EXCL - BadTaste intervista Logan Lerman!
Dopo avervi proposto l'intervista al regista di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - Il Mare dei Mostri Thor Freudenthal, vi proponiamo ora quella al protagonista...
Nel 2010 Logan Lerman aveva appena 18 anni, ma era già stato il giovane Mel Gibson in What Women Want nonché il più giovane dei suoi figli nel Patriota di Roland Emmerich e aveva già recitato al fianco di gente come Jim Carrey (Number 23), Russell Crowe e Christian Bale.
Nel frattempo Lerman ha consolidato ulteriormente il suo status di giovane astro della settima arte partecipando a gradevoli divertissement come I Tre Moschettieri 3D di Paul W.S. Anderson nonché all'acclamato comedy drama Noi Siamo Infinito. Nel suo futuro abbiamo poi il kolossal biblico Noé, diretto da Darren Aronofsky.
Grazie alla 20Th Century Fox abbiamo avuto modo di parlare del film – e non solo di questo – proprio con la giovane star.
D: Puoi parlarci dell'evoluzione del tuo personaggio, di Percy Jackson?
R: Nel primo film ruotava tutto intorno alla scoperta della sua identità, capire le sue potenzialità. In Percy Jackson e il Mare dei Mostri si affronta anche il tema dell'amicizia intesa come rapporto quasi fratellanza fra i protagonisti, del fidarsi di chi ti sta accanto e del lavorare come un vero e proprio team. Ma anche nel riconoscere il proprio valore. Un po' tutta la saga di Percy Jackson parla di questo.
D: E cosa puoi dirci della tua evoluzione come attore? Abbiamo visto tutti i tuoi film prima e dopo Percy Jackson, ma è strano per un attore crescere in maniera quasi contemporanea a uno dei personaggi che interpreta?
R: A dire il vero, almeno personalmente, non ci ho trovato nulla di strano. Per me si tratta più che altro di lavorare insieme al filmmaker, capire cosa vuole dal personaggio, cercare di sfidare me stesso facendo ogni volta qualcosa di differente, provare generi differenti.
D: Qual è il tono generale di Percy Jackson e il Mare dei Mostri?
R: Rispetto al Ladro di Fulmini direi che è più “luminoso” meno dark. C'è molta più commedia. Ha una portata spettacolare più amplia e, in un certo senso, è più “family oriented”. Ci sono un sacco di effetti speciali, mostri spettacolari. Tutta roba che viene solo accennata dai vari trailer e dalle varie featurette. E' una pellicola imponente. Ma dal punto di vista dell'atmosfera, il primo era decisamente più oscuro. Quindi, facendo un paragone col capitolo uno, è allo stesso tempo più grande, ma più leggero.
D: A prescindere dalla tua professione, so che sei un vero e proprio movie geek. Ti sei divertito a lavorare con Nathan Fillion che è uno dei beniamini di noi geek?
R: Naturalmente si, è una persona divertentissima ed è stato bello lavorare con lui. Poi sono un grande fan della serie tv Castle quindi ho detto tutto. Abbiamo girato insieme per una settimana a Vancouver, in Canada. Io, anzi, tutto il cast ce la siamo davvero spassata con lui, abbiamo trascorso insieme dei momenti memorabili.
D: La tua famiglia è di origine europea. Mi domando, la mitologia greca t'interessava già prima di questi film?
R: Assolutamente si, sono cresciuto con la mitologia greca. La scuola ha avuto un ruolo molto importante sia chiaro, ma ero già ben consapevole di tutte le vicende delle varie divinità che hanno ispirato Percy Jackson. Specialmente all'inizio di questo viaggio partito ormai quattro anni fa è stato davvero intrigante.
D: Nel primo film sei stato diretto da una leggenda come Chris Columbus, in questo con un giovane regista emergente come Thor Freudenthal. Che ci dici di questa nuova esperienza di lavoro?
R: Sono due filmmaker molto diversi e, come conseguenza di ciò, sono due film estremamente differenti. Ognuno di loro ama un tono specifico da dare alle proprie opere. Il primo film è una diretta emanazione di quello che Chris Columbus ama fare con i suoi lungometraggi, così come Il Mare dei Mostri è altrettanto per Thor Freudenthal. Ricollegandomi a quanto ti ho detto prima sul fare nuove esperienze professionali e artistiche, posso tranquillamente dire di aver apprezzato entrambe queste avventure.
D: L'anno scorso hai girato un drama low budget come Noi Siamo Infinito e ora Percy Jackson 2. Preferisci partecipare a pellicole indie o a blockbuster?
R: E' bello lavorare ad entrambe le tipologie di film. Non è bello essere ripetitivi e il lato positivo della mia professione è che ho modo di poter mettermi alla prova con esperienze recitative variegate fra loro, anche dal punto di vista della produzione alle spalle.
D: Qual è la creatura mitologica che preferisci fra quelle che appaiono in Percy Jackson e il Mare dei Mostri?
R: Il mio preferito è il ciclope Polifemo. Questa enorme creatura che, spero, farà impazzire gli spettatori al cinema. Mi piace molto il suo aspetto, i ragazzi degli effetti speciali hanno fatto un lavoro sontuoso. Hanno dato vita a degli effetti prostetici semplicemente incredibili. Questo perché nel film ci sono più ciclopi, anche se il principale, Polifemo appunto, è fatto al computer.
D: Ti piace lavorare col green screen e interagire con personaggi che non sono fisicamente presenti sul set?
R: E' divertente, si tratta di un notevole esercizio per la tua immaginazione. Si tratta di dare vita con la tua testa a un intero ambiente intorno a te che di fatto non esiste fino a che il film non arriverà sul grande schermo.
D: Hai fatto da solo i tuoi stunt o c'era la controfigura?
R: Ne ho fatti la maggior parte. Penso che si tratti di una percentuale compresa fra l'80 e i 90% di quello che si vede. Sono stato aiutato molto dal fatto che ho collaborato con le stesse persone del primo film, quindi si trattava di un team già ben rodato.
D: Ti porgo la stessa domanda che ho fatto anche a Thor. Qual è, secondo te, la molla che fa scattare l'interesse del pubblico verso questi franchise?
R: Penso ci siano un milione di possibili variabili in atto. Per quanto riguarda Percy Jackson c'è la fan base dei libri – si tratta di opere dal grande successo – e si tratta di persone genuinamente curiose di vedere come è venuto fuori il film. Poi c'è l'attrazione verso i temi trattati da questi franchise, i personaggi alle prese con difficoltà da superare e avventure spesso più grandi di loro.
D: Come ti rapporti alle aspettative della fan base letteraria?
R: Sinceramente non è qualcosa che mi spaventa e non sto neanche a più di tanto a stressarmi l'anima per robe come il rapporto di fedeltà o infedeltà fra libro e film. Il mio lavoro è seguire la visione del regista, quello che lui vuole fare con la storia alla base del lungometraggio. E' su questo che mi concentro maggiormente.