Freaks 2x04, “Segui il filo”: l'episodio e l'intervista a Guglielmo Scilla

In occasione del quarto episodio della seconda stagione di Freaks, vi proponiamo la nostra intervista a Guglielmo Scilla…

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Dopo Giampaolo Speziale, Matteo Bruno e Claudio Di Biagio la quarta e ultima intervista realizzata quest’estate sul set di Freaks 2 è con Guglielmo Scilla, attore e da quest’anno unico sceneggiatore della webserie.

Intanto vi segnaliamo il terzo episodio della seconda stagione, Segui il filodisponibile in questa pagina.

Guglielmo non dovrebbe essere sul set quella sera ma è venuto a trovare gli altri e stare assieme a loro. Inoltre, non fa mai male avere lo sceneggiatore sul set pronto a dirimere qualsiasi questione relativa allo script emerga.

Guglielmo Scilla - williwosh - Freaks 2

Stavolta è tutto scritto, non come l’anno scorso...
Si è vero. Quest’anno abbiamo fatto tutti i passaggi canonici da idea, soggetto, sceneggiatura, cosa che non si era fatta l’anno scorso perchè non c’era quella fiducia amichevole per potersi dire: “Questo fa cagare” nè l’esperienza per poter collaborare con efficacia. La prima stagione è come piovuta dal cielo, sembrava che tutti pensassimo con la stessa testa, è stata una webserie uscita com un orgasmo: tutta insieme e sviluppata anche sul set.
Ora invece mi hanno chiesto di scriverla e mi sono fatto 350 pagine di sceneggiatura ed è tutto diverso. Poi grazie a Dio la sceneggiatura ha ancora bisogna della scintilla momentanea sul set, diamo la libertà agli attori di aggiustarsi un po’ le battute, Claudio [che sul set è quello che più si occupa della recitazione] l’ha capita benissimo e so che se aggiunge un tocco di estro al suo personaggio io già lo avevo preventivato, perchè li conosco tutti. A molti ho cucito un vestito largo, in modo che se lo aggiustino, mentre magari ad altri l’ho fatto più stretto perchè li conosco meglio. So anche che Giulia come la conosce Ilaria io non la conoscerò mai io, quindi scrivere quel che voglio ma poi so che loro devono dare il loro contributo.

Ad ogni modo la storia non era stata pensata per essere in due stagioni
In realtà non è così, la prima ha un appeal confusionario solo perchè ha le spalle larghe, noi già pensavamo di fare la seconda. La storia adesso diventa difficile ma davvero coerente, tutto tornerà. Quello è stato il divertimento mio, motivare e dare la possibilità ai personaggi di fare quello che vuoi tu.
Ho ragionato partendo dal presupposto che, nel momento in cui una cosa è coerente ce la puoi mettere. Se hai dei poteri e c’è un problema che puoi risolvere in maniera non convenzionale perchè risolverlo in maniera convenzionale? Quello si sarebbe illogico. Insomma anche l’assurdo ha delle regole, altrimenti sarebbe noioso.
Non ci siamo posti limiti con la fantasia ma è tutto materiale che ci sta, anche agli altri è piaciuto.

Freaks 1 ti piaceva perchè era una storia che in Italia non si racconta, hai ragionato così anche per il 2?
Non è che io penso come gli americani pensano, è che i presupposti di base erano non italiani e dunque non poteva venire fuori qualcosa all’italiana. I supereroi non li trattiamo proprio in questo paese. Dunque per dare un motivo a tutto ciò che hai visto nella prima stagione si entra in una tematica e una serie di spiegazioni che non ci appartengono per niente, cioè si entra nel parascientifico e paranormale e rimane quell’appeal poco italiano che è quel che piace a me e piace a tutti noi. E’ quello il segreto del prodotto.

Stavolta chiuderete tutte le trame o lasciate buchi per la terza stagione?
Allora chiudiamo tutti i buchi della prima ma apriamo tutti quelli per la terza! (ride) E’ la strategia Lost: per ogni segreto che ti svelo introduco due misteri nuovi, anzi siamo stati più bravi e per ogni due risolti ne apriamo solo uno. Ma l’importante è solo che sia una cosa coerente che sia bella, che piaccia interessi e sia godibile per tutti e 300 i suoi minuti.

Vedi in giro dei figli di Freaks?
No. Le ho seguite tantissimo le webserie italiane. Non amo pensare che Freaks sia stato chissà cosa, siamo stati fortunati ad essere i più veloci e la cosa ha dato fiducia ad altri. Magari ci sono webserie che vogliono parlare come noi ma di certo non ci copiano è solo che il mezzo espressivo è quello. Sai poi spesso la gente pensa che ci siano plagi ma è solo troppo sensibile verso queste cose.

Delle webserie che hai visto cosa ti è piaciuto?
A me è piaciuta molto She Died, la serie di Giffoni, mi piaceva la trovata. In più nasce in un contesto che è bello e indirizzato ai giovani. Che poi quest’iniziativa che vada nella direzione di una serie che non prende la via della commedia facile ma quello di un progetto ambiguo, strano e fuori dal mondo, mi fa sperare sia che i giovani amino quel tipo di linguaggio che io amo.
E mi piace molto Stuck, è davvero girata bene.

Ma quella è in inglese e voi già con la prima avevate tentato di svoltare fuori dall’Italia
Io odierei l’idea che anche solo una persona di un altro paese potrebbe amare Freaks ma non può vedere per la lingua. Adoro i sottotitoli, è chiaro che Stuck vuole escludere l’ambito italiano per aprirsi all’estero. Io sono pro sottotitoli tutta la vita ma è anche vero che 100 visualizzazioni dall’America a noi non cambiano niente. Sono solo contento che chi lo voleva vedere l’ha potuto vedere.
L’unica cosa che ho proposto, e che so che ci sarà sono i sottotitoli in inglese sicuro e magari in altre lingue. Ma solo questo nulla di più.

Freaks ha influenzato molto il modo di raccontare le webserie, pensi che ora altri si adegueranno di nuovo al vostro nuovo standard?
Questa cosa dell’imitare la dici te mentre io credo che se prendi una reflex, apri tutto e fai un campo/controcampo di notte hai fatto. E’ la regia piatta, quella che farei pure io ma questo non è dirigere. Invece la cosa bella delle webserie è che sono fatte da 20enni che sperimentano, trovano, fanno cose non nuove o meno nuove.

Anche le trame sono fiorite artificiosamente intricate come quella di Freaks...
Il segreto di Freaks è la sua pecca, cioè quanto sia intricato. Però ho lasciato punti interrogativi con cognizione di causa, non esiste una cosa che io non potrei spiegare. Certo alla fine siamo arrivati che avevamo accumulato molti misteri ma è bello avere punti interrogativi, a patto di stare attento a non accumularne troppi, altrimenti non si capise nulla e la serie diventa brutta.

Intervista a cura di Gabriele Niola

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