Edna Caprapall parte 1, studio di una donna: Bart l'amante
La prima di due puntate che esplorano Edna Caprapall attraverso due episodi cruciali di cui è protagonista è: Bart l'amante
Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.
Bart l'amante - I Simpson, Terza stagione, episodio 15
MARGE: “Bart hai fatto una cosa molto crudele”
HOMER: “Ragazzo, devi andare dritto dalla tua maestra e dirle la verità”
MARGE: “No Homer la verità la umilierebbe”
HOMER: “Oooohh! Marge l’ho detto solo perché pensavo che fosse quello che tu volevi sentire”
LISA: “Dovremmo scriverle un’altra lettera che le dice addio ma che allo stesso tempo la fa sentire speciale”
HOMER: “Fatevi tutti da parte le lettere d’amore toccanti sono la mia specialità: Cara pupa benvenuta al club scaricati, numero membri: tu”
Edna Caprapall è uno dei migliori personaggi tra quelli secondari. Non è certo il più divertente ma ci sono pochi dubbi che sia il più profondo e stratificato anche se poi, nel tempo, poco sviluppato. Boe, Ned Flanders, Barney, Apu e anche il grandissimo sig. Burns non hanno lo spessore tragico e irredimibile, le nuances e la profondità di questa figura condannata alla scuola elementare e priva di un uomo accanto a lei nonostante lo desideri e sempre disperatamente a caccia (“Sai chi era quella? Era Edna Caprapall! Si ha solo una possibilità con Edna Caprapall!” dirà Telespalla Bob infuriato a Bart dopo che lui gli ha rovinato un appuntamento con lei). È un personaggio che è stato costruito con calma, tramite tanti piccoli riferimenti e che nella terza stagione ha avuto il primo episodio a sé dedicato. Da lì in poi la sua sarà una parabola eccezionale che trattiamo in due parti, ora e la settimana prossima, attraverso le due puntate cruciali che la affrontano.
Bart l’amante è uno dei classici esempi di come funzionasse la produzione di I Simpson nelle prime stagioni, un lavoro di squadra perfetto in cui di puntata in puntata gli sceneggiatori erano il culmine di una piramide. Le idee venivano dal basso, dai molti al lavoro sulla serie, e poi gli sceneggiatori di puntata le rendevano realtà. Per questo episodio l’idea originale fu dello showrunner e produttore esecutivo di quegli anni, Mike Reiss, l’obiettivo era esplorare la sig.ra Caprapall per capire come fosse essere l’insegnante di Bart. A scrivere effettivamente la puntata fu Jon Vitti (un vero maestro della scrittura emotiva, responsabile di puntate struggenti come Il supplente Lisa, Simpson e Dalila e Quando Flanders fallì). Il finale, eccezionale, è invece un’idea di James L. Brooks che è sempre stato il vero produttore e la mente dietro tutto il progetto televisivo “Simpson”, l’uomo che scelse Matt Groening per una nuova sit-com animata, una vecchia volpe del cinema ruffiano con stile. Un maestro.
Subito si parte con un video didattico ma non è uno di quelli con Troy McClure, è invece un video didattico in stile anni ‘50, come ne giravano nelle scuole ancora quando gli sceneggiatori le frequentavano e che fa ridere che venga proposto ancora ad inizio anni ‘90. Per essere precisi è modellato su A Case Of Spring Fever. Il soggetto è lo zinco, e l’idea è che nel raccontare come un mondo senza zinco non avrebbe tante delle tecnologie che conosciamo e amiamo ci sia anche la pistola, cosa che causò un po’ di turbolenza con i censori della Fox (ma la gag che mette sullo stesso piano il telefono e la pistola è geniale).
