Frozen - Il Regno di Ghiaccio, il produttore Peter Del Vecho svela il finale originale del film
Peter Del Vecho, il produttore dell'acclamato Frozen - Il Regno di Ghiaccio, ha rivelato su Entertainment Weekly il primo finale ideato per il film del 2013
Nato a metà degli anni '90, appassionato di cinema, serie TV e fumetti, continuamente in viaggio e in crisi con se stesso. Ama i pinguini e non certo per questo si è ritrovato a collaborare con BadTaste tra festival, interviste e approfondimenti.
Lavorando a tantissimi film, spesso è la stessa pellicola a dirti di cosa ha bisogno. Se sei abbastanza intelligente da ascoltarla, ti potrebbe portare verso una direzione diversa rispetto alla tua idea iniziale! Quando abbiamo iniziato a lavorare (a Frozen, ndr), Anna ed Elsa non erano sorelle. E neanche di famiglia reale. Anna non era una principessa. Elsa si era auto-proclamata Regina della Nevi ed era davvero malvagia - in modo molto simile alla favola di Hans Christian Andersen. Noi avevamo pensato a un'antagonista di sesso femminile contro un'innocente eroina in uno scontro finale contro un'armata di mostri di neve creati da Elsa.
In questo modo, una volta scoperta la cattiveria della "regina", nel finale il pubblico si sarebbe ritrovato a vedere un esercito di mostri di neve creato da Elsa (attualmente nel film possiamo vedere solo Marshmallow) e un atto di eroismo "alla Han Solo" (come lo stesso Del Vecho lo definisce) da parte di Kristoff nei confronti di Anna. Contemporaneamente avremmo trovato Hans, in cerca di un regno, intento a generare una valanga che, oltre a distruggere l'esercito di neve, avrebbe messo in pericolo tutti gli abitanti di Arendelle, Anna e Kristoff compresi. A quel punto l'eroina dal cuore puro avrebbe dovuto convincere Elsa a usare i propri poteri per salvare la propria patria. Il colpo di scena finale, chiaramente, era la rivelazione che la profezia non parlava di Elsa ma di Hans, con un cuore non congelato ma impossibilitato a provare sentimenti. Elsa, così, sarebbe invece tornata ad amare.
Questa trama, tuttavia, sembrava non convincere né i registi (Jennifer Lee e Chris Buck) tanto meno il produttore:
Il problema è che sentivamo di averla già vista (la trama, ndr). Non ci soddisfaceva. Non avevamo una connessione emotiva con Elsa, non ci preoccupavamo di lei perché aveva passato tutto il film a essere la cattiva. Non ne eravamo attratti.
Con questa presa di coscienza uno dei due registi, Chris Buck, propose che Elsa non fosse più l'antagonista del film bensì la sorella di Anna:
Unirle con questo legame familiare ci ha permesso di pensare al fatto che (Elsa, ndr) potesse aver paura dei suoi poteri. Da qui nacquero altre due domande: E se avesse paura di chi è davvero? Paura di ferire chi ama? In questo modo avevamo un personaggio come Anna, spinto dall'amore, e uno come Elsa, spinto dalla paura. Avevamo dato a quest'ultima una dimensione molto più comprensibile e invece della tradizionale lotta del bene contro il male il finale avrebbe visto lo scontro fra amore e paura e la premessa del film sarebbe diventata che l'amore è più forte della paura.
E così andò.
Un elemento che tutte le versioni del film avevano, invece, è il congelamento del cuore di Anna. Sempre Chris Buck si chiedeva se la soluzione al problema dovesse necessariamente essere il bacio del vero amore, l'uomo in aiuto della donna o se non ci potesse essere una soluzione diversa. La risposta fu "un gesto di vero amore" nato dalla relazione fra Anna ed Elsa.
Durante una telefonata a Jennifer Lee, Ed Catmull (Presidente dei Walt Disney Animation Studios) disse che se si fosse riusciti a realizzare un finale con questa intensità, il film avrebbe avuto un successo enorme. "Giusto per mettere un po' di pressione", ha commentato Del Vecho.
Per fare ciò, tuttavia, si poneva un problema fondamentale: far credere al pubblico che Hans potesse essere l’eroe e che Kristoff potesse essere la chiave di svolta. Inoltre, parallelamente, non si doveva far comprendere che in realtà il rapporto tra Anna e Elsa sarebbe stato lo snodo finale. Il produttore ha raccontato:
(Jennifer, ndr) Lee scrisse un grande finale ma era difficile trasformarlo in realtà. Non riuscivamo a trovare un modo per metterlo logicamente in scena. Ma John Ripa, uno story artist (dello studio, ndr), ebbe un’idea: "Lasciatemi andare un attimo fuori!", disse. Rientrò con la scena in cui le emozioni di Elsa creano una bufera di neve. Questo ci permise di isolare Hans e Elsa e di collocare nella nebbia Kristoff in cerca di Anna. Il fatto di rivelarlo pochi istanti prima di Elsa e Anna ci concesse il tempo necessario. Quando terminammo il "picth" con John Lasseter e i vari direttori creativi, l'intera sala si alzò facendo partire una vera e propria standing ovation. La poca convinzione iniziale ci aveva permesso di trovare la giusta via per concludere il film."
Chiaramente questa non è l'unica modifica che il film subì.
Ufficialmente (caricate sul canale YouTube dello studio e presenti nell'edizione Home-Video del film) sono state rimosse anche due scene: The Dressing Room e una versione alternativa dell'incontro fra Anna e Kristoff.
Sette sono invece le canzoni scritte e incise ma mai inserite nel film: We Know Better (dedicata al rapporto fra Elsa e Anna un po' come Do You Want to Build a Snowman), Spring Pageant (che ci interessa parlando di una certa profezia e dell'origine dei poteri di Elsa), More Than Just a Spare (incentrata sulle sensazioni di Anna di essere un principessa di "scorta"), You're You (una vecchia versione di Love Is An Open Door leggermente più "esplicita"), Life’s Too Short e Life’s Too Short (Reprise) (sul conflitto fra Anna ed Elsa... e siamo sicuri che il ritmo vi ricorderà tanto Frozen Fever quanto alcuni passaggi di Let It Go), Reindeers Remix (una piccola perla interpretata da Jonathan Groff).
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