggi. Doomsday Clock è nato da Gary e me. Ho avuto questa idea lavorando su Universo DC: Rinascita, volevo introdurre il Dottor Manhattan e il suo punto di vista sull’Universo DC. Non c’è stato un editto da parte degli editor, l’idea è nata da una serie di conversazioni tra me e Gary su una miriade di argomenti: sulla vita, sul mondo, sull’Universo DC, sui fumetti, su tutto quello che stavamo affrontando all’interno e all’esterno degli spazi narrativi. Quindi è una storia molto personale, arriva dritta al cuore di molte cose che io e Gary pensiamo e sentiamo.

La cosa veramente sorprendente del Dottor Manhattan è che vede l’Universo DC in molti modi; vede la verità di quell’universo, e la sua verità è la nostra verità... in parte. È cieco nei confronti di questa oscurità incombente, perché è venuto in questo universo, il metaverso, che è qualcosa di vivo e pulsante, che vede per quello che è. Poi, alla fine, si ritrova nel mirino d Superman, e scopriamo che non sa come andranno le cose. Forse Superman lo distruggerà, o forse sarà lui a distruggere tutto. Qual è la vera origine dell’oscurità in arrivo? A livello tematico, vedere la verità o non riuscire a vedere i propri punti deboli è un concetto che sta alla base di tutta la serie, è una storia che parla di segreti, della ricerca di se stessi e degli altri.

Quanto a Superman, la verità è che è il primo. È il primo super eroe della DC, il primo in assoluto, è la scintilla che ha creato tutto questo. È la nascita della mitologia americana, quando si parla di super eroi. È diventato una fonte di ispirazione, il suo simbolo è noto ovunque nel mondo e per molta gente è importante.

Doomsday Clock, teaser 01 colori

E infine abbiamo il Comico, che ha una funzione simbolica: mettere Ozymandias di fronte al catalizzatore che diede il via alla storia di Watchmen era semplicemente poetico per me. E cosa rappresenta il Comico? Credo che rappresenti anche lui un aspetto della verità, e un frammento del caos con cui il Dottor Manhattan deve fare i conti. Quindi inserirlo nella storia mi ha permesso di giocare con l’altro lato di Jon: c’è qualcosa dentro di lui che si agita, che combatte contro quello che è diventato.

A conti fatti, questa è una storia concepita per guidare il lettore nell’Universo DC come entità, punto e basta. Collegarsi a una linea narrativa successiva non è lo scopo primario per cui è stata concepita: conduce a tutto, e quando leggerete il numero finale, il dodicesimo, capirete cosa intendo. È anche una storia che parla di attualità, specialmente ora, e credo anzi che il finale, considerato dove stia andando il mondo, ne esca ancora più forte. La realtà ha rafforzato il finale della storia e ha suscitato in noi ancor più passione per raccontarlo.

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Fonte: CBR

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