Focus Indie - Human Fall Flat

Bob cade, Bob si spiattella, Bob risolve enigmi, Bob sfrutta la fisica: il nuovo episodio di Focus Indie è dedicato a Human Fall Flat

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Human Fall Flat è un videogioco che racconta tanti spiaccicamenti, tutte quelle volte nelle quali il povero Bob, che tanto umano non è, piuttosto sembra un blob con due gambette corte, si sfracella al suolo. E' il suo incubo ricorrente, cadere nel vuoto e spalmarsi sul terreno in maniera assai dolorosa, una manifestazione surreale di un qualcosa nella sua mente, direbbero eminenti psichiatri, il perfetto espediente per mettere in piedi un platform puzzle incentrato sulla fisica, dicono i ragazzi di No Brakes Games.

Il sogno è il livello, nel mondo di Human Fall Flat, e ogni livello è cosa strana, può essere un giardino, un cantiere, un incidente ferroviario, un canyon, una qualunque ambientazione tirata fuori da uno strambo ricettacolo che mescola elementi naturali e artificiali, normalità e bizzarria, e che ha sempre una porta di uscita. Che dà sul vuoto. E Bob allora cade, cade ancora, si spiattella e si rialza, ma non è quella la sostanza ludica della produzione, è quello di cui ogni livello è riempito, enigmi ambientali che sfruttano il gusto degli sviluppatori per la fisica, la mollezza del corpo di Bob e un po' di inventiva. E' il sistema di controllo a mettere subito in chiaro quali siano le chiavi del gameplay, ovvero le due braccia del buffo protagonista, che si controllano in maniera indipendente, come insegnano i primi minuti di gioco, una sorta di Tuca Tuca che insegna dove mettere le mani, e soprattutto come mettercele, utilizzando lo stick analogico destro ed i grilletti del pad.

[caption id="attachment_150203" align="aligncenter" width="600"]Human Fall Flat screenshot Human Fall Flat - screenshot[/caption]

Bob può in sostanza non solo afferrare molto di quanto gli capita a tiro, ma anche incollarsi con le sue manacce alle superfici, ed è questo l'espediente che più viene sfruttato ludicamente. Capita quindi che si debba spostare un vagone semplicemente aggrappandosi ad una colonna e camminando sul tetto, in maniera che i piedi del blobboso essere lo possano spostare; o ancora si impara il particolare movimento che occorre fare per arrampicarsi, operazione che nel videogioco è sempre automatica. Tutto il dinamismo che manca a Bob, capace giusto di spiccare balzi con i quali non supererebbe nemmeno una pozzanghera, è sopperito dal sistema di gioco e dall'utilizzo intelligente di quanto è possibile trovare nei livelli, la cui varietà concettuale amplifica la varietà di situazioni, e si passa così da aree più platform ad altre più incentrate sullo sfruttamento della fisica.

E' un gioco intelligente Human Fall Flat quindi, già nella sua versione preliminare, anticipazione di quanto dovrebbe essere pubblicato da qui a qualche mese; ed è un gioco accattivante, oltre che per il suo concept per le sue meccaniche certamente particolari, nonché per un aspetto grafico estremamente basilare ma coerente con il surrealismo della produzione.

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