Cosa ha fatto Frederick Wiseman per meritare un Leone d'Oro alla carriera
Non parla e non fa parlare, Frederick Wiseman è uno dei più grandi documentaristi di sempre ma il suo stile è tale da renderlo un maestro del montaggio
Da quando il documentario ha cambiato passo e cominciato ad avere l’audio (inizialmente non lo aveva perchè per sua natura si gira in esterni, dove capita e con attrezzature leggere mentre i microfoni erano roba pesantissima) la sua missione è radicalmente cambiata. Dal 1967con Titicut Follies, un doc spietato su un manicomio criminale, Wiseman usa quel mezzo per raccontare prima l’America attraverso le grandi istituzioni (basta guardare i titoli: Hospital, High School, Juvenile court, Welfare, Central park, Zoo) e poi il resto del mondo attraverso un minimalismo e una finta oggettività che hanno fatto scuola.
La caratteristica più forte di Wiseman è che i suoi documentari non hanno voce fuori campo nè interviste, in sostanza non sono raccontati da nessuno, nè direttamente nè indirettamente. Nessuno parla con il regista e il regista non parla mai, quel che si vede sono scene, momenti naturali messi uno affianco all’altro. Vedere i suoi film è come essere presenti ed osservare le cose mentre si svolgono, solo che tramite il lavoro di selezione (questo lo scartiamo, questo lo includiamo) e quello di montaggio (prima si vedrà questo, poi questo e solo dopo questo) Wiseman racconta.
In occasione della presentazione a Cannes del suo ultimo lavoro (National Gallery) gli è stato chiesto cosa abbia imparato di più sui musei da quest’esperienza e cosa ne pensi della dialettica tra le nozioni e la loro interpretazione, la sua risposta è stata che non lo sa dire con le parole, per dirlo gli ci sono volute tre ore di documentario.
Se la piaga di molti film è lo spiegone, il momento in cui tutto è detto a parole, Wiseman è la cura, il maestro della narrazione invisibile, uno dei più grandi artisti del montaggio in assoluto. Ciò che riprende non lo sa prevedere, lui accende le videocamere e poi guarda cosa hanno ripreso, percui è solo il montaggio la sua arma.
È facile quindi capire perchè assieme a lui (ma tra qualche giorno) il Leone d’oro lo riceverà una delle più grandi montatrici di sempre: Thelma Schoonmaker.
https://www.youtube.com/watch?v=wTzuYk-OPVE