E' il Canada il Paese con la legge sul copyright migliore
Dura con chi lo merita ma sufficientemente aperta per consentire l’uso creativo della materia intellettuale. Il mondo ha un nuovo esempio da seguire...
Ci hanno messo molto, hanno ricevuto incessanti pressioni dagli Stati Uniti ma alla fine ce l’hanno fatta. Il Canada ha una nuova legge contro l’infrazione del copyright e per la prima volta sembra di intravedere un provvedimento che punisce con severità solo chi lo merita davvero e che soprattutto ha una chiara percezione della mutevolezza di questo settore.
Questa la parte più repressiva, fortemente sponsorizzata dal governo americano, che tra le altre cose prevede anche che siano gli internet provider, cioè chi fornisce la connettività agli utenti, a segnalare a quest’ultimi quando il legittimo detentore del copyright ha rilevato un’infrazione. Dunque i provider non devono fare i gendarmi, cioè non devono controllare i dati che passano per i propri cavi, ma sono obbligati a fare da tramite. I detentori del diritto vengono responsabilizzati a vigilare sulle proprie opere mentre i provider sono tenuti ad agevolare la comunicazione con gli utenti.
E’ infatti ammesso dal nuovo codice l’utilizzo di materiale sottoposto a diritto d’autore per finalità didattiche, parodiche e di satira; si può per diritto di critica e, una volta ottenuto il permesso, è possibile la trasmissione time-shifted. In sostanza la legge sembra consentire tutti gli utilizzi più creativi tipici da internet, quelli che rielaborano un contenuto per realizzare qualcosa di nuovo. No ai film interi su YouTube o anche alle clip caricate in massa, ma sì ad un video montaggio che abbia un senso, che sia usato per far ridere o ancora che aggiunga valore agli elementi utilizzati. No al copia incolla, si alle nuove opere che usano le vecchie.
Infine, in uno sforzo di ulteriore ragionevolezza che svela l’etica e la buona fede dietro il provvedimento, il governo Canadese ha stabilito che la legge in questione sarà sottoposta regolarmente a revisione ogni 5 anni.
Così facendo per la prima volta una nazione stabilisce l’impossibilità di fissare in una norma congelata qualcosa di sfuggevole come le regole sulla proprietà intellettuale nell’età digitale. Alla soluzione “una volta per tutte” il Canada ha sostituito “una delle molte possibili, future soluzioni”.