Feud: Capote vs the Swans, Gus Van Sant e Jon Robin Baiz commentano l'uso di James Baldwin nella storia

Gus Van Sant e Jon Robin Baiz, che hanno scritto e diretto l'episodio 5, hanno spiegato la presenza di James Baldwin in Feud: Capote vs. Swans

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Nell'episodio 5 della serie Feud: Capote vs the Swans, intitolato The Secret Inner Lives of Swans, si mostra un incontro, mai avvenuto nella realtà, tra Capote (Tom Hollander) e l'attivista James Baldwin (Chris Chalk), per parlare della situazione degli omosessuali all'interno della società degli anni '70 a New York.

Non proseguite con la lettura se non volete anticipazioni!

Nella puntata Baldwin incoraggia Capote a riprendere il controllo sulla situazione e concludere il romanzo Answered Prayers.
Chalk ha spiegato a The Hollywood Reporter:

Baldwin era un sostenitore non solo delle persone nere, ma anche di quelle queer, e dell'idea che le persone potessero essere se stesse e stare al sicuro.

L'attore ha inoltre ricordato come Badlwin abbia dovuto trasferirsi a Parigi per sfuggire ai pregiudizi razziali e sessuali. Chris ha aggiunto:

Una delle cose fantastiche del lavoro di Ryan Murphy è che guarda a tutto quell'odio e a quel male e decide: 'Realizzerà qualcosa che guarda direttamente a quella situazione e te ne offre una prospettiva diversa'. Ti obbliga quasi ad avere una prospettiva diversa perché sarai costretto a fare i conti con l'umanità di queste persone.

Nell'episodio si usano anche termini molto duri, in particolare nei dialoghi con al centro Ann Woodward (Demi Moore) e Lee Radziwill (Calista Flockhart) e Murphy ha ammesso che si è discusso a lungo del possibile uso di parole che nessuno di loro avrebbe mai utilizzato, rendendosi conto che era un elemento importante nella storia di Truman:

Era la cosa che sostiene abbia fatto Ann, e anche Lee, e che gli ha spezzato il cuore e gli ha spezzato la sua anima perché ha pensato che fosse un tale tradimento. Per noi, per quanto fosse difficile da spiegare, si trattava di essere onesti nei confronti dei personaggi, dell'epoca e del potere delle parole. Abbiamo compiuto delle ricerche piuttosto accurate e ne abbiamo parlato molto: 'Dovremmo lasciarle? Dovremmo toglierle?'. Ma, alla fine, le abbiamo lasciate. Ed essendo una persona gay a cui è stata rivolta quella parola fin da quando avevo 3 anni, capisco realmente quanto ferisca, il dolore provato e come possa sconvolgere la tua vita. Quindi abbiamo deciso di essere onesti.

Jon Robin Baitz, che ha scritto la puntata, ha ribadito che si tratta di un evento immaginato perché aveva bisogno di un "osservatore con un grande cuore" per entrare in scena e avvertire Truman, cercando di rimediare alla situazione in cui si trovava:

Penso che James Baldwin sia un avatar di saggezza, e una vita nella poesia e nel cuore. La parte legata all'esilio che consiglia, si tratta di qualcosa che Baldwin ha fatto. Si è trasferito a Parigi. Ha visto come stava andando il mondo. Se Truman fosse stato in grado di seguire il proprio consiglio, potrebbe aver vissuto forse altri 30 anni?

Nei diari di Baldwin, inoltre, si accenna al fatto che abbia incontrato Truman e avesse con lui una relazione ambivalente. James era più gentile rispetto a Truman, ma era rimasto ferito dai suoi comportamenti per il modo in cui aveva criticato i suoi scritti, probabilmente perché si sentiva minacciato.

Il regista Gus Van Sant ha invece sottolineato che il benessere offre dei privilegi e si trattava di donne bianche che consideravano Truman una presenza divertente da avere accanto.
Baitz ha sottolineato:

Queste donne, in molti casi, sono delle proprietà. Sono oggetti e i loro mariti considererebbero una minaccia un uomo etero che trascorre il tempo con loro. E quindi, involontariamente forse, sanno che possono 'adottare' una mascotte gay. Si tratta della personalità, sfortunatamente, non delle preferenze sessuali.

Baitz ha poi aggiunto che probabilmente le donne erano convinte che non sarebbero mai state 'vittime' dello scrittore, anche se erano state avvisate da Marella Agnelli, che aveva preso le distanze da Capote. Van Sant ha aggiunto:

Il tipo di scrittura che stava facendo era quello che il loro circolo sociale avrebbe letto. Ha nascosto i nomi, ma essendo degli eventi così specifici era impossibile non riconoscerle tra gli amici che erano importanti, era troppo per loro. Penso che non avessero alcun problema nell'abbandonare Truman. Era uno dei loro tanti amici; è stato triste, ma doveva andarsene.

Essere esposte in quel modo, per loro, è stato doloroso e imbarazzante.

Baitz ha poi spiegato che far usare ai 'cigni' parole profondamente offensive ha permesso di sottolineare la differenza tra la loro immagine pubblica e quella privata.
Van Sant ha quindi commentato il fatto che Truman Capote non sia mai riuscito a completare la sua opera spiegando:

Non stava realmente trascorso il tempo scrivendo. Ha scritto un po', ma poi stava partecipando a feste, celebrando e la situazione gli è sfuggita di mano. L'alcol e le pillole lo hanno ostacolo e il romanzo Answered Prayers non era più chiaro per lui come poteva esserlo in passato.

Baitz ha aggiunto che l'autocommiserazione "distrugge il proprio sistema immunitario', non riuscendo quindi ad assecondare il desiderio di concludere la storia e perdendo il controllo sulla propria vita.

Che ne pensate delle scelte compiute da Baiz e Van Sant per il quinto episodio della serie Feud: Capote Vs. The Swans?

Potete trovare tutte le informazioni e le curiosità sulla serie nella nostra scheda.

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Fonte: The Hollywood Reporter

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