Dustin Weaver: dall'atteso finale di S.H.I.E.L.D. ai progetti per il futuro
Dustin Weaver parla del sofferto finale di S.H.I.E.L.D. e fa una retrospettiva della sua carriera di disegnatore che aspira ad essere autore completo
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Ho iniziato a lavorare alla serie che mia figlia stava per nascere, ed ora ha cinque anni. Questo fumetto è stato parte della mia vita tanto quanto i miei figli. Mi sembra che ci sia voluta un'eternità. Finire il lavoro è una soddisfazione enorme e credo che non mi sentirò davvero di aver compiuto la missione finché non avrò in mano i volumetti stampati.
Il mio stile di disegno è certamente cambiato nel frattempo, ma non fatevi ingannare: non c'entra molto la pausa. In effetti, se guardiamo bene, le variazioni più importanti sono soprattutto nei primi numeri, dal primo al quarto. C'è tuttavia un'estetica comune a tutti, io credo. In questi ultimi due numeri, penso di aver disegnato meglio che in tutti gli altri. Se c'è qualcosa che, secondo me, i lettori dovrebbero notare è questa. Questi ultimi due capitoli dell'esalogia sono piuttosto folli, pieni di accadimenti frenetici. In termini di contenuti, il quinto vale praticamente tre uscite in un unico volumetto. Il sesto, invece, sarà una specie di trip filosofico.
In passato ho quasi lavorato sui fumetti di Indiana Jones e, se ci fosse una grande storia di Guerre Stellari, allora mi piacerebbe disegnarla. Non direi che sia proprio al centro dei miei pensieri impegnarmi su una serie di ispirazione cinematografica, ma con una buona storia lo farei. Le mie esigenze sono cambiate, voglio lavorare dove ho il pieno controllo della mia arte. Se dovessi e potessi scegliere... datemi Lando Clarissian. Magari una serie su di lui, sarebbe una figata.
Weaver ha anche parlato della sua carriera di autore di webcomics, facendo riferimento ai due titoli: Amnia Cycle e Sagittaius A*. Due tentativi, a sua detta, di lavorare senza pressione da un lato e di crearsi una credibilità come artista completo dall'altro.
Amnia Cycle è una storia improvvisata, che scrivo in corso d'opera. Una pilota spazialedi nome Tara Donnia, coinvolta in una guerra tra razze aliene, si trova ad aiutare una strana donna di nome Amnia. Quest'ultima scompare e Tara la va a cercare in un'area chiamada Shadow Zone, dove scopre molto sulle ragioni per cui è al mondo.
Sagittaius A*, invece fa riferimento alla collocazione del buco nero supermassivo al centro della Via Lattea, verso cui il protagonista è diretto. Dopo una guerra galattica contro i robot senzienti che l'umanità a creato, Linus Rad compie questo viaggio solitario per scoprire molto su se stesso, il rapporto con suo padre, la propria personalità. Due storie spaziali, genere che mi piace moltissimo. Ma non temete, non ho intenzione di smettere di disegnare: la scrittura mi affascina e mi ci voglio cimentarmi, ma non sarò mai uno sceneggiatore puro.
Fonte: Newsarama