Fire Power: Robert Kirkman parla dell'esordio e del lavoro di Chris Samnee
Fire Power, la serie di Robert Kirkman e Chris Samnee, ha debuttato negli Stati Uniti con il primo numero e una graphic novel introduttiva
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Kirkman - Fire Power è un'idea con cui gioco da un sacco di tempo, direi dieci anni. La maggior parte dei miei fumetti prende le mosse dall'idea per una scena d'apertura divertente. Il concetto di un tizio che cammina per le montagne innevate e raggiunge un tempio, con delle Air Jordan ai piedi e un Walkman nelle orecchie, mi stava addosso da tempo. Trasformarla in un'avventura sulle arti marziali era un'ispirazione più vaga e indefinita che non è diventata una vera storia fino a che Chris Samnee non è saltato a bordo. Volevo lavorare con lui da una vita.
L'ho puntato come un segugio, come faccio con molti artisti, via mail e ogni volta che lo incontravo alle manifestazioni. Ho cercato di convincerlo a lavorare con me e lui ha sempre declinato con gentilezza, per via dei troppi impegni. Il suo editor alla Marvel ne ha sentito parlare, quindi eccolo alle convention, con un bel sorriso sulla faccia che viene a prendermi in giro. "Anche questa volta niente con Chris, eh?". Penso che il suo contratto fosse in scadenza e deve essersi ricordato di tutte le volte che l'ho tampinato, quindi mi ha chiamato lui per sapere se volessi collaborare. E io avevo la storia perfetta. Abbiamo iniziato a parlare di questo folle mondo di arti marziali e insieme abbiamo sviluppato Fire Power.Chris mi chiede sceneggiature più in fretta di Ryan Ottley ma non tanto quanto Charlie Adlard. Parliamo al telefono di quando in quando, ma io preferisco che il mio disegnatore sia il più possibile il mio primo pubblico. Diciamo che sa più o meno cosa lo aspetta e io parlo con lui degli archi narrativi principali e dei vari personaggi. Dopo di che gli chiedo cosa ha voglia di disegnare e cosa no. Cerco sempre di tagliare le storie su misura per gli artisti. Sono fermamente convinto che quel che ho voglia di raccontare debba coincidere il più possibile con quel che hanno voglia di disegnare. Credo che i lettori debbano andae in cerca di questa cosa e allora anche loro saranno felici.
Kirkman - Ho notato che è sempre più complicato attirare l'attenzione dei lettori sulle nuove serie, mantenerli attenti. Fire Power sicuramente ha un gran bell'aspetto, ma la gente che legge fumetti d'azione da trentacinque anni sarà certamente più interessata a scoprire cosa succede a Gambit questo mese, piuttosto che fare conoscenza con un personaggio del tutto nuovo di cui non ha mai sentito parlare. Ogni volta che si ha una nuova idea bisogna riuscire ad abbattere questa barriera.
Realizzare una graphic novel significa dare parecchio al lettore. Questo volume contiene materiale per circa otto numeri di una serie, 154 pagine. Offrire tutto questo ai lettori sin dal primo giorno di vendite penso che possa tranquillamente convincere tanti a comprare il volume. Entro la cui fine conosceranno i personaggi molto a fondo. Mi sembrava che fosse un ottimo modo per lanciare una serie e farlo la settimana prima del Free Comic Book Day mi pareva desse modo alle fumetterie di avere qualcosa di nuovo e interessante da offrire alla gran quantità di pubblico che si presenta per gli albi gratuiti. Questo era il grande piano che mi pare potesse funzionare alla grande. Poi è arrivata la pandemia e ha incasinato tutto.
I fan americani, da oggi, possono acquistare la graphic novel e, assieme, anche il primo numero della serie. Una serie, Fire Power, che Kirkman ha intenzione di scrivere a lungo, se possibile. Per ora lui e Samnee sono al lavoro sul dodicesimo numero. Si sono portati avanti il più possibile perché hanno in mente di pubblicare degli albi con paginazione maggiorata, ben presto. Impossibile fare previsioni allo stato attuale dei fatti, ma è certo che Kirkman è felicissimo di lavorare con Chris Samnee e il suo storico colorista, Matt Wilson.
