Garth Ennis parla di Batman: Reptilian e di quanto detesti i nemici del Cavaliere Oscuro

Garth Ennis detesta tutti i super eroi, si trova a scrivere la miniserie Batman: Reptilian e ha spiegato come mai in una recente intervista

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Garth Ennis torna a raccontare una storia ambientata a Gotham City e lo fa sotto l'ala protettrice di Black Label, l'etichetta più matura della DC Comics. Lo sceneggiatore britannico firma una miniserie in sei parti, disegnata nientemeno che da Liam Sharp, intitolata Batman: Reptilian, che vede Bruce Wayne sulle tracce di qualcuno che minaccia la vita dei suoi più storici nemici.

Ennis ha parlato del progetto e delle sue origini, che prevedevano il riformarsi della storica coppia creativa di Preacher, assieme allo scomparso Steve Dillon.

Batman: Reptilian #1, copertina di Liam Sharp

Ennis - Circa cinque anni fa ho scritto la storia per Steve, pensando che fosse il miglior modo possibile di celebrare il suo ritorno. Era stato malato per un sacco di tempo ma sapevo che non vedeva l'ora di tornare al lavoro e, con la serie TV di Preacher ai blocchi di partenza, pensai che l'evento avrebbe avuto un sacco di risonanza: il team creativo di Preacher che racconta una storia di Batman! Probabilmente avrei potuto scegliere anche gli X-Men o chiunque altro, ma ho i miei limiti. Forse la mia decisione più cinicamente commerciale di sempre. Ad ogni modo, poco dopo la fine della scrittura della sceneggiatura, il fato è intervenuto nella maniera peggiore.

Il ritorno del Cavaliere Oscuro è il primo fumetto americano che io abbia mai letto dall'inizio alla fine, nel 1986. Conoscevo i personaggi del vecchio telefilm con Adam West, per cui ho sempre avuto un debole. Mi spazzò via vedere una figura così semplice e iconica trattata con tale potenza. Mi sono piaciuti Anno Uno e Killing Joke, anche se poco dopo il mio interesse verso Batman ha iniziato a scemare. Immagino che la cosa dimostri che, se si applica un enorme livello di talento, si può rendere interessante qualunque personaggio anche a chi normalmente non lo apprezzerebbe, ma se non si riesce a mantenere quel livello è finita.

A parte questo, ho avuto una fugace familiarità con il mondo di Batman negli anni Novanta, quando ho scritto la serie Hitman, ambientata a Gotham. Poiché ho dovuto partecipare a vari crossover che riguardavano il personaggio e gli eventi di quell'epoca, avevo conoscenza di ciò che accadeva nelle altre serie. Insomma, si può dire che Batman è il super eroe che conosco un po' più di tutti gli altri.

Batman: Reptilian #1, variant cover di Cully Hamner

Sostanzialmente, stiamo parlando di un aristocratico miliardario che prende a legnate della povera gente, persino dei malati di mente. Non so cos'abbia a che fare tutto questo con un codice d'onore, ma certamente è qualcosa che scatena il mio senso dell'umorismo. Il che è probabilmente lo strumento con cui mi sono approcciato al personaggio e anche la ragione per cui mi sono divertito tanto a scriverlo.

Personalmente, detesto i vari cattivi di Batman. Li vedo come una massa di idioti colorati che ridacchiano e si agitano in attesa di entrare in un night club, mentre il peggiore, il più cattivo, il più nerovestito dei buttafuori si assicura che non possano mai mettervi piede. Il Joker è il peggiore di tutti, probabilmente il personaggio più fastidioso del Fumetto.

Mi sono divertito molto a farli a pezzettini nei primi due albi. Croc è un po' più formidabile fisicamente, ma gli manca credibilità, di fronte a Batman. Qualcosa delle sue origini, tuttavia, mi ha ispirato un nuovo personaggio che ho pensato potesse davvero essere degno dell'attenzione del Pipistrello.

Per me, la storia non è un tributo a Steve, ma qualcosa che esiste, in termini pratici, per lui. Non credo che nessuno sarebbe troppo sorpreso di scoprire che, qualora volessi celebrare la vita di Steve Dillon, non lo farei con una storia di Batman né con nessuna altro fumetto, ma con una generosa donazione alla sua organizzazione umanitaria preferita, la Arthur Guinness Foundation. Ma mi piace pensare che si stia facendo una grassa risata nel vedere me, il signor "odio i super eroi", che finisco a scrivere Batman.

Forse, il modo migliore in cui i comuni lettori del personaggio possono avvicinarsi alla miniserie è questo: immaginate che gli ultimi trenta e qualcosa anni della sua storia non esistano. Perché, a memoria mia, è da allora che non leggo un fumetto di Batman dall'inizio alla fine, e avevo semplicemente un'idea vaga di quel che succedeva ai personaggi. Non so proprio nulla di quel che capita a Batman recentemente, soprattutto dal 2000 in poi. Pensate a gli anni Ottanta e ai primi Novanta. Io e Liam Sharp abbiamo pescato da lì.

Fonte: CBR

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