Il video stabilisce che siamo a scuola ma la vera introduzione alla puntata avviene subito dopo, quando suona la campanella, gli studenti escono di corsa e Edna Caprapall cerca di trattenerli in tutti i modi anche dicendo “posso fare i vostri compiti per voi!”. È inutile, finita la scuola non è riuscita ad evitare di rimanere di nuovo sola. In un collage di pochi secondi che spiega tutto quello che c’è da dire con un'efficacia da grande cinema degli anni '40, vediamo al Jet Market comprare zuppa per una persona e Apu che le dice: “Non l’ho più vista da quando abbiamo raddoppiato i prezzi, fa ancora l’insegnante?”. E lei dopo aver grattato un gratta e vinci senza successo: “...ancora per un giorno”. Poi ancora guida sotto la pioggia, la macchina borbotta e il benzinaio: “Zucchero nel serbatoio, il suo ex marito colpisce ancora”. Sappiamo tutto quel che c’è da sapere: solitudine, pochi soldi e lavoro che vorrebbe mollare, un ex marito che la odia. E tutto con una mestizia che ci dà il tono della sua vita. Arrivata a casa (disegnata benissimo per ispirare amarezza) in una rivista vede la pagina degli annunci romantici (è lo Springfield Magazine e fa ridere che nello sfogliarlo ci sia un’intervista a J. D. Salinger, scrittore che notoriamente non ha mai voluto incontrare nessuno). Decide così di scriverne uno al grido: “Ho bisogno di un uomo!”.
Intanto a scuola arriva un’esibizione itinerante dei Twirl King Yo-Yo Champions, sostanzialmente dei virtuosi dello yo yo presentati con grande enfasi, musica e luci che infiammano la platea, vediamo i ragazzi esaltati di fila in fila fino all’ultima in cui Edna Caprapall e la sig.ina Hoover (la sua vera controparte, non sposata, più giovane e molto più debole di carattere rispetto a lei) fumano commentando acide: “Metto in dubbio il valore educativo di questa esibizione” - “Sarà il loro unico ricordo piacevole quando faranno i benzinai”. È un inserto che sembra non servire a niente, in realtà riempie una puntata che ha una trama così esile e secca che ha continuamente bisogno di imbottitura con altre microstorie. Questo gruppo di campioni dello yo yo è ispirato a quelli che la Duncan, società produttrice di yo yo, mandava davvero nelle scuole per fare promozione.
Sono gli idoli dei ragazzi ma un’immagine stupenda di Carlos Baeza (lo stesso regista di Radio Bart) contestualizza tutto. Dopo l’esibizione in cui sembrano potentissimi finiscono in un van chiusi e miseri, diretti subito ad un’altra delle 3 scuole che devono visitare in mattinata.
Questa microstoria serve a creare un po’ di movimento e animare una delle mille idee malefiche di Bart che con il suo yo yo, per imitarli, distrugge un acquario dei pesci in classe. È punizione e sequestro dello yo yo (grandissimo il giardiniere Willy che raccoglie i pesci con una paletta e dice alla sig.ra Caprapall: “Non si preoccupi per i suoi pesciolini cara donzella sono diretti in un posto migliore” e poi si sente il rumore dello scarico del water). Tutto questo segmento degli yo yo fa sì che Bart si trovi vicino alla scrivania della Caprapall, messo in punizione dopo le ore di scuola, nel momento in cui lei si assenta quando la Hoover le dice: “Happy hour nella sala dei professori” e lei si fionda dopo aver messo delle B a caso a tutti i compiti per finire in fretta. Bart, rimasto da solo vede l’annuncio romantico nel cassetto dell’insegnante, capisce tutto e medita la sua vendetta, cioè risponderle fingendosi l’uomo ideale.
Edna intanto è uscita con qualche pretendente senza successo, il migliore di questi è il grandissimo Jasper che le ha proposto una sua foto da giovane. A questo punto arriva la lettera di Bart, che non solo è una perla ma anche messa in scena benissimo. Carlos Baeza ha la grandissima intuizione di mettere un sottofondo di chitarra dolce e farcela sentire non con la voce di Bart (che l’ha scritta) né con quella della Caprapall (che l’ha ricevuta) ma con quella che la Caprapall immagina: una voce profonda doppiata da uno dei doppiatori regolari, Harry Shearer, per imitare il grande Ricardo Montalban, quindi con un accento spagnolo che la traduzione italiana elimina.