Kirkman - Sono un enorme fan delle storie e dei film d'azione. Amo scriverla e mi piace che sia complessa. Mi ha sempre frustrato, soprattutto in televisione, vedere che le complicate scene d'azione che scrivevo per The Walking Dead venivano ridimensionate moltissimo dal coreografo sul set per questioni di brevità e di semplicità nel girarle. A volte, anche nei fumetti, è difficile far funzionare delle scene action eccessivamente complesse, perché anche il miglior disegnatore del mondo fatica a renderle tramite delle immagini fisse. Ma nel caso di Fire Power mi sono detto che Chris sa perfettamente quel che sta facendo e quindi mi ci butto a pesce e non risparmio proprio niente.
Ad esempio, ho scritto una scena in cui due arcieri si affrontano a vicenda, lanciandosi la stessa freccia l'un l'altro a turno, per varie pagine. Una cosa che mai avrei tentato in un altro fumetto, perché è difficilissima da descrivere nelle sue meccaniche, nei modi in cui un arciere potrebbe catturare una freccia con l'arco e poi scagliarla di nuovo. Ma ho chiamato Chris al telefono e gli ho mostrato dei video per fargli capire come la freccia sarebbe arrivata a un certo punto, deviata, e spinta nuovamente con l'arco. Chiaro che la fisica non funziona così, a era una forzatura che si può rendere credibile. E lui mi ha detto di non preoccuparmi, che ci avrebbe pensato lui.
E poi ecco le immagini e le scene erano assolutamente fantastiche. Questi due personaggi catturano la freccia dell'altro e si scambiano colpi per un sacco di pagine. Avere la possibilità di mettere in scena questo genere di sequenze follemente complicate è davvero divertente. Ed è qualcosa che non sarei riuscito a realizzare se non fosse stato per Chris Samnee.
Non meno prezioso il contributo di Matt Wilson ai colori, dato che Fire Power è una storia che mette sulla pagina molti ambienti diversi, passando da montagne innevati a interni di ristoranti a vulcani attivi con grande fluidità. Il che rende il lavoro del colorista più faticoso della media. Wilson, secondo il suo sceneggiatore, ha svolto un lavoro egregio, incorporando alla grande le emozioni nelle sue scelte cromatiche. Applausi anche per il lettering di Rus Wooton, che lavora con Kirkman da più di tre lustri, che si è adattato alla perfezione all'irregolarità dei balloon che caratterizza la serie.
Kirkman - Chris Samnee si sta anche occupando da solo degli effetti sonori e delle onomatopee, perché si diverte a incorporarle più organicamente nel disegno. Spesso sono dettate dalla sceneggiatura e, se si lavora come fa Chris, spesso possono sostituire gli sfondi. Una tecnica molto efficiente. Lui è molto attento al posizionamento di ogni genere di testo nelle tavole. Mi manda dei layout molto complessi prima ancora di finire le pagine, in modo che sia già possibile fare il lettering. Insomma, parte dalla sceneggiatura e fa di tutto per assicurarsi che la storia scorra in modo che il testo funzioni alla perfezione assieme alle immagini.
Nessuno dei disegnatori con cui abbia lavorato, ma molti professionisti del settore ancora non hanno capito dove e come il testo si posizionerà nelle loro pagine. Per un letterista è a volte davvero complicato inserirlo nelle tavole, perché succede che gli artisti non lascino abbastanza spazio e così gli sceneggiatori sono costretti a imporre un numero di balloon prestabilito, nonostante la mancanza di vuoti. E sui letteristi pesa il compito di far funzionare il tutto. Per fortuna, in questo caso, abbiamo una squadra molto consapevole di queste cose.
Fonte: Comicbook.com