Focus Indie - Perennial e The King of the Wood

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indie

Perennial

Perennial è un esperimento platformistico, un ibrido tra VVVVVV e Bit. Trip Runner nel quale il cinetismo è la chiave fondante del gameplay. Nelle dinamiche di gioco, così come nella sua struttura, con un level design intricato ma che articola i vari livelli senza soluzione di continuità, troviamo l'elogio della corsa e del salto, con pochissime altre azioni a corollario.

E' molto VVVVVV sia nell'aspetto estetico che nel ritmo di gioco. Perennial riprende quasi lo stesso stile del titolo di Terry Cavanagh, un basilare retrò che mostra a schermo non più di tre, quattro colori alla volta, meno futuristico ma più fantasy, con luoghi che vanno dalla magione, del tutto contemporanea, nella quale inizia il gioco, ad una spiaggia notturna, passando per un'intricata foresta, misteriose rovine e assolate pianure. Così come in VVVVVV, poi, non ci sono vite, si può giocare all'infinito, quando si muore si torna al precedente checkpoint, solitamente mai troppo lontano. Ciò incoraggia il giocatore a non staccarsi dal titolo, a correre e saltare, saltare e correre, come se si fosse inseriti in un diabolico marchingegno che costringe a farlo di continuo.

Il marchingegno è ovviamente il level design, non troppo complesso nelle singole zone, in maniera tale da esaltare un'azione rapida, ma che si mostra nella sua bontà nel momento in cui, dopo aver ottenuto un potenziamento, si ha accesso a zone precedentemente inviolabili, con un minimo di backtracking che rende più profonda l'esperienza di gioco.

Tutto questo è ciò che abbiamo potuto carpire da un prototipo del gioco, scaricabile del tutto gratuitamente a questo link, affatto completo, ma che mostra, pur in maniera embrionale, le tante qualità del titolo; quelle del gameplay, certo, ma anche quelle di una colonna sonora che già da ora pare eccezionale.

 

The King of the Wood

The King of the Wood è perfettamente descrivibile con le parole del suo sviluppatore, allen: “un corto FPS che copia da Deus Ex, da Blade Runner e da molte altre cose”. Chi conoscesse almeno uno dei due richiami appena citati, capirà immediatamente di cosa si stia parlando, agli altri lo diciamo con una sola parola: androidi. Il protagonista di The King of the Wood è un cacciatore di replicanti, proprio come Harrison Ford nello storico film di Ridley Scott, al quale viene commissionata l'eliminazione di uno di essi.

Il gioco dura solo un quarto d'ora, eppure in questi pochi minuti riesce a dare molto più di quanto riescano a fare produzioni di ben altra durata e budget. Dalla scena iniziale, ambientata in un tranquillo ufficio, al raggiungimento della villa nella quale si trova l'androide, alla sua esplorazione, per poi arrivare al finale decisamente a effetto, il giocatore si trova invischiato in una storia raccontata benissimo, che riesce a farlo partecipe in maniera minimale, con pochi elementi di gameplay, ed altrettanti pochi indizi su quello che dovrà fare. Concettualmente, siamo molto vicini a Gravity Bone e Thirty Flights of Loving, piccole produzioni indipendenti che preferiscono raccontare più che far giocare, ma non per questo non si fanno apprezzare, tutt'altro. Anche l'aspetto grafico pare esser mutuato dai due titoli di Blendo Games, pur mancando del loro straordinario carisma.

The King of the Wood è una piccola esperienza che vi consigliamo decisamente di provare, anche perché è possibile farlo gratuitamente, scaricando il gioco dal sito dello sviluppatore, oppure giocandolo direttamente online a questo link.

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