Eddie Murphy torna a criticare Beverly Hills Cop 3 e l'abuso che fa di un espediente narrativo banale

Eddie Murphy ha toccato nuovamente la questione Beverly Hills Cop 3 spiegando in modo più approfondito perché il film sia così debole...

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Abbiamo già segnalato le critiche fatte di recente a Beverly Hills Cop 3 da parte del suo protagonista, Eddie Murphy, rilasciate a margine della promozione stampa di Beverly Hills cop 4 (Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F). Le trovate qui.

In una nuova intervista, Eddie Murphy ha toccato nuovamente la questione Beverly Hills Cop 3 elaborando ulteriormente le sue ragioni sul perché il capitolo della saga uscito nel 1994 per la regia di John Landis sia il più debole del gruppo. Oltre al villain poco incisivo, c'è anche l'abuso di un espediente narrativo banale.

Il motivo per cui Beverly Hills Cop 3 è così debole è perché Taggart non è nel film, il cattivo non è abbastanza malvagio e Axel non aveva un vero motivo personale alla base. Nel primo film, il migliore amico di Axel viene ucciso. Nel secondo, il suo capo viene ucciso. E poi, nel terzo, lo zio Dave è nei guai. Questo è ciò di cui tratta il film.

Puoi capire quando un film non funzionerà: quando ha una di quelle battute che hai visto milioni di volte ed è stata usata da centinaia di migliaia di film. C'era una scena in cui avevo lo zio Dave sul sedile posteriore, lui stava morendo. Guidavo e dicevo: "Non morire, amico!". Quante volte hai visto questo momento in un film? In cui qualcuno sta morendo e qualcuno dice "Non morire amico!". Se sei in un film e ti ritrovi a dover urlare "Non morire!" significa che il film non funzionerà.

Diretto da Mark Molloy, il film è stato scritto da Will Beall con Tom Gormican e Kevin Etten.

Cosa ne pensate e quanto attendete Beverly Hills Cop 4? Se siete iscritti a BadTaste+ potete dire la vostra nello spazio dei commenti qua sotto!

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FONTE: Screen Rant

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