A questo punto entra in scena la seconda trama della puntata, ovvero il secondo riempitivo, Homer deve costruire una casa per il cane ma nel farlo non fa che imprecare. La cosa era una specie di risposta alle vere critiche che la Fox aveva ricevuto per il linguaggio volgare di I Simpson. A sentire le imprecazioni sono Rod e Todd che le ripetono a tavola scatenando la furia di Ned (“Niente storie della Bibbia per te stasera” e quando Maude preoccupata si chiede se non sia troppo “Sapevi del mio carattere duro quando mi hai sposato”). È una maniera molto intelligente di rispondere alle critiche, cioè mostrare chi sono queste persone che si lamentano del linguaggio scurrile e prenderle in giro. È la famiglia Flanders. Ned subito chiama il reverendo Lovejoy, disperato per l’ennesima sua telefonata, che lo invita a cercare dove le abbiano sentite e poi a indirizzarli alla Bibbia (“Quale parte?” - “...a pagina 900!”).
Ned controlla cosa guardano in tv i suoi figli (uno show con Gomer Pyle, personaggio di una nota sit-com conservatrice da che Ned gli ha proibito Davey and Goliath una serie cristiana realmente esistente perché trovava blasfemo il fatto che ci fosse un cane parlante), poi controlla se non sia il fratello grande a insegnargliele (di nuovo i riferimenti sono veri, perché i due cantano Bringing in the sheaves, un canto religioso scelto apposta perché oscuro e molto poco cantato, una chicca da conoscitori) e alla fine vede che è Homer l’origine e se ne lamenta. Questo porterà Marge a spingere Homer a mettere dei soldi in un vasetto ad ogni imprecazione, soldi con i quali alla fine verrà comprata una cuccia e addirittura avanzerà qualcosa a sorpresa per la birra (“Oh la birra! Marge come facevi a saperlo?!”).
Bart dopo la prima lettera ha conquistato Edna ma ora non sa più che scriverle. La puntata si sta svolgendo come un romanzo epistolare in cui le lettere non ci dicono cosa avviene ma mandano avanti la relazione. Nel chiedere aiuto a Lisa non confessa cosa ha fatto e così è da lei preso in giro. Di nuovo, Jon Vitti, grandissimo sceneggiatore, dà ai due il vero comportamento di due fratelli, lei lo canzona e lui si infastidisce. Alla fine Bart il materiale lo troverà in giro, in tv e in una incredibile cartolina che Homer scrisse a Marge innamorato ma ubriachissimo. Il risultato funziona, di nuovo, Edna non solo è sempre più coinvolta ma proprio più eccitata: “Caro Woodrow è giunto il momento di incontrarci perchè non andiamo fuori a cena e poi nel mio appartamento, a gustarci qualcosa fatto in casa? Affamatamente tua, Edna.”
Questa è una grandissima caratteristiche che ha da sempre Edna Caprapall e che le dà una profondità maggiore degli altri. Edna è un essere sessuato, desidera ed è frustrata al tempo stesso, è una donna non più giovane che non va per il sottile e desidera sia l’amore che la carne. Edna vuole provocare nonostante nel suo lavoro non sia certo un soggetto sessuale, anzi. A dispetto di quanto sia dimessa sul lavoro poi ha un’intimità provocante ma da poco, trasgressioni da tinello che fanno sia ridere sia dicono tantissimo e ne confermano la tragicità. Il suo immaginario sessuale è il più scontato possibile, fatto di cuori e guepiere. Quasi da motel.
Edna vuole una foto e Bart, che già per il nome Woodrow si è rifatto ad un presidente americano (il 28esimo: Woodrow Wilson), ci appiccica il ritratto di un giocatore di hockey reale, Gordie Howe. Originariamente doveva essere Johnny Unitas, giocatore di football, ma Unitas non concesse i diritti per l’uso della sua immagine in versione Simpson. Fu Al Jean, altro showrunner, che propose Gordie Howe dopo che sua moglie lo convinse a concedere i diritti. Ancora una volta il gioco di squadra della produzione.
