È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino da oggi su Netflix: cosa c'è da sapere sul film
Dopo la presentazione al Festival del Cinema di Venezia e la release anticipata in sala, È stata la mano di Dio arriva su Netflix...
Perché Netflix?
Durante il nostro incontro con Paolo Sorrentino in quel di Venezia, è stato inevitabile toccare la questione del perché, per dare vita a È stata la mano di Dio, abbia scelto, come partner produttivo, proprio Netflix, azienda che viene vista da molti come il principale nemico del cinema insieme ai cinecomic.
Ci ho parlato quando ero in America, prima della pandemia quindi, mi pare il luogo giusto per un film piccolo fatto bene con mezzi e promozione di un film grande. Sono rimasto stupito da come hanno trattato e lanciato Roma di Cuaron. Ho chiesto se potevo avere esattamente lo stesso trattamento e me l’hanno garantito. Che non è da tutti.
In corti discorsi: a Paolo Sorrentino è stata garantita la possibilità di creare il suo film forse più personale, di avere una distribuzione anticipata al cinema e di approdare su un servizio disponibile in tutto il mondo che, nel novero di un catalogo in continua espansione e con prodotti per tutti i gusti (talvolta di qualità anche non eccelsa, ma questa è un'altra storia), garantisce comunque a svariati filmmaker la possibilità di dare forma alle proprie opere.
È stata la mano di Dio: la Napoli della gioventù di Paolo Sorrentino
Nel pressbook ufficiale del film possiamo leggere:
In È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino torna nella Napoli della sua gioventù per raccontare il turbolento racconto di formazione di un ragazzo, una storia resa ancora più intensa dal legame personale che presenta con il passato del suo stesso autore. È una storia più personale e decisamente più emozionale di tutte quelle che ha raccontato in precedenza. È un'immersione in una memoria viva, in un bellissimo mondo imperfetto che non sarebbe potuto durare. Ma è anche la struggente descrizione dell'impulso ad andare avanti, a creare, a cogliere qualunque sconcertante occasione si presenti, anche in mezzo a un immenso dolore. Siamo negli anni '80. A Napoli tutti parlano in modo febbrile di Maradona, l'illustre leggenda del calcio che pare possa, quasi per miracolo, arrivare in città per giocare nella sfavorita squadra locale. L'aria è densa di promesse e l'adolescente Fabietto Schisa la respira a pieni polmoni. Se a scuola appare come impacciato ed emarginato, la vita comunque gli sorride. I suoi genitori sono volubili, hanno i loro difetti, ma si amano ancora. Le loro famiglie sono chiassose, a volte travagliate e tuttavia molto divertenti. I pranzi sono interminabili, i drammi famigliari vanno in scena ogni giorno, la risate sono incessanti e il futuro sembra ancora molto lontano.
E a seguire:
Poi, un inspiegabile incidente capovolge ogni cosa. E, come fece un tempo Sorrentino negli anni della sua gioventù, Fabietto deve trovare un modo per sfuggire alle profondità della tragedia e venire a patti con lo strano gioco del destino che lo ha lasciato in vita. Con un passato andato distrutto e nonostante tutto un'intera esistenza davanti a sé, traccia la rotta del suo percorso attraverso la perdita e verso il nuovo.
Questo insieme di devastazione e liberazione è qualcosa che Sorrentino ha sperimentato all'approssimarsi dell'età adulta. E nonostante la finzione e la realtà si intreccino liberamente in È STATA LA MANO DI DIO — talmente liberamente che persino gli elementi fantastici sembrano far parte del mondo perfettamente controllato di Fabietto — il film ricostruisce in modo meticoloso la città e l'atmosfera della famiglia in cui egli è cresciuto.
