Emanuela Fanelli: gli inizi, l’amore per Corrado Guzzanti e il lavoro da maestra

Nell'intervista a Casa Alò con Emanuela Fanelli scopriamo l'inizio della sua carriera, l'amore per Guzzanti e il suo lavoro come maestra

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Emanuela Fanelli, ospite di Francesco Alò per la rubrica “Casa Alò”, ci racconta come è nata la passione per il mondo della comicità e dello spettacolo e del percorso che l’ha portata, da ragazzina incantata davanti alla televisione a lavorare con grandi registi e attori.

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Fanelli racconta infatti dell’amore che aveva alle medie per i comici:

“Io li guardavo (Neri Marcorè, Paola Cortellesi, Corrado Guzzanti ndr) perché avevo già un senso dell’umorismo mio che si avvicinava a quei programmi. Sono tutte persone che, a quell’età, hanno contribuito a formare l’umorismo mio perché mi hanno insegnato che si poteva far ridere in vari modi. Per me quella televisione là è stata formativa. (…) Io ero innamorata pazza di Corrado Guzzanti. Mi ero presa una cotta, per l’artista, l’uomo, tutto.”

Corrado Guzzanti che, come racconta lei stessa, è stato il suo “primo bacio cinematografico” in Dov’è Mario?

L’amore per la televisione e lo spettacolo prendono sempre più forma negli anni del liceo.

Ho fatto il laboratorio teatrale al liceo. Dopodiché, mi ha preso il regista del laboratorio a lavorare con la sua compagnia di attori veri adulti, ma io avevo quindici anni, facevo spettacoli di teatro classico, facevo il coro, quindi guardavo. Lui però faceva le prove quelle vecchio stile per cui tu stai dalle nove di mattina alle diciotto per dire una battuta, quindi te le guardi tutte, però guardi gli attori bravi. Mi piaceva tanto perché io in realtà la scuola proprio scuola non l’ho fatta, perciò l’ho vista fare dagli attori bravi.

Non prende subito il via la carriera di attrice di Fanelli. Come per molti, passa attraverso anni di gavetta, ma lei ne parla serenamente, anzi, quasi riconoscente per non aver sfondato subito.

Facevo un altro lavoro. (…) Ho fatto la maestra in una scuola materna dieci anni, mentre facevo l’attrice. Facevo spettacoli a teatro, poi ho iniziato a scrivere. Nel 2012 ho fatto un laboratorio che era per attori professionisti con Massimiliano Bruno e tra le cose da fare c’era scrivere un monologo, che io non avevo mai scritto e anzi pensavo: ma perché? Io faccio l’attrice, mica devo saper scrivere. In realtà, quando l’ho scritto, è stata la cosa che più mi è piaciuto fare, quindi ho iniziato a scrivere. E facevo quello, però la mattina stavo a scuola perché comunque dovevo pagare l’affitto. Ma non solo, non mi va di ridurlo a questo, perché era un lavoro che mi piaceva tantissimo. (…) Non era il sogno della vita, però è forse il lavoro che farei se non facessi più questo.

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