Focus Indie - Toren
L'appuntamento settimanale con Focus Indie, il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indipendente
Toren porta in sé tracce evidenti di quell'opera videoludica che risponde al nome di Ico, nella direzione artistica così come nel concept di gioco, ma sarebbe ingeneroso verso gli sviluppatori catalogarlo solo come un titolo che prova a riproporre quanto realizzato da altri. Anzi, Toren ha un carattere proprio ed evidente, affronta temi delicati ed intensi, si genera da una mitologia epica, trasforma la classica contrapposizione tra il bene ed il male in qualcosa di più complesso. Giocandone la versione preliminare addirittura si ha la sensazione che il conflitto tra la ragazza che si controlla ed un drago che protegge qualcosa che non è dato sapere sia superficiale, sia una lotta che ha in realtà relativa importanza, perché quando si muore si rinasce e ci si ritrova a ripercorrere le stesse azioni. Che è quello che accade in ogni videogioco, ma in Toren si avverte distintamente il peso della ripetizione, del ciclo della vita.
Toren fa infatti di tutto per disorientare il giocatore, nel porlo in una condizione priva di riferimenti. Non si riesce ad avere una precisa cognizione del tempo, non si capisce se quella che si sta vivendo sia una sola esistenza o ne siano molte, gli spazi cambiano, si leggono pezzi del mito che sta alla base del gioco e questi improvvisamente prendono forma. Si è totalmente in balìa del mistero, mentre si procede in un'avventura dal ritmo controllato, che fa della risoluzione di piccoli enigmi la sua chiave ludica. C'è anche da saltare e combattere, ma più in occasioni appositamente previste che in un compiuto impianto di gioco; ovviamente non è detto che nella versione finale anche questi elementi avranno il loro peso. Al momento però è nella reazione emotiva del giocatore che la produzione ha il suo punto forte, più che nel gameplay.