Dopo la foto Edna (che si confronta anche con la Hoover, anch’essa single incallita) decide che è il momento di incontrarlo ma all’appuntamento chiaramente non si presenta nessuno. Bart, che è andato al cinema nel frattempo, la vede dall’esterno del ristorante e dice: “Non riesco a non sentirmi in parte responsabile”. Qui la puntata su Edna prende la classica piega da Bart, la conseguenza di una sua malefatta lo fa stare male e lo spinge in qualche maniera a rimediare. Una grande idea di Vitti è che lungo tutta questa puntata epistolare Bart e la Caprapall i due si vedono continuamente perché il primo, a causa della morte dei pesci, è stato messo in punizione dalla seconda e quindi deve rimanere dopo le ore di scuola a fare piccoli lavoretti. È in quel momento ad esempio che Edna scrive a Woodrow: “Quando leggo le tue lettere mi sembra tu sia qui a guardarmi” e abbassa la foto di Gordie Howe scoprendo che dietro c’è Bart (guizzo di messa in scena che non sfigurerebbe in una grande commedia classica).
Sarà quindi in questo tempo da soli che Bart prova a convincerla a lasciar stare questa storia e cercare altri uomini in una galleria improbabile, dall’insegnante di educazione fisica al giardiniere Willy. Tutti da scartare. In questa galleria c’è anche il preside Skinner, con il quale all’epoca non c’era stata ancora nessuna storia, nemmeno un accenno, ma già lei di lui dice: “Diciamo che la sua mammina non lo lascia uscire a giocare”. Ancora una volta la Caprapall ha subito uno sguardo sessuale su tutto, a quello pensa ed è quella la sua vera grande frustrazione, la sua ossessione. A questo contribuisce la voce suadente, acida ma poi così calda e capace di sciogliersi di Marcia Wallace, che l’ha sempre doppiata fino a che non è morta nel 2013, anno in cui la sig.ra Caprapall ha smesso di comparire nella serie.
Distrutto Bart si rivolge alla madre e qui entra il finale di James L. Brooks che riporta tutto nel mondo delle sit-com familiari che devono mettere in scena dinamiche di famiglia e in cui la famiglia è la causa di ogni guaio ma anche la sua soluzione. Tutta la famiglia Simpson deve quindi capire come risolvere questo problema, che è anche il problema degli sceneggiatori. Una volta ideato lo spunto di Bart che ha uno scambio epistolare romantico con la sua insegnante bisogna anche capire come uscirne. L’idea non va verso l’umorismo, non va verso l’azione (con una truffa magari) e nemmeno va verso il cervellotico, come sarebbe accaduto in stagioni successive, ma verso il romantico: la famiglia sentenzia che va scritta un’ultima lettera con cui Woodrow lascia Edna ma facendola sentire importante. La lettera è scritta benissimo e dice più cose su Edna e che su chi l’ha scritta:
“Carissima Edna, debbo lasciarti. Il perché, non posso dirlo. Per dove, non puoi saperlo. Come ci arriverò, non l’ho ancora deciso. Ma una sola cosa posso dirti: ogni volta che sentirò soffiare il vento, esso bisbiglierà il nome: Edna”
In chiusura durante l’ultima ora di punizione una Edna Caprapall più felice e sollevata (ma ugualmente tragica perché la sua situazione non è cambiata) decide che è una giornata troppo bella per stare in punizione e di uscire fuori. Bart l’accompagna all’esterno mentre noi li vediamo dall’interno come nel finale di Sentieri selvaggi.
In più c’è il gran dettaglio di regia che nessun’altra serie avrebbe mai potuto avere, cioè l’inquadratura che si sposta con un movimento e da loro due che escono va sulla foto incorniciata di Woodrow, che poi sarebbe Gordie Howe, e con in sottofondo la musica delle partite di hockey compaiono in sovrimpressione le vere statistiche della carriera di Howe. Come spesso accade questi colpi sono in realtà risposte a delle necessità pratiche, servivano alcuni secondi in più per raggiungere il minutaggio giusto e così si decise di allungare un po’ la chiusa.
La puntata è stata considerata a lungo una delle migliori della serie e la doppiatrice Marcia Wallace vinse un Emmy per il doppiaggio proprio per questo episodio. Ad oggi rimane una delle puntate dedicate a personaggi secondari più toccanti e uno studio di un tipo umano che raramente è raccontato: una donna sola e frustrata piena di desiderio sessuale che, quasi come fosse un contrappasso, è contornata da bambini quando vorrebbe un uomo e che, in una puntata successiva, troverà un uomo che è un bambino.