Dylan Dog, tempo di Remake: dal Color Fest a un nuovo progetto editoriale
Come anticipato a Cartoomics, ecco i dettagli sui Remake di quattro storie di Tiziano Sclavi e sul nuovo progetto editoriale per Dylan Dog
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Come vi abbiamo anticipato nel reportage di Cartoomics sull'incontro dedicato a Dylan Dog, nel futuro prossimo uscirà un Color Fest dedicato alla rivisitazione di quattro storie del maestro Tiziano Sclavi.
Le novità non finiscono qui. Viene ribadito l'arrivo di un'iniziativa editoriale ma la sorpresa è che non sarà targata Sergio Bonelli Editore. Sbizzarritevi pure sulle possibili alternative. Sarà la reintroduzione del personaggio attraverso “un nuovo punto di vista”. La scorsa settimana usammo un parallelo con la collana What if...? della Marvel per descrivervelo; rimanendo nei dintorni della Casa delle Idee ora appare qualcosa più in ambito Ultimate, con la versione aggiornata dell'Indagatore dell'Incubo. Il rifacimento de L'Alba dei Morti Viventi di 32 pagine, oltre che a guidare il Color Fest, varerà il nuovo progetto ancora top secret. E ora passiamo la parola a Recchioni.
[caption id="attachment_54146" align="alignleft" width="229"] Diabolo il Grande (Tiziano Sclavi, Luca Dell'Uomo - agosto 1987)[/caption]
Facendola brevissima:
- nel prossimo futuro ci sarà una nuova iniziativa editoriale legata a Dylan ma non facente parte delle pubblicazioni Bonelli. Nell'ambito di questa iniziativa ci serviva un modo per reintrodurre il personaggio. Da qui è nata l'idea di una storia remake di 32 pagine, a colori, del n.1. Che lo raccontasse nuovamente secondo un nuovo punto di vista. Rimanendo fedeli alla storia originale. Una volta deciso che quella storia si sarebbe fatta, abbiamo pensato di andare fino in fondo e mettere in cantiere un Color Fest tutto a tema remake. Visioni parallele di quattro storie classiche di Tiziano, raccontate da altri autori. A bordo ci sono Paola Barbato, che racconterà il suo Lungo Addio, e Accatino, che ci racconterà di nuovo la storia di Diabolo il Grande. Infine, Celoni, con una storia ancora da definire.
Quindi, cosa avrete nel fururo?
- una nuova iniziativa editoriale legata a Dylan (di cui non si può ancora parlare) che esordirà con una una storia inedita (il remake dell'Alba dei Morti Viventi, reallizato da me e da Emiliano Mammucari).
- un Color Fest a tema remake (che conterrà tanto la storia mia e di Emiliano, quanto altre tre storie).
Come al solito, tutto questo è realizzato con l'approvazione di Tiziano Sclavi.
Non è un attentato alle storie originali, ma è un tributo d'amore e un gioco.
Fatevi una risata ogni tanto.
Non stiamo operando al cervello la gente...[caption id="attachment_27622" align="alignright" width="228"] L'alba dei morti viventi (Tiziano Sclavi, Angelo Stano - ottobre 1986)[/caption]
Sto rileggendo per l'ennesima volta il primo albo di Dylan.
Che lo dico subito, non è la cosa migliore di Tiziano ma è, forse, la più sorpredente.
Infatti, ogni volta che lo rileggo, mi stupisco di alcune cose.
- Tempo di lettura.
Venti minuti al massimo. C'è un solo spiegone, breve. Per il resto, un mucchio di sequenze mute e tanto, tanto fumetto raccontato prima con le immagine e la sequenza di vignette che con i balloon.
- Plot.
Praticamente inesistente. La cliente arriva, dice a Dylan il nome del collega del marito ritornante, Dylan si reca al laboratorio del collega, scopre che è Xabaras, scontro con gli zombi, fine.
- Le 94 pagine sono "riempite" grazie a una dilatazione temporale che diventerà propria del fumetto popolare solo molti anni dopo. Sequenze ultracinematografiche nella frammentazione delle immagini e nella scelta delle inquadrature. Roba che solo Berardi aveva provato a fare prima e mai con questa intensità.
- Continui riferimenti al presente del lettore. Dylan va al cinema a vedere un film in sala in quel periodo e parla di film fa riferimento a film realmente esistenti. Lo stesso trucco referenziale usato da Tarantino ma con una ventina d'anni d'anticipo.
- Ogni sequenza è derivata da qualcosa (film, in genere) ma smontata e rimontata in forma nuova. Non c'è una singola scena "inedita" eppure è tutto inedito.
- Angelo Stano. I disegni di Stano sono modernissimi ancora oggi, e ostici. Ci sono alcune vignette che da sole valgono l'albo. Non riesco a capire quanto possano essere state traumatiche queste pagine per il tradizionale lettore di albi Bonelli dell'86.
La verità, è che anche facendo del nostro meglio nel mini-remake, io ed Emiliano non potremo mai essere più moderni di questo albo.
Fonte: Roberto Recchioni