Focus Indie - Home E.M.M.E.R.D.
L'appuntamento settimanale con Focus Indie, il nostro approfondimento sui titoli più interessanti del panorama indipendente
Su su, smettetela di ridere e non pensate che siamo i soliti italiani che la buttano in caciara. Primo, perché la colpa ovviamente non è nostra, ma dei ragazzi di Lonely Crew, ovvero Luca Di Gennaro, Marco Giammetti, Matteo Romanelli e Michele Villani. Secondo, perché a tutto c'è una spiegazione: E.M.M.E.R.D. è l'acronimo di Entirely Mechanical Moving Enviromental Remote Domotic. Chiaro no? Non ancora. E allora facciamola facile: il dottor Emmerd Brown, un geniale scienziato, ma con dei capelli di M, va a farsi la sua passeggiata, e lascia casa in mano ai P.Ü.P.E.T.T.I. (vi risparmiamo l'acronimo), dei carinissimi robot pulitori. Il problema è che oltre ai capelli, Emmerd ha anche una casa di M, perché è sì completamente automatizzata, ma è particolarmente vulnerabile ai bug. Ovviamente la casa impazzisce e inizia a rompere tutto, ed i P.Ü.P.E.T.T.I. devono mettere a posto.
Come si traduce tutto questo in videogioco? In un titolo frenetico e competitivo, nel quale quattro giocatori, alla guida ognuno del proprio robot pulitore, cercano di accumulare più punti possibile, pulendo per terra, riparando oggetti e caricandosi di energia su appositi pannelli. Che detta così sembra una cosa tranquilla, ma siccome la casa ha il carattere che ha (di M), scoppiano computer, volano libri, si spaccano acquari, esplodono bambini. No, seriamente, esplodono bambini. Ed i P.Ü.P.E.T.T.I. lì, ad aspirare come se non ci fosse un domani, ma anche ad allontanare gli altri con un getto d'aria, che comunque è la competizione la chiave del tutto, fino al ritorno del professore, che decreta la fine della partita.