Doom: Rosamund Pike si sente in parte responsabile per il fallimento del film
Rosamund Pike è tornata a parlare del fallimento di Doom, adattamento cinematografico dell'omonimo videogioco arrivato nel 2015.
Mi sento in parte in colpa in quel senso perché a causa di ignoranza e innocenza non ho capito a pieno il significato e l'importanza di Doom per i fan. Non ero una videogiocatrice, non capivo. Se avessi saputo quello che so ora, mi ci sarei immersa completamente come faccio ora [per progetti come La ruota del tempo].
Mi sento in imbarazzo, perché all'epoca internet non era come oggi dove i fan possono farsi sentire. Non avrei saputo come trovarli, ma adesso sì! Infatti ora ho tanti amici grandi fan del videogioco che avrei voluto conoscere prima.
La sinossi del film:
Nella stazione di ricerca Olduvai, una remota postazione scientifica dislocata su Marte, è accaduto qualcosa di veramente grave. Le comunicazioni con la Terra si sono misteriosamente interrotte e a quanto pare anche gli esperimenti sono stati bloccati. Gli ultimi messaggi arrivati dipingono un quadro tutt’altro che rassicurante: la stazione si trova al livello 5 di quarantena e le uniche persone autorizzate a entrare sono gli uomini della Rapid Response Tactical Squad (RRTS), marines incalliti e armati fino ai denti che possono neutralizzare qualsiasi nemico, o per lo meno questo è ciò che credono tutti.
Con un budget di 60 milioni di dollari (marketing escluso), il film incassò in tutto il mondo 58 milioni di dollari. È ora disponibile su Netflix.