Focus Indie - STRAFE
L'appuntamento settimanale con Focus Indie, il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indipendente
Dicevamo di un FPS dunque, genere che ai bei tempi andati andava avanti ancora a botte di medikit e non di ferite che si curano da sole, con eroismo arrembante e non con coperture, con nemici deficienti e non...Ah no quelli son rimasti. E oggi vengono pure generati da script che allora non c'erano, e non li facevano spawnare come conigli. Quello che invece viene generato in STRAFE sono i livelli, in maniera totalmente casuale, perché il massacro deve essere imprevedibile, secondo la ricetta dei ragazzi di Pixel Titans. Sorprese ad ogni angolo quindi, labirinti di morte che mettono costantemente in pericolo la vita del giocatore, pronto ad attraversarli con un arsenale di armi ben nutrito ed in grado di far schizzare sangue come se non ci fosse un domani.
La struttura casuale di STRAFE si abbina alle sue dinamiche rogulike. Quando si muore, si muore, e si rinizia da capo un livello, un livello però completamente diverso da quello nel quale si è perso la vita, un livello da imbrattare di rosso. Rosso sangue. L'abbiamo già detto e lo ripetiamo, in STRAFE i nemici vanno impallinati, fatti esplodere, tagliuzzati, con ogni arma a disposizione (ognuna ha due diversi attacchi), ed ogni uccisione produce fontane di sangue, che grondano su ogni superficie, e lì rimangono, a testimonianza del proprio passaggio. L'offerta ludica dell'FPS di Pixel Titans sembra quindi essere basilare, e probabilmente lo sarà, ma a solleticare il giocatore ecco questi piccoli tocchi di stile, che potrebbero bastare per renderlo interessante anche sul lungo periodo, o forse no.
https://youtu.be/48GlqcTDqzc