Fantastici Quattro: Jonathan Hickman commenta la controversa retcon di Dan Slott

Dan Slott ha cambiato le carte in tavola per quanto riguarda un componente dei Fantastici Quattro: ecco la reazione di Jonathan Hickman

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Spoiler Alert
Fantastici Quattro e X-Men si sono incontrati e scontrati in molteplici occasioni. Molto spesso, a fare da fulcro della vicenda è stato un personaggio in particolare: Franklin Richards. Il potentissimo figlio di Reed e Sue Richards, membro a pieno titolo della famiglia di avventurieri cosmici più famosa del mondo, ma anche un mutante, essendo dotato di poteri che lo accompagnano fin dalla nascita e non acquisiti in un secondo tempo. Come tale è stato spesso coinvolto nelle vicende degli studenti di Charles Xavier, cosa sottolineata ancora più energicamente tra le pagine di House of X/Powers of X e nelle successive serie targate Dawn of X, dove Franklin è stato più volte invitato a fare parte della neonata nazione mutante di Krakoa. A smuovere le acque è però arrivato Dan Slott, attualmente alla guida della pubblicazione sul Quartetto, che in Fantastic Four #26 ha voluto sovvertire decenni di certezze dichiarando che Franklin non è mai stato un mutante, ma ha usato i suoi poteri per rendersi tale (una sorta di paradosso da cui, in attesa di ulteriori delucidazioni, è superfluo tentare di districarsi al momento).

La notizia, oltre ad avere spiazzato buona parte dei lettori, deve avere creato qualche grattacapo anche agli autori del dipartimento-X, che avevano varie trame e sottotrame avviate e relative alla figura di Franklin. Molti si sono chiesti quale potesse essere il parere di Jonathan Hickman al riguardo, parere che il nume tutelare dell’attuale sottobosco mutante ha espresso in queste ore, anche se nei modi stringati che spesso lo contraddistinguono.

X-Men + Fantastici Quattro 1, copertina di Terry Dodson

Hickman - Dunque, parte del problema nel parlare di queste cose pubblicamente (e questo è uno dei motivi minori per cui non lo faccio più molto spesso) è che in realtà non torna utile a nessuno mostrare come “facciamo il sugo”.

Quando lavoravo su Avengers, lavoravo su una trama molto rigida. Fin dall’inizio del ciclo sapevo con chiarezza dove volevo andare a parare. Non tutti lavorano in questo modo, e sarebbe irragionevole aspettarsi che sia così, ma io lo faccio. Nonostante tutto, un giorno mi sono svegliato e ho scoperto di dovere avere a che fare con il vecchio Steve Rogers, Superior Spider-Man, un Thor Indegno e un Iron Man a un miliardo di miglia dalla Terra assieme ai Guardiani. Queste sono complicazioni inevitabili quando si lavora sulle serie principali della Marvel.

Ovviamente, non avremmo mai piantato i semi che abbiamo piantato in House of X, Powers of X e X-Men/Fantastic Four se non avessimo programmato di svilupparli in seguito. E chissà, forse potremo ancora farlo, ma la verità è che la storia di Dan si è evoluta. E questo è il punto principale.

Dan è l'autore dei Fantastici Quattro. È lui a scrivere la storia. E io lo sostengo nello stesso modo in cui io sosterrei Leah o Zeb per le loro. La velocità e la quantità del materiale da produrre rendono il nostro lavoro già abbastanza difficile e nessuno di noi ha tempo o energie da sprecare in inutili dispute territoriali. In fin dei conti, stiamo parlando di personaggi che sono in circolazione da più di 50 anni. Andrà tutto bene.

Vale la pena di ricordare che nel campo dei “contrari” alla mossa di Slott c'è anche Chris Claremont, che nei suoi scenari futuribili e distopici aveva spesso usato la figura di Franklin adulto come mutante vero e proprio, al punto di farne il compagno di vita di Rachel Summers. Ipotesi tramontata con la scelta narrativa di Slott, o sono all’orizzonte ulteriori sviluppi o retromarce? Il tempo lo dirà!

Fonte: ComicBook

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