Fran Drescher sullo sciopero degli attori: "Non stiamo scioperando per Tom Cruise, ma per la classe lavoratrice"
Fran Drescher, Presidente del Sindacato Attori, spiega che lo sciopero punta a ottenere le giuste tutele non per le grandi star, ma per il "proletariato" di Hollywood
In queste giornate molto complicate per Hollywood, che deve fare i conti con ben due scioperi, quello degli sceneggiatori e degli attori, c'è chi è magari rimasto spiazzato nel constatare che la combattiva Presidente della SAG-AFTRA, il sindacato degli attori appunto, sia Fran Drescher, nota principalmente in Italia grazie alla leggendaria sit-com anni novanta La tata, ideata da lei e dal suo allora marito Peter Marc Jacobson.
Un ragionamento alla quale si arriva toccando prima la bufera mediatica sul suo viaggio in Italia per partecipare a un evento Dolce & Gabbana - cosa perfettamente lecita visto che lei è brand ambassador del marchio - qualche giorno prima dell'inizio dello sciopero:
Dico sempre alle persone che l'opposizione inizierà a lanciare online dei troll per cercare di danneggiarci, ma di non leggerli e di non rispondere perché sono solo clickbait. Bisogna saper distinguere, abbiamo una battaglia giusta da combattere. Se qualcuno è abbastanza sciocco da schierarsi con le grandi aziende contro gli artigiani, la classe lavoratrice, si troverà dalla parte sbagliata della storia
Questo è il mio primo negoziato. Ora, osservando il passato, posso capire meglio come stavamo venendo manipolati. Ma all'epoca sono entrata in questo con un certo livello di fiducia circa il fatto che avremmo davvero potuto fare un contratto. Eppure ogni volta che arriviamo al cuore di queste situazioni, constatiamo che ci stanno mettendo i bastoni tra le ruote. Stiamo facendo delle controproposte aperte e dettagliate, e quindi, in modo serio, abbiamo concesso un'eccezionale proroga di 12 giorni per ottenere qualcosa di davvero significativo. E in quel lasso di tempo hanno annullato le nostre riunioni di negoziazione. E, di nuovo, ho pensato: magari si stanno scontrando a porte chiuse, magari torneranno con qualcosa con cui possiamo davvero metterci al lavoro. Invece volevano solo più tempo per promuovere i loro film estivi e non avevano alcuna intenzione di usare quella proroga [...] Cerco sempre di fornire alle persone la verità. Speravo di evitare uno sciopero, sarebbe stato lo scenario ideale. Fare lo sciopero non era l'obiettivo che ci eravamo posti in partenza. Si arriva a uno sciopero quando si capisce che non si può raggiungere un accordo. Ma se si sente che si può raggiungere un accordo... Solo a posteriori si capisce tutto [...] Volevamo evitare uno sciopero, se possibile. Questo era l'obiettivo perché la maggior parte dei nostri membri non guadagna 10.000 dollari l'anno, altri nemmeno 65.000 dollari l'anno. La maggior parte dei membri appartiene alla classe lavoratrice. Il pensiero stesso dell'impatto di uno sciopero pesava molto su di me e sul comitato di negoziazione, perché uno sciopero avrebbe inevitabilmente avuto un profondo impatto proprio su questa classe lavoratrice di cui ti parlo. Ma ci hanno dato un sostegno senza precedenti per scioperare se avessimo sentito che era necessario.
E infine:
Abbiamo dato loro 12 giorni per proporre qualcosa. Con che faccia tosta ne stanno parlando ora! Quando questo verrà pubblicato, avremo reso pubbliche tutte le informazioni riguardanti tutte le proposte, tutte le controproposte saranno lì per tutti da vedere, e tutto questo farà cadere tutte le menzogne (nel corso del fine settimana proporremo un'analisi più approfondita della questione, ndr.).
Ricorda: Tom Cruise e le star di punta fanno i loro accordi che vengono elaborati ad personam. Non è per loro che stiamo scioperando. Stiamo scioperando per la classe operaia di Hollywood.
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FONTE: Variety