Gal Gadot su Joss Whedon: "Disse che avrebbe distrutto la mia carriera"

Gal Gadot parla delle minacce di Joss Whedon sul set di Justice League, confermando che disse che avrebbe distrutto la sua carriera

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Innescate dalle denunce di Ray Fisher, le indagini sui comportamenti di Joss Whedon e dei produttori di Justice League durante le riprese aggiuntive del film hanno coinvolto varie persone, e nel dicembre del 2020 Gal Gadot ha ammesso di avervi preso parte. Qualche settimana fa, in un lungo exposé sull'Hollywood Reporter, si spiegò che Whedon aveva minacciato l'attrice di porre fine alla sua carriera, denigrando la regista Patty Jenkins:

Una fonte informata dei fatti spiega che Gal Gadot aveva più di un dubbio sulla versione revisionata della pellicola inclusi “alcuni problemi relativi al suo personaggio che era stato reso più aggressivo di quanto visto in Wonder Woman. Il suo desiderio era vederlo più omogeneo fra una pellicola e l’altra”. L’attrito maggiore c’è stato quando Joss Whedon ha obbligato Gal Gadot a registrare delle battute che a lei non piacevano, minacciando l’attrice di danneggiare la sua carriera e screditando, fra le altre cose, anche la regista di Wonder Woman, Patty Jenkins. [...] Dopo uno scontro fra i due “Joss Whedon ha iniziato a vantarsi di aver avuto la meglio su Gal. Le aveva detto che lo scrittore era lui e che lei doveva starsene zitta e recitare le battute perché altrimenti avrebbe potuto farla sembrare incredibilmente stupida nel film”.

Ora, in un'intervista pubblicata dal magazine israeliano Mako (via CB), l'attrice conferma questa versione dei fatti, entrando nel dettaglio delle minacce subite:

Joss Whedon mi disse che avrebbe distrutto la mia carriera. Mi disse direttamente che se avessi fatto qualcosa, avrebbe fatto in modo che la mia carriera venisse danneggiata. A quel punto decisi di intervenire immediatamente.

Sull'Hollywood Reporter si citava una fonte secondo cui sia Gal Gadot che Patty Jenkins, a quel punto, decisero di non darsi per vinte. Le due chiesero un incontro con l’allora presidente della Warner, Kevin Tsujihara, pretendendo che Whedon non venisse più lasciato da solo sul set con l'attrice senza che vi fossero anche dei rappresentanti della major.

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