Enslaved: Samuel L. Jackson ha scoperto le origini dei suoi antenati grazie alla docu-serie
Samuel L. Jackson e sua moglie hanno prodotto la docu-serie Enslaved e l'attore ha parlato di come ha scoperto le sue origini in una nuova intervista
L'attore, intervistato da The Guardian, ha dichiarato:
Per me è stato qualcosa di incredibilmente emozionante e soddisfacente. Provo la sensazione di essere completo ogni volta che arrivo in Africa. Non appena scendo a terra, tutto in un certo senso cambia.
Gli episodi hanno proposto la storia personale di Jackson con quella di molti schiavi, raccontando eventi terrificanti avvenuti in varie parti del mondo, oltre a seguire gli sforzi compiuti per recuperare i resti di una barca affondata con oltre 1.000 schiavi a bordo nell'Oceano Atlantico.
LaTanya ha spiegato:
Vedo alcuni aspetti della cultura della tribù Benga presente naturalmente nel suo DNA. Ama il mare, lo ha sempre fatto, e solo dopo abbiamo scoperto che la comunità viveva vicino al mare, erano persone che stavano sulla costa. Vederlo in quell'ambiente è per me una gioia.
Siamo stati rivoluzionari fin da allora. Ci siamo incontrati in una situazione rivoluzionaria e veniamo coinvolti in situazioni rivoluzionarie continuamente.
Enslaved ha permesso all'attore di affrontare tematiche importanti e mostrare dettagli poco conosciuti del tragico traffico di schiavi avvenuto in passato:
Noi americani abbiamo sempe la tendenza a pensare di essere i più importanti e gli unici che possono parlare degli schiavi. Ma abbiamo avuto meno di un terzo delle persone che erano state catturate.
Nelle puntate Samuel L. Jackson viene mostrato anche mentre partecipa a Liverpool a una cerimonia in cui sono state porte le scuse ufficiali a chi è stato vittima del commercio di persone.
La star ha però sottolineato che si sente a casa in Gabon:
Mi fa sentire vivo in un modo che non provo qui, mi fa provare un senso di appartenenza in un mondo che merito di essere.
Seguirete Enslaved, la docu-serie di Samuel L. Jackson? Lasciate un commento!
Fonte: The Guardian