Focus Indie - Reikon Dungeon
L'appuntamento settimanale con Focus Indie, il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indipendente
In quanto roguelike Reikon Dungeon ha delle regole: la progressione è ardua ma estremamente graduale, il giocatore deve affrontare orde di mostri ed esplorare sotterranei che sembrano infiniti, e la morte non è un'eventualità, ma un elemento fondamentale del gameplay. Quando si muore, nel gioco, possono accadere due cose: tornare al punto di partenza, mantenendo sostanzialmente inalterato il proprio bottino, o reincarnarsi, a patto di aver ottenuto le anime dei mostri. E ci si reincarna proprio in quei mostri, perché l'abbiamo detto, all'interno della Torre tutto è mutevole. Dal punto di vista ludico questa caratteristica di gioco comporta una estrema varietà d'azione ed una pluralità di approcci, perché ovviamente ogni creatura ha peculiarità proprie, che qualche oggetto magico può ovviamente migliorare.
La possibilità di personalizzare il proprio eroe è infatti un'altra delle caratteristiche fondanti di Reikon Dungeon, che passa non solo per la prevedibile gestione del proprio equipaggiamento, ma anche per quella delle abilità a disposizione. Per seminar morte è infatti possibile costruire il proprio set di azioni e poteri, facendoli concatenare in potenti combo, utili soprattutto quando si tratterà di dover tirar giù i colossali boss, sempre importantissimi in un roguelike, e che nel gioco di Alcapa Games promettono di essere particolarmente ostici.