Gary Kurtz: Star Wars sottomesso al merchandising
Proprio mentre viene annunciata l'uscita di Guerre Stellari in Blu-Ray Disc, il produttore Gary Kurtz attacca duramente le scelte creative di George Lucas, colpevole di aver sottomesso la saga ai merchandising...
Fonte: LA Times
Kurtz aveva aiutato Lucas a comporre dal nulla l'intero universo di Star Wars, collaborando con lui non solo come produttore, ma anche come regista di seconda unità. Ma dopo il secondo film della saga, qualcosa andò per il verso sbagliato, secondo lui:
Vedevo benissimo la direzione che stava prendendo. Il mercato dei giocattoli iniziò a guidare l'impero della Lucasfilm. E' un peccato. Guadagnano dai giocattoli tre volte tanto quello che guadagnano con i film. E' naturale che prendano decisioni per proteggere il mercato del merchandising, ma non è la cosa migliore per fare dei film di qualità. L'enfasi che è stata data ai giocattoli ha messo il carro davanti ai buoi. Se non fosse stato per i giocattoli, i film sarebbero stati fatti per i loro meriti. Il team creativo non avrebbe passato il tempo a guardarsi le spalle.
L'amarezza di Kurtz non si limita alle scelte legate ai giocattoli - il produttore, per esempio, non ha mai amato il concetto di prequel:
Non amo l'idea di prequel, i filmmaker tornano a lavorare su materiale che hanno già sviluppato, e li costringono dentro a dei confini. Penso che la nuova trilogia sia stata realizzata bene, ma non sono mai riuscito a mandare giù la scelta di Hayden Christensen nel ruolo di Anakin Skywalker. Sarebbe stato belle se le storie fossero state più forti, e i dialoghi meno edulcorati. I personaggi mi sono sembrati meno veri di quanto fossero nell'Impero Colpisce Ancora.
I motivi della separazione tra Kurtz e Lucas si capiscono facilmente quando il produttore spiega come è nata l'idea di Guerre Stellari, e di come in realtà nessuno dei due avesse pensato a un franchise in un primo momento (nonostante Lucas sostenga spesso di aver pensato all'intera saga sin dall'inizio). I due, appena diplomati alla USC, conobbero Francis Ford Coppola alla fine degli anni sessanta e insieme pensarono di realizzare un adattamento dei fumetti di Flash Gordon:
Provammo a comprare i diritti di Flash Gordon dalla King Features, ma volevano troppi soldi, e pretendevano di mantenere troppo il controllo. Così decidemmo che creare qualcosa di nuovo era l'unica risposta.
Lucas scrisse un trattamento che mescolava Flash Gordon, le leggende Arturiane, La Fortezza Nascosta e altri riferimenti, e che avrebbe composto un unico film da cinque ore - ma che nella sua porzione centrale funzionava come film a se stante. Kurtz aiutò Lucas a proporlo agli studios, seguendo il casting, cercando location per le riprese e trovando i modi giusti per realizzare un universo alieno a basso budget:
I piani erano questi: fare il film di Star Wars, lavorare ad Apocalypse Now e poi lavorare a una commedia nera sullo stile di M*A*S*H*. La Fox però voleva a tutti i costi un sequel o due di Guerre Stellari. Coppola intanto aveva comprato i diritti di Apocalypse Now, e George avrebbe potuto dirigerlo. Alla fine Coppola smise di aspettarlo, e diresse il film per conto suo.
Kurtz spiega poi come avvenne la separazione tra lui e Lucas: dopo l'uscita dell'Impero Colpisce Ancora (composto da materiale tratto da quel famoso trattamento scritto da Lucas e non utilizzato in Guerre Stellari), si iniziò a parlare di un terzo film, ma dopo dieci anni i due avevano una visione completamente diversa l'uno dall'altro:
Avevamo già realizzato una bozza, e George la cambiò completamente. Noi volevamo un finale agrodolce e acuto, mentre lui voleva un finale euforico, con tutti felici. L'idea originale era questa: nella prima parte del film Han Solo veniva salvato, ma poi moriva a metà film, durante un attacco a una base Imperiale. Ma poi George decise che nessun protagonista poteva morire: c'erano troppi giocattoli in ballo, ecco il motivo della sua decisione.
Il finale originale del film, invece, era emotivamente più sfumato: le forze ribelli erano ridotte in pezzi, Leia era alle prese con i suoi nuovi compiti da regina e Luke se ne andava via da solo, come Clint Eastwood in uno dei suoi spaghetti western. Secondo Kurtz, sarebbe stato un finale migliore per una avventura epica rispetto alla "celebrazione degli Ewoks nella foresta, che ha chiuso la trilogia con un Luau cantato da orsacchiotti di peluche".
Tra gli elementi che vedevano Kurtz maggiormente in disaccordo c'era la seconda Morte Nera, che "si ricollegava troppo al film del 1977". A quel punto sia lui che Lucas pensarono che fosse meglio per lui lasciare il progetto: Kurtz a quel punto si concentrò su The Dark Crystal, che sviluppò assieme a Jim Henson (che lui stesso aveva presentato a Lucas e che creò Yoda per l'Impero Colpisce Ancora).
A settant'anni compiuti, Kurtz si interessa ora a progetti di respiro molto meno ampio, e dal budget più ridotto: il produttore è al lavoro su un nuovo film chiamato Panzer 88, le cui riprese inizieranno alla fine dell'anno e che avrà gli effetti visivi della Weta Digital. Per sua stessa ammissione, comunque, L'Impero Colpisce Ancora è il culmine del suo lavoro artistico:
Ho tenuto una master class con Billy Wilder una volta, e lui disse che nel primo atto di una storia si mette il protagonista sull'albero, nel secondo atto si dà fuoco all'albero, e nel terzo si fa scendere il protagonista. L'impero Colpisce Ancora era l'albero infuocato. Il primo film era come un fumetto, un fantasy, ma l'Impero Colpisce Ancora era molto più dark e stimolante. E' quello, secondo me, nel quale tutto è andato per il verso giusto. Ed è stato il mio addio a una parte importante della mia vita.