Francis Ford Coppola parla di Megalopolis e de Il Padrino dice: "Quel film mi ha rovinato"

Francis Ford Coppola parla a ruota libera di Megalopolis, il ben noto passion project cinematografico che insegue da più di 20 anni...

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Abbiamo già segnalato le dichiarazioni di Francis Ford Coppola sui film della Marvel contenute nell'interessantissimo profilo di GQ America, ma ora, come da promessa, torniamo sull'articolo in riferimento a Megalopolis, l'ormai leggendaria pellicola che il filmmaker aveva annunciato a Cannes ben venti anni fa.

Il lungometraggio sarà ambientato a New York e narrerà la storia del sogno di un architetto che vuole creare creare un’utopia, idea contro la quale si scaglia il sindaco della metropoli. Gli attentati del 11/9/2001 costrinsero il regista ad accantonare il progetto anche se, nel frattempo, aveva già filmato alcune scene di seconda unità.

L'articolo di GQ viene pubblicato a margine dei festeggiamenti per i 50 anni de Il Padrino che sta per tornare, restaurato, nei cinema, compresi quelli italiani. Ed è proprio con una considerazione collegata alla complicata relazione di Francis Ford Coppola col capolavoro tratto dal libro di Mario Puzo che inizia la chiacchierata:

Quel film mi ha rovinato. Mi ha rovinato nel senso che ha avuto talmente tanto successo che tutto quello che ho fatto dopo è stato paragonato a quello.

La discussione passa poi su Megalopolis, un film che l'editor di GQ ha difficoltà a descrivere, così come lo stesso Coppola:

È molto semplice. La premessa di Megalopolis? Beh, fondamentalmente... per cominciare, ti farei una domanda: quanto ne sai dell'utopia?

Il giornalista della testata, dopo averne parlato per ore con Francis Ford Coppola, lo riassume così: una storia d'amore che è anche un'indagine filosofica della natura umana ambientata in una New York che ha molte sfumature dell'antica Roma con una portata produttiva e delle ambizioni che, secondo Francis Ford Coppola, avranno bisogno di almeno 120 milioni di dollari di budget.

L'intenzione del leggendario autore è quella di dare forma a una sorta di nuovo classico che la gente riguarderà a cadenza annuale come La vita è meravigliosa di Frank Capra portando gli spettatori a porsi delle domande:

A capodanno, al posto di parlare del buon proposito di accantonare i carboidrati, mi piacerebbe che le persone discutessero intorno a una domanda che ruota intorno al tema: la società in cui viviamo è davvero la sola che abbiamo a disposizione?

Al regista viene poi chiesto quale potrebbe essere, oggi, la reazione di uno studio a un progetto costoso e difficile da descrivere come Megalopolis, in un contesto in cui le major preferiscono investire su progetti cinefumettistici che garantiscono "facili" incassi:

Nella stessa, solita maniera che hanno avuto anche in passato quando avevo vinto cinque Oscar, ero il regista più "caldo" in circolazione, volevo fare Apocalypse Now e ho spiegato che volevo fare quello come mio prossimo film. Possiedo Apocalypse Now e sai perché è mio? Perché non lo voleva nessuno. Per cui immagina: se mi è accaduta una roba come quella, ovvero che nessuno voleva lavorare con me quando avevo 33 anni o giù di lì, avevo vinto ogni genere di premio e infranto ogni record al botteghino, immagina oggi. So bene che con Megalopolis, più sarà personale e più sognerò di lavorarci, più diventerà complicato da finanziare. Ma farà soldi sul lungo periodo perché la gente trascorrerà i prossimi 50 anni cercando di rispondere alla domanda: Cosa c'è davvero in Megalopolis? Cosa ci vuole dire?

Poi, provando a contestualizzare meglio il lungometraggio, Francis For Coppola spiega:

È una storia d'amore. Una donna deve dividere la sua fedeltà con due uomini. Ma la cosa non è limitata a due uomini, perché ognuno di loro sposa un determinato principio filosofico. Uno è il padre che l'ha cresciuta, che le ha insegnato il latino fin da piccola ed è devoto a una visione più classica della società, un approccio in stile Marco Aurelio. L'altro è l'uomo che ama, che è il nemico di suo padre e ha una visione più progressista della società, vuole fare "un salto nel futuro", vuole superare tutta la spazzatura che ci ha ammorbato per 10.000 anni perché vuole scoprire quello che siamo davvero. Cioè una specie gioiosa, amichevole e illuminata.

Il regista spiega anche che il progetto sarà, sostanzialmente, autofinanziato anche con parte dei proventi della vendita di parte del suo enorme vigneto nella contea di Sonoma alla Delicato Family Wines. Dato che le sue finanze non si esauriscono col budget di Megalopolis, considerato che la sua tenuta non ha debiti di sorta e che tutti i suoi familiari hanno delle solide basi finanziarie, nei limiti del possibile a fronte di un budget così elevato, si sente tutto sommato "tranquillo".

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