Nato nel 1970, Sorrentino cresce nel Quartiere Vomero di Napoli, sulla collina che si affaccia sulla distesa panoramica del porto della città. Quando ha 16 anni, entrambi i suoi genitori muoiono all'improvviso e in modo del tutto inaspettato per avvelenamento da monossido di carbonio a causa di una fuga di gas nella casa di villeggiatura della famiglia. Di norma, Sorrentino avrebbe dovuto essere insieme ai suoi genitori quel fine settimana. L'unica ragione per cui non rimane anch'egli vittima della tragedia è che ha ottenuto il permesso di restare a casa da solo, per la prima volta nella sua vita, per andare a vedere Maradona che gioca in trasferta con il Napoli.
Sorrentino arriva a percepire Maradona, un uomo già ammantato di divinità sul campo di calcio, come una forza che ha protetto la sua vita. Ma anche il cinema diventa una forza salvifica per lui, una distrazione dall'angoscia. Rifugiandosi nel fare film con grande passione, Sorrentino inizia a lavorare come aiuto regista. Esordisce nella sceneggiatura scrivendo POLVERE DI NAPOLI a quattro mani con lo sceneggiatore-regista Antonio Capuano, anch'egli personaggio chiave in È STATA LA MANO DI DIO. Di lì a poco Sorrentino passa dietro alla macchina da presa con la commedia L'UOMO IN PIÙ, interpretata da Toni Servillo, l'ultimo film che realizza a Napoli fino a quando non vi tornerà per girare È STATA LA MANO DI DIO.
Le dichiarazioni del regista su È stata la mano di dio, in pillole
Nel pressbook del film, sono presenti alcune interessanti dichiarazioni di Paolo Sorrentino che vi riportiamo qua sotto, in pillole:
“Per me l'aspetto interessante di fare un film autobiografico è che a quel punto quei problemi non sono più i miei problemi, ma sono i problemi del film”, spiega. “E non appena diventano i problemi del film, diventano più affrontabili. Quando ho iniziato a montare il film, guardare e riguardare quei ricordi è diventata quasi un'abitudine ed è molto più facile affrontare un'abitudine che affrontare un ricordo”
“Se altre persone potranno relazionarsi e identificarsi con le mie esperienze, se si vedranno specchiate nel film, significa che la mia sofferenza sarà divisa a metà”
“Capita a volte di provare l'esigenza di registrare i ricordi, di fissarli da qualche parte”, afferma. “Ma con il passare del tempo, ho pensato che forse sarebbe stata una buona idea farne un film perché avrebbe potuto aiutarmi non tanto a risolvere i problemi che ho avuto nella vita, quanto ad osservarli da una posizione molto più vicina e a conoscerli meglio. Tutti i miei film sono nati da sentimenti che mi appassionavano, ma dopo averli realizzati quella passione è svanita; così ho pensato che se avessi fatto un film sui miei problemi, forse sarei anche riuscito a dimenticarli, almeno in parte”
“Ho cercato di raccontare questa storia senza alcun filtro, in un modo semplice. L'unico filtro è l'evocazione del passato, i ricordi e i sentimenti che provavo quando ero ragazzo”, dichiara. “Per questo film non mi sono preoccupato di un'idea specifica di stile. Ho sentito che sarebbe dovuto emergere in maniera naturale. A dire il vero ho pensato che sarebbe stato molto liberatorio per me fare un film senza uno stile prevalente e mi sono ritrovato ad apprezzare quello che in passato avevo sempre cercato di evitare”
È stata la mano di Dio, la sinossi ufficiale:
Dal regista e sceneggiatore Premio Oscar® Paolo Sorrentino (Il Divo, La grande bellezza, The Young Pope) la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia e tragedia s’intrecciano, indicando la strada per il futuro di Fabietto. Sorrentino torna nella sua città natale per raccontare la sua storia più personale, un racconto di destino e famiglia, sport e cinema, amore e perdita.
Trovate tutte le informazioni sul lungometraggio nella nostra scheda del film.
Ecco, a seguire, anche il trailer ufficiale del film: