Drive My Car: come un adattamento di Murakami è diventato un film plurinominato agli Oscar
Il regista Ryusuke Hamaguchi racconta nel dettaglio la lavorazione a Drive My Car, dalla sceneggiatura alla scelta dell'attrice protagonista
Da Murakami a Checov
Drive My Car nasce come adattamento delle opere del celebre scrittore giapponese Haruki Murakami. Il produttore, Teruhisa Yamamoto, sognava di portare Murakami sul grande schermo fin da quando ai tempi del liceo si era appassionato delle sue opere, ma era ben consapevole della riluttanza dello scrittore a concederne i diritti. Così, per una questione di strategia, ha proposto a Hamaguchi di optare per un racconto breve piuttosto che per uno dei principali romanzi dello scrittore. Il regista ha proposto così Drive My Car, inserito nella raccolta del 2014 Uomini senza donne. Dopo aver iniziato a scrivere la sceneggiatura, i due hanno però capito che il racconto da solo era troppo breve per riempire un intero film: hanno così preso elementi da altri due opere contenute nella stessa raccolta, Scheherazade e Kino.
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L'altra fonte d'ispirazione è stato proprio Checov, la cui opera Zio Vanja il protagonista del film mette in scena a Hiroshima. Rileggendo il testo, Hamaguchi è rimasto colpito da quanto fosse senza tempo e adatto a raccontare la condizione di solitudine assai frequente nel Giappone contemporaneo. Ha deciso così che avrebbe attinto direttamente all'opera originale, piuttosto che partire dai brevi passaggi contenuti nel racconto di Murakami, inserendo ripetute prove delle battute di Cechov in tutta la sua storia e usando l'ambiguità dei dialoghi come commento all'interiorità dei suoi personaggi.
Lezioni di guida
Al posto delle consuete audizioni, Hamaguchi preferisce semplicemente sedersi a parlare con gli attori, condividendo la sua visione della storia e facendosi un'idea della persona che potrebbe interpretare una parte. Il regista aveva contattato l'attrice Tôko Miura per discutere in un caffè a Tokyo di Il gioco del destino e delle fantasia, il film a cui stava lavorando in contemporanea a Drive My Car. Capendo però subito che lei non era adatta a un ruolo in quel film, ha cominciato a immaginarsela come co-protagonista di Drive My Car: il suo carattere, schietto ma allo stesso tempo riflessivo, rispecchiava perfettamente quello di Misaki. Era però un altro fondamentale tratto del personaggio a presentare problemi.
Misaki infatti compensa la sua particolare reticenza con un'impeccabile abilità e grazia al volante, aspetto che Miura non poteva facilmente garantire. Come quasi il 30% delle persone in Giappone, patria del sistema di trasporto pubblico tra i migliori al mondo, l'aspirante autista di Drive My Car non sapeva guidare. Hamaguchi ha detto all'attrice che la parte sarebbe stata sua se fosse riuscita a diventare rapidamente competente e a suo agio con il cambio manuale di un'auto classica degli anni '80. Così, Miura si è iscritta a una scuola di guida intensiva a tempo pieno e in poche settimane era al volante di una Saab 900 Turbo, con l'aiuto regista di Hamaguchi come passeggero di prova.
Le virtù uniche dei viaggi in auto
Proprio le frequenti scene in auto sono fondamentali per lo svolgimento del film, occasione per i due protagonisti, entrambi segnati da un trauma, di trovare un'inaspettata connessione. Ma anche per lo stesso Hamaguchi di rappresentare una tesi personale sulle virtù uniche dei lunghi viaggi in auto: essi "possono incoraggiarti ad aprirti a un modo interessante" altrimenti impossibile. Il regista ha notato per la prima volta il fenomeno mentre lavorava ai quattro documentari che ha girato dopo il terremoto e lo tsunami del Tōhoku del 2011, per cui faceva lunghi viaggi su e giù per l'estremo nord-est del Giappone. Da questa esperienza ha così imparato come:
Quando due persone sono una di fronte all'altra, c'è il potenziale per far emergere una sorta di verità emotiva, ma penso che in realtà questo accada molto raramente. In auto, invece, una persona sta sul sedile del guidatore e un'altra su quello del passeggero: i due non si rivolgono lo sguardo, ma vanno verso la stessa meta e destinazione. Questo permette che venga fuori una certa onestà nella conversazione: le persone potrebbero scoprire di essere in grado di dire cose di cui non avrebbero mai discusso se si fossero guardate in faccia.
Questa dinamica richiama inoltre la filosofia stessa del regista:
Il cinema si basa sul movimento. Quindi, in modo molto semplice, una volta che metti le tue idee in un mezzo di trasporto - un treno, una macchina - improvvisamente è tutto più bello da vedere; improvvisamente nasce il senso di una destinazione.
I vincitori degli Oscar verranno annunciati durante la cerimonia del 27 marzo che noi seguiremo in diretta qui sul sito e sul nostro canale Twitch. A condurre la cerimonia Amy Schumer, Regina Hall e Wanda Sykes. In preparazione alla serata, vi invitiamo come sempre a compilare i vostri pronostici:
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FONTE: THR