Dune: Zach Galligan (Gremlins) ricorda quando perse il ruolo di Paul Atreides nel film di David Lynch

In un nuovo libro dedicato alla storia di Dune di David Lynch, Zach Galligan ricorda quando perse il ruolo di Paul Atreides...

Condividi

Screen Rant ha pubblicato un estratto da A Masterpiece in Disarray: David Lynch's Dune. An Oral History un nuovo libro che racconta la storia produttiva dietro al ben noto - e sfortunato - kolossal fantascientifico diretto dal papà di Twin Peaks.

Nel pezzo si parla delle operazioni di casting fatte per la pellicola e vengono riportate le parole di Zach Galligan che, all'epoca delle audizioni, si era fatto notare per aver interpretato il protagonista della commedia Nothing Lasts Forever (in Italia "Niente dura per sempre"), ma non aveva ancora ottenuto il ruolo principale nel cult di Joe Dante prodotto da Steven Spielberg, Gremlins.

Zach Galligan, che in quel periodo aveva appena diciotto anni, dettaglia le due sessioni di casting per la parte di Paul Atreides (poi affidata a Kyle MacLachlan) in Dune avvenute a New York il 19 e 22 agosto del 1982.

La procedura standard prevedeva che il 19 mi sarei incontrato con Jane o Janet [Hirshenson] per un pre-screening per il casting, così che potesse darmi un'occhiata per valutare se ero adatto al ruolo. Potevo andare bene? L'aspetto era ok? Ero terribile? Ero coperto di tatuaggi? Conoscevo i libri? Conoscevo il lavoro di David Lynch? Il 23 ho incontrato David. Il progetto Dune con Lynch coinvolto aveva molta attenzione, quindi chiunque ci provasse... non era come se stessi cercando un film qualsiasi. Era qualcosa di GRANDE. Ero molto più nervoso per il mio colloquio per Dune che non per quello per Gremlins. Gremlins era Spielberg, ma in realtà non lo era, era di Joe Dante, ma c'era comunque coinvolto Spielberg, quindi era emozionante. Con Dune, potevi sentirlo già nella sala d'attesa, c'era vera tensione. Il fatto che non avessi una sceneggiatura da studiare, che in qualche modo è il tuo paracadute di sicurezza, rendeva la situazione peggiore. Ricordo molto vividamente di essere stato in sala d'attesa con altri attori, la gente si alzava e camminava su e giù, si faceva domande mentali di prova. Alcune persone facevano l'opposto: si sedevano e respiravano profondamente, chiudevano gli occhi e cercavano di calmarsi. Andare al casting di Dune era una grande cosa, soprattutto per il ruolo principale. È lì che ho capito di essere davvero entrato in Serie A. Ho sempre avuto un grande affetto per Jane. Ho sempre pensato che fosse una persona molto gentile. Mi aveva già incontrato per "The Outsiders". Insieme a Juliet Taylor e ad altri casting director classici degli anni '80, era l'incarnazione della gentilezza, della cortesia e dell'interesse genuino per gli attori.

Poi aggiunge:

Quello che Lynch faceva di strano, e che spiega alcune delle sue scelte di casting, è che non fa fare delle normali audizioni agli attori. Vai all'incontro con l'uomo e parli con lui per 15 minuti. Potrebbe essere stato più lungo, ma ricordo di aver avuto una conversazione di 15 o 20 minuti con lui. Era estenuante in un certo senso perché avevo 18 anni e stavo pensando, probabilmente in modo stupido: "Voglio solo essere ciò che lui vuole che io sia". Volevo compiacerlo, essere il personaggio in qualche modo, ma come si fa? È impossibile. Un'esperienza tipo "Come stai oggi?". "Oh, stavo solo pensando di diventare un imperatore e prendere il controllo del pianeta". Come fai a fare un provino per Paul-Muad’Dib (Paul Atreides, ndr.)? Sapevo che non c'era modo di farlo, quindi ho deciso che sarei andato lì e sarei stato me stesso, sperando che fosse sufficiente.

Alla fine tutto si risolse con un nulla di fatto.

Il feedback che ho ricevuto da Jane è stato il seguente: "David non ha risposto e, per ciò, non si va oltre". Ricordo di aver detto al mio agente, d'altronde avevo 18 anni ed ero un po' lamentoso: "È così ingiusto! Non ho neanche la possibilità di leggere la parte". Ci sono altri registi che seguono lo stesso approccio. Jon Amiel, che ha fatto Copycat con Sigourney Weaver, ha lo stesso approccio. Ho incontrato Richard Lester, che ha diretto A Hard Day's Night. Molti registi britannici non facevano fare audizioni con lettura della parte agli attori; partivano dal presupposto che "Se un direttore del casting li sta inviando da me, possono fare qualsiasi cosa. Vediamo solo che persone sono e se riesco a stare bene con loro".

Cosa ne pensate? Se siete iscritti a BadTaste+ potete dire la vostra qua sotto!

FONTE: Screen Rant

Continua a leggere su BadTaste